Rivelazioni

"Capellone? Era una parrucca!"

In un'altra confessione Agassi rivela che i suoi capelli biondi erano finti. Ci ha presi tutti in giro. Vittima o carnefice? Scanagatta

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Mi fa un po' pena e anche un po' rabbia. E così dopo aver ammesso di essersi drogato pesantemente Andre Agassi confessa oggi, con un crescendo rossiniano dettato dall’astuta programmazione del suo editore, di averci preso tutti in giro, di essere sempre stato calvo, di aver sempre avuto il parrucchino, bloccato da 20 fermagli. Altro che kid punk di Las Vegas con i ciuffi verdi, rossi, azzurri a seconda delle stagioni.
Avrà anche le sue buone ragioni per questo suo outing, Andre. A voler essere benevoli posso anche immaginare uno scopo che prescinda dalla volontà di aumentare vendite e percentuali connesse di “Open”. Supportati,nella benevolenza, anche dal fatto che Andre non sembra poter avere bisogno di soldi. Anche ad averne spesi tanti, e sperperati di più. In carriera ha guadagnato 31 milioni di dollari di premi, circa 180 milioni di dollari fra sponsor e ingaggi, e ha sposato una certa Graf che i suoi 100 milioni di dollari li ha guadagnati di sicuro anche lei. Insomma, il loro tenore di vita sarà stato anche esagerato, i loro affari non saranno andati sempre bene _ anzi _ la famosa generosità del kid che regalava Porsche e Land Rover a Gil Reyes, Perry Rogers (a proposito: come mai nel libro verità sembra non si parli quasi affatto di questo suo grande amico, secondo alcuni molto più d’un fratello, poi manager…poi litigato e sparito).
Avrà voluto affrancarsi dal suo passato, nascere a nuova vita, una vera catarsi, Andre. Avrà, come dice nel video che qui potete aprire (in basso a destra), voluto trasmettere le sue sofferenze, le sue fragilità, per far capire ai giovani, al mondo, che bisognerebbe reagire in modo diverso da quello che messo in atto da lui stesso. Un messaggio al mondo, insoma.
Però, diciamo la verità, sarà stato lui una delle tante vittime dello sport snaturato e snaturante di queti tempi, certo vittima del padre violento e ossessivo _”Meglio colpire 4.000 palline in due ore che 2.000 in quattro ore, ottimizza, ottimizza” gli gridava Mike dopo avergli appeso le palline sulla culla perché lui imparasse a farsi il colpo d’occhio colpendole (ma tutte ‘ste storie non saranno balle dei suoi uomini di marketing?) _ avrà scontato le difficoltà d’essere cresciuto in mezzo a una famiglia di semianalfabeti e di una città tutta flash, casinò e slot-machines, sarà poi stato anche vittima sofferente delle pressioni che gli avrà messo addosso anche uno stakanovista come Bollettieri a Bradenton…e poi anche del fratello Phil che portava il parrucchino anche lui ed era un pessimo soggetto (ma uno che, come tutti quelli attorno a lui, si erano resi conto di avere a che fare con una gallina dalle uova d’oro….perchè il talento, il senso straordinario dell’anticipo quelli c’erano eccome se c’erano) , infine dai suoi agenti _ buoni quelli! _ che fra IMG e Nike gli misero in bocca lo slogan “Image is everything” che il biondo capellone Andre avrebbe poi ripudiato…e lui che si comprava una Ferrari dopo l’altra, che regalava macchina a destra e manca…
Ok tutto vero, anzi tutto falso, ma…insomma Andre ci ha letteralmente preso per il …sellino proprio tutti. Appassionati, tifosi, le teen-agers che impazzivano per lui che per ripararsi dai loro assalti doveva girare attorniato da nugoli di body-guards. Presi in giro i media, ma anche gli avversari. Probabilmente anche Brooke Shields, personaggio finto la sua parte con tutte quelle storie prematrimoniali sulla sua presunta verginità sbandierata ai quattro venti (e poi smentita anni dopo: anche lei “usata” dai suoi agenti”. Spero per lei che Andre non abbia preso in giro allo stesso modo anche Steffi Graf…che di traversie per via del padre fedifrago, e dubbi di ogni genere, perfino sulla sessualità come ad un certo punto capitò anche ad Andre, ne ha vissute non poche pure lei.
Ma lui, ripeto, ha mentito dall’inizio alla fine, e non solo all’Atp che lo ha _ ingiustamente _ graziato, sia pure attraverso il solito paravento dei giudici cosiddetti indipendenti (e impresentabili). Vorrei conoscerli questi giudici. Ne conosco altri, di questi giudici indipendenti nominati in ambiti sportivi (e spesso indirizzati dal volere politico di chi li aveva fatti nominare)…e senza fare di ogni erba un fascio, beh, ne abbiamo scoperte fin troppe, purtroppo. Lasciamo perdere.
Ma anche ora che Andre ha deciso di perdere ogni credibilità per quanto riguarda il suo passato _ io non riesco ad immaginare cosa penseranno i suoi figli quando leggeranno “Open” e saranno in grado di capire _ anche quella vocina un po’ melliflua, un po’ troppo da attore, con la quale ci spiega nel video a fianco perché mai abbia scritto questo libro, mi convince poco. Sarà che a furia di gridare “al lupo al lupo” la gente poi non ti crede più, ma la diffidenza pubblica se l’è cercata lui ingannando tutto e tutti per oltre 30 anni, se non proprio tutti i 39.
Ieri quando l’agenzia Italpress ha battuto questa notizia che qui riporto per intero cominciando dal titolo “«Indossavo il parrucchino»La folta criniera era falsa: l'aveva fissata con 20 fermagli. «A Parigi ho temuto volasse via»” e proseguendo con il racconto: André Agassi indossava già dall'età di vent'anni un parrucchino: la folta e selvaggia criniera che l'ha reso famoso e per la quale milioni di ragazzine si sono innamorate di lui, era falsa, ha ammesso ora l'ex campione di tennis. Il voluminoso toupet era fissato con 20 fermagli per i capelli. Altra ammissione choc per il vincitore di otto titoli dello Slam: qualche giorni fa abbiamo saputo dalla sua nuova autobiografia che ha fatto uso di metanfetamine nel 1997, quando la sua carriera stava naufragando. Agassi, oggi 39 anni e orgoglioso «sexy-macho-pelato» ora svela: «Ogni giorno, trovo una parte ulteriore della mia identità sul cuscino, nel lavandino, nello scarico. Mi chiedo: vuoi indossare un toupet? Sul campo da tennis? Rispondo: cos'altro mi rimane da fare?»….beh sono rimasto incredulo. Anzi per la verità non ci ho proprio creduto.
