Sfide nella storia

Trent’anni fa il miracolo di Panatta

tratto dal libro di Ubaldo Scanagatta: “Roma 40 anni di tennis open, Il racconto di tutte le finali” di cui sono rimaste pochissime copie ma di cui potete richiedere l’invio, scrivendo a ubaldoscanagatta@yahoo.it

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L’impresa di Adriano Panatta vieni qui ricordata nelle sue tappe verso il trionfo finale, attraverso piccoli stralci di articoli scritti in quei giorni da Ubaldo Scanagatta (N.B. Minor spazio è stato qui volutamente dedicato alle vittorie su Warwick e su Vilas perché già rivissute nei due libri pubblicati negli ultimi due anni, “Roma 61 anni di sfide e grandi duelli” e “Roma 75 anni dopo…”).

 

25 maggio

Panatta miracolato

Rimonta l’aussie Warwick da 1-5 nel terzo set

gli annulla 10 matchpoints su 11 sul suo servizio

 

Se Roma è la Citta Santa e del suo patrono, San Pietro, il Foro Italico e Panatta godono certamente della protezione di Sant’Adriano…E’ stato undici volte sull’orlo del precipizio…Warwick ha avuto 11 matchpoints, dieci dei quali addirittura sul suo servizio. Una settimana fa Warwick aveva battuto Jan Kodes ad Amburgo. Il “Centrale” deve essergli apparso più lento d’una palude. Ecco perché il servizio non poteva esser decisivo. Credo che perdere un incontro con dieci mathcpoints sul proprio servizio sia un record mondiale…Panatta ha meritato il successo finale perché dopo aver perso malamente il primo set per un break patito sul 2-3, e dopo aver approfittato dell’aiuto involontario (?) d’un giudice di linea nel primo game del secondo, ha giocato da campione tutti gli undici matchpoint che ha dovuto affrontare. Sempre all’attacco…Sul 5-2 40-15 i primi matchpoint: volee vincente di Panatta, dritto passante sotterrato dal tennista “aussie”. Altri tre: Adriano attacca, costringendo Warwick a tre passanti improbabili…Il Foro si infuoca. Sul 5-4 40-0, però, altre tre palle-partita consecutive, la fine appare ineluttabile. Il pubblico si incattivisce, fischia l’incolpevole Kim per un altro passante ciccato, poi un net di risposta aiuta Panatta proprio quando l’australiano era riuscito a mettere il naso sulla rete. L’ottavo e il nono matchpoint sono due clinch, due corpo a corpo. Si tirano addosso pallate da un metro. Tuffi, rincorse, mezzi miracoli, Panatta si salva ancora producendosi addirittura in un numero d’alta acrobazia sul nono matchpoint. Non ce ne saranno altri _ salvo uno per lui sul 6-5 _ fino al tiebreak. L’australiano scappa sul 6-4, matchpoint n.10 e n.11. Adriano annulla il primo seguendo la risposta a rete, il secondo con il proprio servizio seguito da uno smash vincente. Il Foro Italico quasi viene giù…Poco dopo Adriano sorprenderà tutti: “Non ho mai pensato di perdere!. I punti li ho fatti tutti io”.,

Panatta b.Warwick 3-6,6-4,7-6(8-6).

 

 

26 maggio

Panatta stenta

con Zugarelli

Un tempo era un onore giocare sul “centrale”. Ora non ci vorrebbe più giocare nessuno. L’anno scorso Panatta, specializzatosi nel perdere al primo turno al Foro, aveva chiesto di giocare “dovunque ma non sul Centrale”. Ed era stato accontentato. Allora era superstizione, scaramanzia. Oggi il problema è un altro: il fondo del centrale è in giocabile. “Quando cominci a scivolare _ dice Panatta subito dopo aver battuto a fatica Zugarelli _ non sai più come fermarti. Se ti prendono in contropiede sei finito…non è più tennis. Poi c’è il pubblico che non è dei più corretti, che ti fischia quando sbagli grossolanamente senza rendersi conto che magari non è colpa tua ma della superficie, gente che contesta ogni volta che la palla va vicino alla riga. Questo è il motivo per cui molti giocatori, pur entusiasti di Roma e dell’Italia, non giocano volentieri al Foro e vanno altrove…”. Chissà che non abbia voglia di andare altrove anche Tonino Zugarelli: sul quattro pari nel tiebreak che ha deciso il primo set l’errore di un giudice di linea gli è costato un punto importantissimo. Dopo quello non si è più ripreso. Chissà che “Zuga”, che contro Panatta che aveva la maggior parte del pubblico dalla sua, non abbia pensato mentre scuoteva la testa di essere uno straniero anche lui. Uno straniero in patria. Perfino per qualche dirigente e qualche tecnico della nostra federtennis.

Panatta b.Zugarelli 7-6,6-3.

