WTA Madrid: Stephens vince la battaglia con Azarenka, Kvitova inizia bene

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WTA Madrid: Stephens vince la battaglia con Azarenka, Kvitova inizia bene

Al debutto con il nuovo allenatore Groeneveld, la statunitense la spunta al terzo dopo oltre due ore di battaglia. Petra, tre volte campionessa su questi campi, viene a capo di una Mladenovic in buona forma ma fallosa

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Sloane Stephens - Madrid 2019 (foto via Twitter, @WTA)
 

dal nostro inviato a Madrid

In una giornata che per il singolare femminile programmava otto incontri di secondo turno, i due più interessanti sono giustamente stati programmati sul Manolo Santana, nella parte centrale della sessione diurna.

DOPO DUE ORE, SLOANE – Attorno alle 14, sono così scese in campo Sloane Stephens e Viktoria Azarenka. L’atmosfera del Manolo Santana -quasi completamente vuoto, un migliaio scarso di spettatori ad occupare le tribune – e il caldo del primo pomeriggio hanno reso sonnacchioso lo scenario di una partita che invece, per quasi tutta la sua durata, è stata giocata su buoni livelli. Tre pari i precedenti (mai sulla terra), con gli ultimi tre (tutti nel 2018) vinti da Stephens. 

Entrambe sono accomunate dall’avere, quantomeno negli ultimi anni (Azarenka è stata finalista qui nel 2011 e nel 2012), un brutto record in questo torneo. Stephens partecipa al  Mutua Madrid Open dal 2011 e solo due volte è arrivata agli ottavi, la bielorussa nelle ultime quattro apparizioni non è mai arrivata ai quarti. La statunitense, alla prima partita con il nuovo coach olandese Steve Groeneveld, per quattro anni allenatore di Sharapova, è riuscita nel primo set a conservare i turni di battuta facilmente (solo una volta ai vantaggi). Azarenka, invece, ha difeso due palle break nel quinto gioco, annullate con coraggio dopo errori di misura che l’avevano messa in difficoltà. Una situazione che si è ripetuta nel decimo game, al momento di servire per rimanere nel set: un rovescio lungo le costa però il set e uno scatto d’ira che le fa rischiare di rompere la racchetta.

Sloane si muove bene e controlla con efficacia la pallina, come sa fare al meglio quando è in forma, Vika gioca con più potenza e rischia maggiormente, ma è troppo fallosa per un’avversaria di questo livello. Nel secondo set la trama non cambia, ma muta invece la precisione dei colpi, riuscendo a cambiare l’inerzia dell’incontro: il 6-2 con cui si chiude il secondo parziale è uno specchio fedele di quanto visto in campo. Il terzo e decisivo set torna in equilibrio: il punto di rottura avviene nel sesto gioco, nel quale Sloane con un dritto anomalo è riuscita a strappare la battuta all’avversaria. Azarenka si ritrova ad annullare con bravura un match point quando serve sul 2-5, ma due doppi falli e un dritto affossato in rete sul match point per Stephens, hanno dimostrato che, dopo due ore di grande spinta, non ne aveva ormai più. Non certo bocciata l’ex numero uno al mondo, promossa invece a pieni voti Sloane.

KVITOVA, NUOVE CONFERME – La partita tra Petra Kvitova e Kiki Mladenovic metteva di fronte due tenniste accomunate dall’avere un rapporto speciale col Mutua Madrid Open: la numero 2 del mondo è l’unica ad averlo vinto tre volte (2011,2013 e 2018); la francese due anni fa, raggiungendo la finale (persa in tre set contro Halep) approdò per la prima volta in top 10. Le due si erano affrontate sei volte, con Kiki vincitrice del solo primo confronto (datato 2013), ma mai si erano incontrate sulla terra battuta. La francese, 63 WTA, dopo un 2019 che l’ha vista cogliere solo due quarti di finale, è arrivata a questo match dopo tre vittorie (due nelle qualificazioni, una contro Strycova) senza perdere un set. 

Si è giocato con una cornice di pubblico leggermente meno desolante del precedente incontro e con un polline fluttuante nell’aria in dosi ancora più intense di quanto accaduto nei scorsi giorni. Dopo un break e un controbreak iniziali, Petra si è ritrovata, nel corso di un quinto gioco durato quattordici punti, ad annullare due palle break a una Mladenovic che si conferma molto in palla. Dopo il pericolo scampato, Kvitova ha deciso di ricordare un po’ a tutti di essere l’unica giocatrice ad avere vinto due tornei quest’anno. Una serie di cinque giochi a zero – da menzionare il bel dritto a uscire col quale, dopo 45 minuti, ha chiuso il primo set- l’ha portata sul 6-3 2-0 dando l’idea di chiudere una partita giocata bene da entrambe, ma destinata a finire in mano alla più forte. Nel momento più complicato, però, Mladenovic ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di mollare, tanto meno davanti al fidanzato Thiem, accorso nel suo box a sostenerla. Dando il via così alla parte più avvincente e spettacolare del match: Mladenovic è riuscita a rientrare in gara nel sesto gioco, portandosi sul 3-3. Si arriva, senza ulteriori scossoni, al tie-break, vero e proprio concentrato di emozioni, tra vincenti e harakiri da parte di entrambe.

Sul 3-3 del gioco decisivo Petra incappa nel settimo doppio fallo della sua partita, lanciando la francese, che appariva in stato di grazia e pronta a portare la partita al terzo. Kvitova non è a pero a caso numero 1 nella Race: è in grande fiducia e, con colpi spettacolari, riesce a ribaltare la situazione e guadagnare così sul 6-5 un match point. In quel frangente, il clamoroso doppio fallo di Mladenovic – crollata nel modo peggiore- ha chiuso dopo un’ora e 55 minuti una partita a tratti molto bella, capace di confermare lo stato di grazia di Petra e la voglia di tornare competitiva di Kiki. 

Risultati:

Y. Putintseva b. P. Parmentier 6-4 4-6 6-3
[8] S. Stephens b. V. Azarenka 6-4 2-6 6-2
[7] K. Bertens b. J. Ostapenko 6-4 6-3
[12] A. Sevastova b. M. Buzarnescu 6-3 6-4
[2] P. Kvitova b. [Q] K. Mladenovic 6-3 7-6(5)
V. Kuzmova B. c. Suarez Navarro 6-4 7-6(2)
B. Bencic b. [WC] S. Kuznetsova 7-6(4) 2-6 6-3
[9] A. Barty b. D. Collins 6-1 1-6 6-1

Il tabellone completo

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