E ho continuato a non crederci neppure quando l’ho vista ripresa dal Corriere della Sera, dalla Gazzetta dello Sport. Una notizia che rimbalza dalla Germania? Da anticipazioni della Bild, giornale spesso scandalistico?
La notizia prende via via sempre più corpo. Si arricchisce di altri continui, nuovi particolari. A cominciare dal racconto di Andre sull’immediata vigilia della finale del Roland Garros 1990, quella giocata ignobilmente e persa da superfavorito con il mancino ecuadoriano Andres Gomez, già trentenne 6-3,2-6,,6-4,6-4: “Ho in mano, di colpo, una ciocca di capelli! Probabilmente ho fatto un lavaggio sbagliato” scrive Andre con il tramite della penna sapiente del premio Pulitzer, J.R Moehringer: “La parrucca si stava dissolvendo”. A quel punto è l’orribile fratello Philly ad arrivare in suo soccorso. Lo aiuta a fissare il parrucchino con ben venti fermacapelli. Agassi teme che la parrucca gli voli via e finisca sulla sabbia del Centre Court durante il match più importante. Scrive Agassi: «Immagino milioni di persone davanti alla tv spalancare gli occhi e domandarsi sconcertati e in tutte le lingue: ‘Non credo ai miei occhi; ma ad Andrè Agassi gli sono caduti i capelli dalla testa?”
La sconfitta arriva, con quelle premesse come poteva giocare tranquillo, ma il parrucchino, perlomeno, ha tenuto.
Se sulle prime questi racconti mi paiono poco verosimili, così come la loro provenienza _ perché la Germania per un libro che il 9 novembre esce in America? _
contatto amici e colleghi, in Germania, in America, Chi mi fa osservare: “Per la Germania il libro è importante: la signora Agassi…è tedesca. In Germania il libro può anche uscire dopo, ma qualcuno dovrà pur tradurlo per tempo?” Chi mi ricorda il bell’articolo di Curry Kirkpatrick di Sports Illustrated, con le foto di Brooke Shields immortalata mentre taglia, nel 1994, i capelli del suo amore capelluto. Lo ricordo benissimo. Ce l’ho fra i miei ritagli. Allora veniva data e descritta a lungo una versione. Oggi su “Open” ne racconta tutta un’altra. Ovviamente: “Via l’amata coda di cavallo, il toupet. Rasati a zero, punto e basta” le dice Brooke, probabilmente stufa di dover partecipare a quella commedia giorno dopo giorno. “Il tutto dura poco meno di 11 minuti. Appena finito ho toccato la mia testa pelata, mi sono guardato allo specchio e ha riso. Davanti a me c'era una persona estranea. Il mio toupet era come una catena e i miei ridicoli capelli lunghi - tinti di tre colori diversi - come una palla al piede”.
Mah, il ribelle kid di Las Vegas, liberatosi di quella sua costruita immagine di punk rokkettaro avrebbe potuto cominciare quel giorno una nuova vita. Invece macchè, di male in peggio. La crisi con Brooke _ vi immaginate cosa deve essere stata la vita-commedia di quei due? _ il divorzio, il tennis che va a rotoli. L’incontro con la droga che Andre ci ha rivelato in questi giorni.
Altre rivelazioni, da qui al 9 novembre, salteranno fuori. Le 500.000 copie di rpima tiratura non basteranno. Pare che Andre parli malissimo di Sampras. E non si fermi lì.
Beh, ieri nel mio blog ho scritto che Andre aveva pugnalato alle spalle il tennis _ e c'è chi mi ha rimproverato per questo titolo...definendolo sensazionalistico! _ e  non solo l’Atp (che meritava d’esser pugnalata per aver usato due pesi e due misure in troppe occasioni, giudici o non giudici indipendenti: sono pienamente d’accordo con Nadal, con Federer…e guai a loro se un giorno dovessi scoprire che pure loro m’hanno ingannato). Con questi racconti lui si sarà forse liberato la coscienza di un macigno enorme. E se sta meglio sono contento per lui. Ma queste rivelazioni postume d’un campione che dice di odiare il tennis dopo averlo giocato fino a 36 anni ed essere tornato a giocarlo a 39 fra i senior, senza nulla togliere allo splendido tennis che ha saputo inventare ed offrire con quello straordinario senso dell’anticipo, alle imprese sportive che lo hanno visto fantastico protagonista di alcuni dei migliori match che io abbia mai visto (come quello dei 4 tiebreak all’US open 2001 nei quarti, 6-7,7-6,7-6,76), mi lasciano con un sapore amaro in bocca.
Certo Agassi ha fatto anche tante cose buone e non vanno dimenticate, a cominciare dalla sua Fondazione per i bambini indigenti di Las Vegas per i quali, oltre a dargli una scuola, ha raccolto anche 80 milioni di dollari (detraibili dalle tasse come il regime fiscale USA consente, ma per Bacco…ce ne fossero di più di questi benefattori), però ora più che mai mi tornerà alla mente quanto disse all’inizio degli anni Novanta Ivan Lendl con quell’aria da Buster Keaton che non rideva mai: “Scusate, ma se voi aveste un figlio…preferireste avere uno che assomigli a Pete Sampras o a uno che assomigli a Andre Agassi?”.
Ecco, in quegli anni quasi tutti avrebbero detto Sampras. Poi però Agassi aveva fatto ricredere molti. Ma ora mi sa proprio che …Lendl avesse la vista lunga. Io non sono d’accordo con chi ringrazia Agassi per averci rivelato chi è. Ce lo poteva dire prima. E senza bisogno di un libro…lanciato worldwide da agenti molto simili a quelli che un tempo gli avevano fatto dire “Image is everything”.