 

 

27 maggio

Panatta domina Franulovic

Barazzutti Mc Nair

Per trovare due italiani nei quarti si deve risalire al 1967. Quell’anno furono il solito Nicola Pietrangeli e Giorgino Bologna…di fronte al quale però al primo turno aveva dato forfait John Newcombe. Troppo fragile, troppo leggero per Panatta il tennis di Franulovic, mai più completamente ripresosi dopo l’infortunio alla spalla, troppo irregolare e discontinuo il doppista McNair per “formichina” Barazzutti (6-1,6-4). I due azzurri hanno vinto con lo stesso punteggio, ma a set rovesciati.

Sopravvissuti con coraggio e buona sorte ai turni precedenti _ non solo Panatta con Warwick, ma anche “Barazza” che era indietro 5-2 al terzo con Kirmayr _ Panatta e Barazzutti sono così approdati ai quarti, ma resta molto ma molto improbabile però che i nostri eroi contemporanei riescano ad imitare Gardini e Merlo nel ’55 e Pietrangeli (ancora lui) e Merlo nel ’57, protagonisti delle sole due finali tutte italiane nella storia degli Internazionali.

Già i “quarti” oggi si preannunciano durissimi. Soprattutto per Barazzutti che gioca contro pronostico e contro il grande favorito del torneo, Guillermo Vilas che ieri avrà sbagliato sì e no cinque palle in tutto contro Gerulaitis (6-1,6-1). Panatta invece sembra avere più chances contro Solomon, se sarà in vena a rete e con la smorzata, perché Adriano teme maggiormente che lo attacca sul rovescio piuttosto che chi palleggi da fondocampo.

Panatta b.Franulovic 6-4,6-1.

 

 

28 maggio

Solomon si ritira per protesta

In vantaggio contesta un punto

Panatta è passato in semifinale

La colpa di quanto successo oggi _ il clamoroso ritiro dell’americano Solomon per una palla contestata quando era avanti 5-4 nel terzo set _ è della pessima fama che i nostri arbitraggi (e giudici di linea) ci hanno procurato una ventina d’anni fa, dai tempi di Gardini in poi.

Perfino Adriano Panatta, negli anni, se n’è fatto un complesso. Così, per non sentirsi dire dai giocatori stranieri e dal suo rivale di ieri, che lui si approfittava della parzialità di giudici troppo casalinghi, ieri Panatta aveva preso la decisione che gli pareva più giusta. “Mettiamoci d’accordo fra noi _ ha detto a Solomon subito dopo un errore sul 3-1 nel primo set _ non voglio vincere senza merito”. Sulle prime Solomon ha replicato: “Meglio non fare così, se il match si arroventasse diventerebbe difficile per noi giudicare…”, poi però ha finito per accettare e si è preso quel punto. Dopo di che i giudici si sono sbagliati altre cinque volte, nemmeno tante in due ore e un quarto. Quattro volte Panatta ha restituito il punto _ e certo erano errori involontari, chè i giudici ormai si erano resi dell’accordo raggiunto dai due avversari _ e una l’ha fatto Solomon.

Ma l’accordo aveva dimenticato una clausola: che fare quando uno soltanto dei giocatori si accorgeva di un errore? L’altro doveva fidarsi o no? Il “patatrac” è successo proprio per quel caso. Solomon aveva rimontato da 0-4 nel terzo set, infilando cinque games di fila. Serviva l’americano sullo 0-15 e un lob di Panatta cadeva nei pressi della riga. Solomon si è quasi fermato, persuaso che fosse fuori. Ma, non sentendo gridare l’out dal giudice di linea, con uno scatto tardivo ha cercato di buttar di là un dritto, invano. Pino Cosimo, il giudice di linea, non aveva dubbi: il lob era buono. E il pubblico, manco a dirlo, l’aveva vista come lui. Chi scrive ha chiesto lumi ad almeno 30 persone che reputa oneste, incluso John Newcombe. A tutte questa palla era parsa più buona che fuori. Panatta non sapeva come comportarsi. Dalla sua posizione non poteva avere certezze. Solomon lo invitava ripetutamente ad andare dalla sua parte, per vedere il segno, ma l’arbitro glielo impediva. “Due giudici ed io l’abbiamo vista buona e basta così”. Panatta restava così dalla sua parte, l’arbitro dichiarava il punteggio, 0-30, ma Solomon rifiutava di riprendere a giocare, piovevano fischi e insulti. Per otto volte il giudice arbitro Nistri invitava Solomon a riprendere il gioco finchè esclamava un “Basta, o giochi o te ne vai” e il piccolo americano, sempre più furibondo, a quel punto prendeva le racchette sottobraccio e, non senza aver mandato tutti a quel paese, usciva fra gli ululati di un pubblico imbelvito.

“Solomon si è comportato male con il pubblico e ancor più con me” avrebbe detto poi Panatta. Peccato, era stato un match bellissimo. Adriano aveva giocato un primo set davvero splendido. Nel secondo “Solly”, con i suoi colpi stretti ed incrociati da fondo aveva costretto Panatta a correre da un angolo all’altro del Centrale. Una fatica che si sarebbe fatta sentire, pesantemente, quando ha perso cinque games di fila nel terzo set, vanificando il vantaggio di 4-0. Adriano sembrava destinato a sconfitta sicura, quando è successo quanto raccontato. Insomma è un Panatta miracolato già due volte, con Warwick e con Solomon. E oggi ha Newcombe che, micidiale al servizio, ha messo k.o. Jan Kodes.

