Ahi Rafa, le ginocchia scricchiolano. Dubbi per Melbourne e agenda 2018

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Ahi Rafa, le ginocchia scricchiolano. Dubbi per Melbourne e agenda 2018

Il numero uno del mondo ha cancellato gli allenamenti con Joao Sousa. Ancora dolori dopo il crollo nel finale di stagione, E anche lui, nel nuovo anno, giocherà sempre di meno

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Sulla scaletta del volo per Abu Dhabi, il 26 dicembre, Rafa Nadal ci salirà appoggiandosi al corrimano. Le ginocchia del numero uno del mondo emettono ancora scricchiolii che suonano sinistri alla vigilia dell’avvio di stagione. E’ la stampa portoghese a raccogliere la rivelazione di Joao Sousa, secondo cui sarebbe stato proprio Nadal a chiedere di annullare la settimana di allenamento che i due avrebbero dovuto affrontare insieme a Maiorca. “Non era ancora pronto per allenarsi con me, ha ammesso di non sentirsi bene”, le parole del numero del numero 57 Atp. Lunedì 18 dicembre Nadal si è recato a Barcellona per un’ulteriore visita specialistica, di cui non si conosce il responso.

ROAD TO MELBOURNE – Aumentano così gli interrogativi su come lo spagnolo potrà presentarsi in Australia. Dal primo gennaio è atteso in tabellone al 250 di Brisbane, consueta tappa di preparazione al primo Slam. Ma il percorso di avvicinamento ha già subito dei rallentamenti. Al termine delle sue prolungate vacanze – eravamo a inizio dicembre – Rafa provò ad allontanare i fantasmi: “Il ginocchio deve star bene tra un mese, non adesso”, le sue parole. Ma la scadenza si avvicina, senza avere contezza di successivi progressi.

COL BILANCINO – Il 2018 di Nadal, sotto la tutela tecnica di Carlos Moya e Francis Roig, è stato già programmato nel segno dell’ottimizzazione delle energie. In agenda ci sono 18 tornei (19 con le eventuali Finals), due in meno di quelli inizialmente previsti nella stagione appena conclusa dove il quasi trentaduenne di Manacor ha poi dato buca a Queen’s, Rotterdam e Basilea. Pochissime divagazioni rispetto ai quattro major e ai nove Masters 1000: gli unici extra per l’anno che verrà saranno rappresentati appunto da Brisbane, Acapulco, Barcellona, ancora Queen’s e Pechino. Non siamo alla programmazione freddamente scientifica di Federer, che ha lasciato intendere di poter saltare di nuovo tutta la campagna d’Europa su terra. Ma poco ci manca.

I PRIMI MESI – L’approccio all’inizio di stagione per il maiorchino sarà lo stesso del 2017, con l’obiettivo abbastanza vincolante di provare a ottenere i medesimi risultati. Non sembra facile, pensando a come l’abbiamo visto uscire dolorante e senza gloria dalle Finals di Londra. Il re del ranking ha infatti da difendere i punti degli Australian Open (dove ha perso all’ultimo atto nel primo memorabile Fedal stagionale), senza trascurare l’appuntamento successivo di Acapulco (anche lì ko in finale, a febbraio scorso). Nel mezzo, a inizio febbraio, un primo turno di Coppa Davis per il quale ha promesso la sua presenza al capitano Sergi Bruguera: la Spagna debutta in casa contro la Gran Bretagna. Poi Rafa si fermerà fino a Indian Wells.

NUOVA PROSPETTIVA? – Oltre all’interrogativo sulle condizioni nell’immediato, ne emerge un altro che non troverà risposta se non con il passare dei mesi. Dopo aver collezionato ogni genere di record su clay, Nadal potrebbe ridisegnare in corso d’opera il suo 2018 facendo risalire nella scala delle priorità Wimbledon. Ai Championships non riesce a superare gli ottavi dal 2011. Una svolta che verrebbe, anche in questo caso, gestita sacrificando qualche tappa lungo il cammino. Giusto o sbagliato che sia, è il prezzo da pagare per allungare il più possibile l’esistenza di una generazione di fenomeni.

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