Si allunga la lista dei tennisti (o membri dello staff e familiari) che hanno appurato di essersi contagiati con il coronavirus, dopo le dieci persone che sarebbero venute a contatto con il virus a causa dell’Adria Tour – ultima in ordine cronologico Goran Ivanisevic, allenatore di Djokovic.

Questa volta si tratta di due tennisti che hanno partecipato allo Eastern European Championship organizzato da Janko Tipsarevic a Belgrado, presso la sua accademia (circa tre giorni fa il tennista serbo aveva confermato che sarebbe andato avanti con il torneo). Si tratta rispettivamente del bosniaco Tomislav Brkic e del croato Matej Sabanov, i quali sono scesi in campo l’ultima volta rispettivamente il 23 e il 24 giugno.

Per quanto riguarda Brkic, numero 106 di doppio e fuori dalla top 500 in singolare, ha dichiarato di essersi sentito stanco dopo l’ultimo incontro e di aver scelto di tornare a casa per riposarsi in vista dell’impegno di Perugia; avrebbe dovuto partecipare alla seconda tappa di Perugia del Mef Tennis Tour. Rientrato in Bosnia, gli è stato richiesto di sottoporsi al test all’ingresso ed è risultato positivo. Ora ha dichiarato di stare meglio e di avere solo un po’ di fastidio alla gola; Brkic gioca in doppio con Ante Pavic e quest’anno puntava all’ingresso in top 100 di specialità. Anche l’altro giocatore contagiato, Sabanov, è più doppista che singolarista e gioca con il fratello Ivan (i due sono considerati un po’ i Bryan croati, con le dovutissime proporzioni).

LA REAZIONE DI TIPSAREVIC – “Ho raccomandato a tutti i giocatori di sottoporsi al test, durante il torneo nessuno ha mostrato sintomi. La nostra idea è giocare a tennis in sicurezza e come organizzazione prendiamo tutte le misure necessarie ma non possiamo controllare tutti gli spostamenti, se qualcuno ad esempio va fuori città deve essere responsabile” ha detto Tipsarevic al giornalista Saša Ozmo, palesando nuovamente la sua intenzione di non fermare il torneo. “Alcuni giocatori si preoccupano della sicurezza al torneo, ma non si comportano responsabilmente fuori dal campo. Poi, se succede qualcosa, dicono che è colpa del torneo. Si tratta di una questione delicata“.