Panatta b.Solomon 6-2,5-7,4-5,30-0.

 

 

29 maggio

Panatta entusiasma

Newcombe travolto

Dodici anni fa era giudice di linea alla finale vinta da Lundquist su Stolle. Dieci anni spettatore all’ultima finale giocata da un italiano, Nicola Pietrangeli sconfitto da Tony Roche. Oggi ha battuto l’amico e il partner più fedele di Roche, il grande John Newcombe, tre volte campione a Wimbledon. Non gli ha ceduto nemmeno un set, soltanto sul 5-4 del terzo set gli ha concesso l’unica palla-break.

Questo fenomeno ha un nome: Adriano Panatta… Oggi, sebbene certo provato dalla maratona con Solomon, Adriano “core de Roma” ha indovinato una di quelle giornate in cui diventa irresistibile. Gli riusciva tutto. La folla, strabocchevole, se l’è goduto alla grande.

“Ero sorpreso anch’io di come riuscivo a gestire il match con così tanta tranquillità, Eppure stanotte, ripensando alla famosa palla contestata da Solomon, non avevo chiuso occhio. Stamani avevo le gambe molli…Temevo un match lungo…La chiave tattica è stata nel servizio: non ho cercato gli aces, come faccio di solito. Contro Newcombe era più importante servire al 70% per cento e mettere dentro un’alta percentuale di “prime” per impedirgli di prendere l’iniziativa. E mi sono subito accorto che potevo tenere il servizio senza problemi”. Il match è stato più combattuto di quanto dica il punteggio. Panatta ha giocato benissimo anche con il passante di rovescio, solitamente il suo punto debole. Ma Newcombe, dopo la doppia operazione al ginocchio dell’anno scorso, non è più quello di prima…

Panatta b.Newcombe 6-2,6-4,6-4

 

 

30 maggio

Spendido Panatta trionfa a Roma

Il fuoriclasse Vilas k.o. in quattro set

 

Adriano Panatta ha finalmente realizzato il sogno della sua vita. Essere portato in trionfo, in pieno Foro Italico, da 8.000 fans entusiasti che scandivano il suo nome. Poco prima della fine del match, quando Panatta aveva appena annullato tre setpoint consecutivi per sfuggire al quinto set, un coro d’ispirazione ed intonazione calcistica “Aaa-driaa-noo, Aaa-driaa-noo” si era levato dagli spalti…

Si affastellano i ricordi dell’ultima vittoria di un italiano _ Nicola Pietrangeli nel ’61 quando battè il grande Rod Laver _ ma anche della sconfitta l’anno scorso in Coppa Davis a Parigi quando proprio Panatta (battuto sia da Jauffret sia Dominguez) sembrava un campione mancato. Poi gli incredibili 11 matchpoints salvati da Adriano con Warwick, il clamoroso abbandono di Solomon…ma anche l’esaltante dimostrazione di superiorità di Panatta su Newcombe, infine questa strepitosa finale vinta oggi sull’indomabile Vilas dopo 3 ore e 40 minuti di lotta avvincente.

Panatta ha perso il primo set perché “non era entrato in partita”. Primo game subito un break. “Era solo un po’ d’emozione”. Poi l’idolo di casa è diventato più aggressivo appena perso il primo set, quasi avesse subito una scossa. Vilas, sceso a rete appena nove volte, avrebbe dovuto attaccare di più. Invece si accontentava di mantenere l’iniziativa del palleggio.

Nel secondo set Panatta ha avuto un setpoint sul 5-4, con Vilas al servizio, ma un magnifico lob liftato di dritto dell’argentino lo lasciava di sasso…Nel tiebreak Panatta rimontava da 3-5 e sul 6 a 5 trasformava il setpoint con un paio di tuffi da grande portiere e una volee finale di dritto che mandava in delirio tutto il Foro Italico. Terzo set…Panatta sale 5-1, è inarrestabile. Nel quarto set…spreca tante occasioni, deu pallebreak nel primo game, tre nel terzo, una all’undicesimo. Ma sul 6-5 per Vilas Panatta è sotto 0-40, tre setpoints consecutivi. Annullati. Il Foro è una bolgia. Tiebreak finale. Panatta conquista i primi tre punti, vola verso il 7-1. Pandemonio.

“Qui c’erano sette dei più forti tennisti del mondo…ho battuto grandi nomi, Vilas è un grosso campione…” Un campione anche di fair-play: “Contro un Panatta come quello di oggi c’era davvero poco da fare, per me e probabilmente per chiunque altro”.

Panatta b.Vilas 2-6,7-6,6-2,7-6

Ubaldo Scanagatta

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