Sinner, festa da n. 1 a Sesto. Ai ragazzi: “Se siete felici avete già vinto” (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
“Bentornato a casa, Jannik”. A modo suo, con stile sobrio che lo caratterizza, davanti alla gente di Sesto Pusteria, semplice e diretta come lui, Sinner è rientrato a casa da numero 1 del mondo. Al Municipio, davanti alle autorità locali, il Profeta dai capelli rossi che ha riscritto la storia del tennis italiano ha abbozzato il più spontaneo e timido sorriso di sempre, pur rimanendo talmente presente a se stesso da tenere lombrello al presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, durante la firma dellalbo per la cittadinanza onoraria del Comune di 1860 abitanti, replicando Indian Wells con una raccattapalle. E poi scherzando sulle sue competenze musicali e scolastiche sulle note della banda locale. […] Sinner è arrivato in carrozza, alle 14, con 300 persone che laspettavano festanti. Poche scene e tanta sostanza, esempio ideale di cui questItalia ha bisogno. Come ha precisato allo “Sport Sexten”, teatro delle sue prime sedute tennistiche, dove lo attendevano 450 giovanissimi aspiranti stregoni dei circoli dellAlto Adige: «Sono molto contento di essere qui, un posto dove sono nato e dove ho vissuto la mia gioventù con gli amici e la famiglia. Sono contento di vedere tantissimi ragazzi qui e di condividere questo giorno con loro». Regola numero 1: «Se uno è felice di quello che fa penso che abbia già vinto». […] Da numero 1 a numero 1, a Sinner sono arrivati i complimenti dei grandi, da Agassi («Credo non ci sia chi lo merita di più. Se luniverso avesse un torneo di tennis, la Terra sceglierebbe te») a Federer («Ti sentirai felice e molto orgoglioso per quello che stai facendo. LItalia è ai tuoi piedi, sei una bella persona e un grande giocatore, ti auguro il meglio») e Murray («So quanto sia difficile arrivare lassù, lo hai meritato assolutamente»). Per lui si sono spesi anche i miti, come John McEnroe («Sei un campione, un gran bravo ragazzo, un bene per questo sport. Benvenuto nel club»), Bjorn Borg («Tu sei il miglior tennista del pianeta») e Boris Becker («Benvenuto in questo club molto esclusivo, hai una lunga carriera davanti»). Intanto, sullerba, al rientro dopo 63 giorni Matteo Berrettini supera limportante test Safiullin a Stoccarda con leloquente 7-6 5-7 7-5 dopo quasi 3 ore e con l`aiuto di 27 ace.
“Fate cosa vi piace e avrete già vinto” (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Le emozioni di una giornata da eroe, in mezzo alla sua gente, dalla sua famiglia, nei luoghi in cui è cresciuto fino ai 13 anni, quando per inseguire il suo grande sogno ha fatto le valigie per trasferirsi a Bordighera. E ora che quel sogno è diventato realtà Jannik Sinner è tornato a Sesto Pusteria, da numero 1 del mondo, primo italiano nella storia a essere salito sul trono del tennis. Un bagno di folla e damore. Rientrato lunedì nel suo Alto Adige con un volo privato dopo aver ricevuto a Monte-Carlo il trofeo per chi sale sulla vetta del tour, il campione degli Australian Open ha dormito nella casa di famiglia con i genitori, protetta da un paio di carabinieri nel cortile antistante. In questo ultimo avamposto dItalia prima del confine austriaco è fissato per le 14 lappuntamento in municipio (Rathaus) con lo stemma comunale dipinto sul muro bianco, un camoscio nero sulla più alta delle tre Cime di Lavaredo bianche in campo azzurro, per la firma del libro doro, simbolo della città. Molto prima, però, comincia il pellegrinaggio di tifosi, troupe televisive e ovviamente gente del posto, sotto una pioggerella freddina, da primi di ottobre. Ad attendere il fuoriclasse che ha detronizzato Djokovic cè la banda in costume tradizionale ma soprattutto il sindaco Thomas Summerer e i rappresentanti delle istituzioni locali, a cominciare dal presidente della provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher. Che dice: «Siamo più che orgogliosi. Il successo di Jannik è arrivato in giovane età, ma il tema è il modo: sempre con un comportamento esemplare, sempre rispettoso, con fair play, educato. I genitori, la famiglia e il suo team devono essere orgogliosi. E tu devi essere orgoglioso di te». Accolto da unautentica ovazione nella piazzetta, Jannik firma e subito, distinto, afferra lombrello per proteggere le autorità (e Kompatsher dice che lo ricorderà sempre) mentre si adoperano a loro volta con la penna in mano, come aveva fatto in Usa. «Sono molto contento di essere qui. Tutta la mia infanzia è qua a