Piuttosto questa storia, piuttosto triste invero, impone una seria riflessione sullo sport e i suoi miti (peraltro non nuova nè originale): lo sport era bello e sano (mens sana in corpore sano) fintanto che non era professionistico, con tutti questi soldi che abbagliando genitori e figli, con la complicità dei media che li esaltano, le tivù che ce li portano in salotto, i manager pronti a sfruttare all'estremo i loro "prodotti" infischiandosene della loro umanità. Ci sono ancora sportivi che non si fanno travolgere, ma sempre meno. E sempre meno fra i campioni. Che pure troppo spesso vengono additati ad esempio, presentati come superuomini. E sono invece di una fragilità mostruosa. Secondo me anche l'uscita di questo libro, nel quale Andre non sembra limitarsi a sputare su stesso ma sputa anche nel piatto in cui ha mangiato per anni, e anche su alcuni che hanno vissuto al suo fianco, dimostra che quella fragilità, e forse anche quell'egocentrismo esaperato, da divo che prima lo era per un motivo ed ora vorrebbe diventarlo per un altro, c'è ancora tutto.   

POST SCRIPTUM : a proposito di personaggi sospetti, molto sospetti, guardate nell'articolo di Marco Sicolo, La miglior amica di Andy...e ne vedrete delle belle.


 

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