Indian Wells, Kyrgios se la prende col pubblico e attacca un giornalista: "Dopo una battaglia di 3 ore, mi chiedi di un lancio di racchetta..."

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Indian Wells, Kyrgios se la prende col pubblico e attacca un giornalista: “Dopo una battaglia di 3 ore, mi chiedi di un lancio di racchetta…”

Nick ha poi aggiunto: “Sono orgoglioso che quel ragazzino di 12 anni, che guardava Nadal vincere gli Slam sia diventato suo rivale”. “Preferisco arrabbiarmi quando perdo piuttosto che accettare passivamente la sconfitta”.

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Nick Kyrgios - Indian Wells 2022 (foto Twitter @bnpparibasopen)
 

Nick Kyrgios, dopo l’eccezionale prestazione contro Rafa Nadal nei quarti di finale del Masters 1000 di Indian Wells 2022, che l’ha visto uscire dal campo sconfitto ma a testa altissima dopo oltre due ore e quaranta di battaglia con lo score di 7-6(0) 5-7 6-4, si è presentato nella sala stampa dell’Indian Wells Tennis Garden per rispondere alle domande dei giornalisti presenti, durante la consueta conferenza post-match. L’australiano, come spesso accade, si è mostrato “disinvolto” tanto ai microfoni quanto in campo. Ecco le sue risposte: particolarmente infastidito, Nick, dalla prima domanda fatta dal cronista australiano Craig Gabriel riguardo al lancio di racchetta effettuato dopo la stretta di mano con Nadal che ha finito per sfiorare un raccattapalle.

D: Sei ovviamente un giocatore emotivo, ma sei consapevole di quanto sei arrivato vicino a colpire quel ragazzo con la tua racchetta? Dopo la partita hai qualcosa da dire al riguardo?

R: “Cosa vorresti che dicessi a riguardo? Ovviamente, era questa la mia intenzione? No. Ho lanciato la racchetta da qualche parte vicino a lui? È atterrata ad un metro dal mio piede e quasi lo ha colpito. Sono umano. Le cose accadono così. Ovviamente è stato un rimbalzo molto sfortunato. Penso che se l’avessi fatto un altro milione di volte non sarebbe andata così. E cosa vuoi che ti dica? Ero a tre metri di distanza dal bambino. Questa è la domanda che riesci a farmi dopo una battaglia di tre ore contro Nadal? Questo è ciò con cui vieni qui?”

D: Hai parlato in precedenza di questo tipo di partite contro giocatori come Nadal in uno stadio del genere. Parla di ciò che pensavi dell’ambiente di oggi.

R: “Pazzesco. Questo è ciò che sogni da bambino, giocare questi match contro Nadal, poter vivere l’ambiente che ne fa da cornice e tutto il resto che ne scaturisce. Non vedo altre partite in cui si possa trovare questo ambiente. Non appena è finito l’incontro, i social sono impazziti. Penso che la partita sia stata ancora una volta all’altezza delle aspettative, come le altre otto volte in cui ci eravamo affrontati. Ed è stata un’atmosfera straordinaria. Sapevo che la folla era ovviamente per lui; ogni volta che giochi contro Rafa, Roger [Federer, ndr] o Novak [Djokovic, ndr], la folla sarà fortemente a loro favore, lo so, e non chiederò mai loro di tifare per me. Mi piace interpretare questo tipo di ruolo, il cattivo, lo sfavorito. Ma ancora una volta, è stata un’atmosfera straordinaria. Non la darò mai per scontato. Rafa è un campione. Quindi, sai, penso che abbiamo un’enorme quantità di rispetto l’uno per l’altro. Quando ci siamo salutati a fine partita, ci siamo detti delle parole, che fanno capire come ci rispettiamo a vicenda e lui è un giocatore fenomenale, quindi per me è un grande orgoglio”.

D: Parli di atmosfera, ma hai avuto qualche problema con alcune persone diverse volte; che gridavano cose, che ti stavano facendo perdere le staffe, alla fine del primo set in particolare. Qual è il tuo pensiero sul livello del decoro tra la folla e quanto può influenzare i giocatori durante le partite; o far deragliare, a volte, le cose per te, considerando anche quello che è accaduto con Osaka?

R: “Beh, la mia situazione non era simile a quella di Osaka. Non mi aspettavo che la folla tifasse per me. Ad esempio, come ho già detto, so che quando affronti Rafa il 99% della folla supporterà lui. E non sto chiedendo alla folla di prendere le mie parti o gridare il mio nome o ancora impazzire per me quando sto vincendo o perdendo. Voglio solo che la gente sappia che devono rispettarci. Hanno comprato i biglietti per venire a vederci giocare, ma almeno non urlassero prima della prima di servizio o della seconda. Questo è tutto ciò che sto chiedendo. Agli Australian Open, prima che urlassero, Liam Broady stava servendo. Dissi al giudice di sedia, dì a quei ragazzi di stare zitti. Sapete cosa intendo. Persone tra la folla che urlano. E penso che questo succeda solo con questa generazione. Tutti sentono che la loro opinione è valida. Ad esempio, quando sei uno spettatore e guardi i professionisti giocare a tennis, dovresti solo stare zitto. Sapete a cosa mi riferisco. Tipo, non dirmi come giocare. Siediti al tuo posto e guardami giocare a tennis. Questo è tutto. Inoltre, pensano di avere una sorta di diritto ad urlare verso i giocatori, come hanno fatto con Osaka l’altra sera. Non capiscono che questo comportamento ci colpisce, siamo esseri umani. Non siamo una sorta di super uomo con un’armatura capace di prevedere che, a volte, un lancio della racchetta, può avvicinarsi a qualcuno e colpirlo. Non siamo perfetti. Ad esempio, non puoi urlare ripetutamente e aggressivamente. Siediti e goditi solamente lo spettacolo. Ci stiamo mettendo il massimo impegno, penso che la partita sia stata molto bella, di alto livello e  di conseguenza chiedevo solo un po’ di rispetto. Perché comunque sono lì fuori, nel caldo e sto lottando da tre ore per farli divertire. Sto giocando per loro, quindi non devono urlare tra la prima e la seconda di servizio”.

