Atp Finals

Murray vince, ma che fatica

Verdasco rimonta un set e costringe Andy al tiebreak del terzo. 64 67 76 il punteggio per lo scozzese che ha sfruttato solo una palla break su 13. da Londra, Sara Cecamore

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Londra non vuole proprio parlarlo lo spagnolo. La Spagna portava a questa prima edizione delle ATP Finals ben due giocatori, Nadal e Verdasco, ma nessuno dei due è riuscito a vincere una partita. Certo, Nadal potrà giocarsi l’orgoglio ancora nell’ultimo match di girone contro Djokovic ma per Verdasco quest’oggi era l’ultimo treno (Federer e Del Potro permettendo). Ma troppo veloce per il madrileno.

Il timore, prima della partita, era che Fernando non provasse nemmeno a prenderlo avendo l’impegno importante della Coppa Davis il prossimo fine settimana. Ma calate le luci, game on, lo spagnolo ha dato filo da torcere al beniamino di casa, che -come dice Tommasi - “è inglese se vince, è scozzese se perde”.

Il suo ingresso in campo infatti non viene accolto con il tripudio che ti aspetteresti. Colpa delle luci, probabilmente, che non certo aiutano a rimanere svegli e che rischiano di creare un’atmosfera soporifera se ti ritrovi ad assistere ad un match non proprio avvincente. L’effetto “teatro” voluto dagli organizzatori è come se tenesse il pubblico fuori da quello che succede in campo.

E l’inizio della partita non certo aiuta a creare un’atmosfera elettrizzante. Partono entrambi molto fallosi, Murray che già dalla prima risposta è in braccio al giudice di linea. é Verdasco però a soffrire subito in apertura nel primo game, che riesce a portare a casa solo dopo 14 punti in 8 minuti e concedendo le prime 3 palle break. Saranno solo le prime di una lunga serie (13!), ma di cui Murray riuscirà a convertirne una sola. È infatti con un solo break, unico della partita, che si decide la prima frazione a favore dello scozzese che al quarto set point chiude con il punteggio di 6-4. Niente di straordinario, sembra un set di ordinaria amministrazione; anzi, a vedere le statistiche ci si chiede anche come è possibile lo abbia portato a casa lui il set. Poi leggi la voce: palle break concesse e capisci. Un bello zero.Nel tennis, lo sappiamo, bisogna giocare bene i punti importanti.

Nonostante la vittoria dell’uomo di casa, però, l’ atmosfera stenta ancora a decollare. Complice sicuramente una partita che non offre (ancora) un grande spettacolo. Murray persevera nella sua cura “Corretja”: sembra che lo scozzese preferisca molto più star dietro a remare che prendere il pallino dello scambio. “Oh, questo risponde meglio sulla prima che sulla seconda dove deve spingere” ci fa notare il collega Cherici. Verdasco invece persevera nella tattica “giochiamo sul rovescio di Murray”(che guarda caso è anche il suo colpo migliore). Entrambi tengono i loro turni fino al 4-5, servizio Murray, quando lo spagnolo riesce ad avere l’unica palla break dell’incontro, che coincide anche con un set point. Murray però, che fino ad ora non ha certo avuto la sua migliore giornata al servizio (9 i doppi falli in tutta la partita) tira fuori dal cilindro una battuta vincente e spegne sul nascere ogni speranza di Verdasco. è tiebreak dunque, nel quale lo spagnolo di porta subito sul 4-2 , si fa riacchiappare sul 4-4 ma mette a segno un vincente di dritto e si procura il secondo e il terzo set point . Lui non deve fare nulla, pensa a tutto Murray che gli regala la frazione con l’ennesimo doppio fallo.

Ora, finalmente, il pubblico si sveglia un po’, capisce che l’unica loro speranza è proprio quel vampiro ciondolante dal grande talento e partecipa di più. Murray è costretto alla distanza , il che - visti i due precedenti del girone di Verdasco (ha perso entrambi i match al terzo)- non può che portare bene. E dalla sua ha anche il vantaggio di servire per primo. La prima possibilità per scappare via si presenta subito sul 1-0 a suo favore alla 13esima palla break dell’incontro, ma niente: oggi Murray sembra Federer in versione "finale a Parigi 2007", quando lo svizzero riuscì a convertire solo una su 17 palle break. Poco male, il tiebreak c’è per questo ed è così, con 7 punti a 3, che Murray chiude a fatica questo incontro che certo gli consente di fare un passo in più verso le semifinali, ma non definitivo. Dovrà aspettare infatti il risultato dell’ultima sfida del girone tra Federer e Del Potro.
 

Sara Cecamore

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