Sesto. Di quando ero piccolo ricordo il tempo passato a giocare in paese con gli amici», le prime parole in tedesco (lingua in questo territorio). Quindi, alle 14.45, il nuovo n. 1 del mondo ha raggiunto la Tennishalle, dove il pubblico non ha accesso, per festeggiare con 500 allievi dei circoli dellAlta Pusteria, tutti vestiti con maglietta celebrativa: sulla schiena cè scritto “your hometown is proud of you” (í tuo paese natale è orgoglioso di te). «Mi rende felice poter aiutare questi giovani ragazzini che incontrerò dopo a cullare il sogno che ho avuto anchio, quello di diventare il numero uno del mondo». E la festa che si doveva fare allindomani del trionfo a Melbourne, rinviata perché Sesto era in lutto per Monika Stauder e i figli Matthaeus e Kassian, vittime di un tragico incidente stradale. Quattro mesi dopo, il paese ha ritrovato il sorriso per stringersi intorno al più titolato e carismatico dei suoi figli, a soli 22 anni un simbolo, un riferimento dentro e fuori dal campo. Lui ha portato la coppa di Norman Brookes, conquistata in Australia, e la federazione ha fatto arrivare per loccasione la Coppa Davis. Seduti in platea anche i genitori Siglinde e Haspeter, parenti, amici, i primi maestri di sci e tennis[…]. Risponde alle domande dei ragazzi (tutte rigorosamente in tedesco) e alla fine dedica una buona mezzora a foto ed autografi. Accontenta tutti, dal primo allultimo. L’ultima parola è per loro: «Connettermi con i ragazzi è la cosa più bella. Mi ricordo che cosa provavo quando ero piccolo e mi trovavo davanti qualche persona un pospeciale. Avete visto che sono un ragazzo normale come tutti voi. Sono contento di aver passato un po di tempo con voi: adesso vado, la mia carriera continua». Prossima fermata lerba di Halle, per preparare al meglio Wimbledon: «Devo convivere con la pressione e le aspettative, ma è giusto così. La carriera va avanti e gli obiettivi non si fermano mai. L’anno scorso con la semifinale di Wimbledon ho imparato che posso giocare bene, questanno partiamo molto in alto con lAtp 500 di Halle. Speriamo di iniziare bene la stagione sullerba, sarà molto importante». Con un messaggio forte per tutti: «Credo che se scegliete una cosa e siete felici di farla, avete già vinto».
Battaglia sull’erba, il Martello è tornato (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Campane a Martello. Non giocava da 63 giorni, The Hammer Berrettini, dalleliminazione al primo turno di Montecarlo contro Kecmanovic dopo aver vinto, appena 48 ore prima, il torneo di Marrakech, la resurrezione dagli abissi. Poi, una tonsillite molto debilitante lo aveva costretto a rinunciare a tutto il resto della stagione sulla terra europea, allungando nuove ombre sul presente agonistico. Per Matteo, però, lerba ha sempre un potere balsamico e salvifico: ci ha vinto quattro tornei su otto in carriera, tra cui due a Stoccarda (nel 2019 e nel 2022). E proprio lì, in una delle capitali mondiali dei motori, Berretto ha di nuovo acceso il suo: primo turno vincente contro il russo Safiullin, 43 del mondo, che un anno fa sui prati di Wimbledon si spinse fino ai quarti, perdendo con Sinner ma strappandogli un set. Una battaglia feroce durata due ore e 55 minuti, di cui Matteo viene a capo innanzitutto con la sua arma letale, il servizio, capace di omaggiarlo di ben 27 ace, record personale in carriera in match due set su tre e poi, quando la resistenza fisica si affievolisce, con il cuore, il coraggio e la tenacia di un campione che nel 2021, dunque non nella notte dei tempi, in finale nel tempio dei Championships londinesi mise alle corde Sua Maestà Djokovic prima di arrendersi. Insomma, quando incontra il verde, Berrettini parla sempre la lingua del padrone: «Non avevo più energie dopo due mesi che non giocavo e sono molto orgoglioso del modo in cui ho combattuto per tutto il match. Ma non giocando da così tanto tempo non mi aspettavo nulla di diverso. Rimanere li, essere concentrato, divertirmi: ancor più che essere tornato, stavolta sono contento di aver vinto. Il fisioterapista ha lavorato per consentirmi di scendere in campo nella miglior forma possibile. Ho trovato tanto supporto a Stoccarda: tutti che mi fermavano, che mi sorridevano, tutto molto bello. Già quando ho vinto qui la prima volta nel 2019 il pubblico tifava per me. La prima è andata, ora la seconda». Cioè l`ottavo di domani contro Shapovalov, il canadese nobile decaduto (è 117 Atp) che ha avuto una wild card dagli organizzatori e si è imposto in entrambi i precedenti contro l’italiano. […]