D: Abbiamo visto questo tipo di atteggiamento da parte del pubblico anche in NBA con LeBron James e Russell Westbrook

R: “Sì, lo vedi, accade anche in altri sport”.

D: Pensi che questa situazione stia peggiorando?

R: “Sta peggiorando perché con i social media, le persone pensano che siano all’improvviso delle celebrità; ma non è così. Hai un piccolo account di social media e diffondi negatività. È imbarazzante e puoi vedere come influisce sulle persone. Sta colpendo Westbrook, Osaka e altri sportivi. Mi ha colpito per anni e non va bene. Sono persone che odiano molto rapidamente e come puoi odiare qualcuno solo per aver cercato di essere diverso o semplicemente per essersi comportato in modo diverso. È ridicolo. Non voglio aggiungere altro. Torniamo alla partita, che è stata fantastica. Mi sono fatto prendere dalla foga del momento, ero a due punti dal primo set e mi sentivo come se avessi vinto quel set, stavo davvero giocando bene. Quindi, ovviamente, ero frustrato, ma sai, è stata una partita infernale”.

D: Hai menzionato le parole che vi siete detti con Rafa a fine partita e il rispetto che si è sviluppato tra voi due. Forse non è sempre stato così, negli anni passati. Quindi è importante per te ora avere questa relazione diversa con lui?

R: “Sì, di sicuro. Penso che il mio tipo di tennis sia sempre stato rispettato da Rafa e penso che, quando le persone mi conoscono davvero, mi sento come se avessero rispetto per come sono fuori dal campo, dove sono una persona completamente diversa. Mi sento come se ci rispettassimo a vicenda. In passato ho avuto un paio di commenti su Rafa e lui ne ha avuti un paio nei miei confronti. E, sai, per lo sport le rivalità sono sempre un bene. Detto questo la mia carriera è 1/40 di quello che ha fatto lui; e sono orgoglioso, da ragazzino che guardava questi giocatori vincere tornei del Grande Slam, e che si faceva firmare la palla quando aveva 12 anni da Rafa, Roger, Novak, Tsonga; di essere diventato un loro rivale. Mi sento come se stessi aiutando questo sport, sto creando più attenzione e tutti quelli che pensano che io sia un male per lo sport sono solo idioti”.

D: Pensi che influenzi l’esito della partita il fatto che tu a volte non sei concentrato su quello che stai facendo?

R: “Ma ero concentrato. Solo perché ho uno sfogo non significa che non sono concentrato. Se sto guardando un ragazzo giocare e vedo che lui si sta arrabbiando perché sta perdendo, dimostra solo che gli importa. Preferirei che qualcuno si arrabbiasse perché sta perdendo piuttosto che si limitasse ad accettare la sconfitta passivamente. L’hai mai pensata in questo modo?”.

D: Quanto hai intenzione di giocare nei prossimi due o tre mesi, specialmente quando il tour si sposterà sulla terra battuta?

R: “Prima di tutto sono grato per la wild-card a Miami. Ovviamente voglio continuare a mantenere questo slancio. Mi sento come se stessi giocando un buon tennis e sono in salute, quindi ne sto approfittando finché posso. Andrò a Miami, poi Houston e poi tornerò a casa, mi riposerò e probabilmente tornerò per la stagione sull’erba. Posso giocare anche sulla terra battuta, semplicemente non è qualcosa che apprezzo e non ho davvero alcun obiettivo relativamente alla stagione sulla terra battuta. Non mi piace molto giocarci, quindi probabilmente mi riposerò e mi preparerò per l’erba. Questo è quanto”.

D: Quando guardi un risultato come questo, penso che ci sia delusione da parte tua in una situazione del genere se non ottieni la vittoria. Ma analizzando il modo in cui hai giocato, quali aspetti positivi porti via da quello che hai fatto questa settimana e anche da questa partita, in cui sei stato molto vicino a vincerla?

R: “Beh, so che il mio livello è sempre lì. È solo che fa male perché so che nessuna partita che ho giocato prima di questa verrà presa in considerazione, ed è sempre stato così nella mia carriera. Ho giocato tre partite difficili davvero molto bene, buone prestazioni contro avversari di qualità; che hanno avuto un anno abbastanza buono. Ho battuto un ragazzo che aveva quasi 60 vittorie l’anno scorso (Ruud, ndr) e nessuno se lo ricorderà. E tutti ricorderanno solo quella volta in cui Kyrgios perse contro Rafa ad Indian Wells o la volta in cui lanciò la racchetta. Non è giusto, ma allo stesso tempo questo è quello che succede. La gente ricorda solo le grandi partite che gioco e va bene. So che sto rimanendo fedele a me stesso, so che sto facendo piccoli miglioramenti, mi sento sano, il mio corpo si sente bene e cercherò solo di continuare ad essere positivo e a migliorare. Questo è tutto ciò che posso fare. È tutto ciò che posso controllare”.

Il tabellone maschile completo di Indian Wells 20

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