Lorenzi: "Vincere battaglie così è uno dei motivi per cui gioco ancora a tennis"

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Lorenzi: “Vincere battaglie così è uno dei motivi per cui gioco ancora a tennis”

NEW YORK – Il 38enne dopo la grande rimonta ai danni di Svajda: “Quando il ranking era migliore avevo più fiducia nei miei mezzi. Vincere in una giornata no è motivo di gioia”

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Paolo Lorenzi - US Open 2019 (foto John Martin)
 

da New York, i nostri inviati

Terzo turno, ottavi, secondo turno, secondo turno: è questa la scansione dei risultati di Paolo Lorenzi allo US Open nelle ultime quattro stagioni, con l’ultimo risultato che può essere ancora migliorato. Si tratta dell’unico Slam nel quale il 38enne sia riuscito ad andare oltre il terzo turno, incontestabilmente quello in cui Paolo si esprime meglio. Quest’anno la fortuna l’ha proiettato nel tabellone principale a seguito del forfait di Anderson, e poi gli ha dato anche un’altra piccola spinta riservandogli il giovane Zachary Svajda al primo turno. Il diciassettenne statunitense, però, si è rivelato osso molto più duro del previsto e Lorenzi è stato costretto a completare la prima rimonta da uno svantaggio di due set della sua carriera.

Al termine dell’incontro durato oltre quattro ore, Lorenzi ha risposto ad alcune nostre domande.

Paolo, che impressione ti ha fatto questo avversario così giovane che potrebbe essere tuo figlio?
Una buona impressione, gioca davvero bene, ha molta facilità nell’eseguire i colpi e nonostante la palla non sia pesante è riuscito ad anticipare spesso le traiettorie costringendomi a rincorrere.

L’inizio non è stato facile, quali erano le tue sensazioni in campo?
Già, tutta la partita non è stata facile, sono stato troppo attendista e non son riuscito a leggere le sue traiettorie anche a causa di un po’ di vento che non mi faceva sentire bene la palla; aver ottenuto comunque la vittoria anche in una giornata no è stato motivo di gran gioia, vincere battaglie così è uno dei motivi per cui gioco ancora a tennis.

Quali credi siano i motivi per cui il ranking non è più quello di un paio di stagioni fa? Cosa credi sia cambiato?
Quando il ranking era migliore avevo più fiducia nei miei mezzi, riuscivo a spingere maggiormente mentre adesso in molte partite gioco con maggior timore e credo il ranking sia la naturale conseguenza del livello che sto esprimendo. Dopo un paio di mesi senza allenatori da un mese ho iniziato ad allenarmi assieme a Christian Brandi e con lui sento di star ricominciando ad esprimere il mio gioco. Sono più offensivo mi quando serve.

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