NOTIZIE SMASH

Murray a casa…sull'Audi?

Notizie Smash – Il rap dei Bryan, due pere per Nadal, Becker e Agassi rivali in amore… E poi: parola di Safin, la migliore volèe di Federer, il bicipite dimagrito e altro ancora… Marco Sicolo

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27.11.09


GRANDE ASSENTE - Quello in corso di svolgimento è il primo Masters di fine anno senza un americano dal lontano 1986. Tutta colpa del ginocchio di Andy Roddick, che dalle ultime interviste rilasciate fa sapere di “aver appena passato le due settimane più noiose della sua vita” a causa dell’infortunio, di non essere “niente di speciale in cucina, ma stamattina ho cucinato delle uova” (non chiedeteci perchè le prepara conciato così) e di aver declinato la proposta dei gemelli Bryan di rappare su una loro base musicale (ne ha approfittato Andy Murray, con l’incalzante “Autograph”).

safin dixit

INCANTESIMO - Tra i due più recenti ex-giocatori, chi verrà ricordato più a lungo sarà probabilmente Marat Safin. Eppure il conto dei loro scontri diretti dice: Santoro 7 – Safin 2. Il francese oggi la spiega così: “Non ero un giocatore migliore di lui, ma quando entravo in campo contro di lui ero già in vantaggio di un set e di un break, perché lui era completamente sfiduciato per il fatto di incontrarmi. Io pensavo ‘se solo volesse battermi lo farebbe, e facilmente’, lo pensavo sul serio. Aveva tutto per battermi, ma non credeva nelle sue possibilità.”

IL BUON GIORNO… - La fame di vittorie che Novak Djokovic sta dimostrando recentemente nasce da molto lontano. Uno dei suoi primi ‘colleghi’, Dusan Vemic, (attuale n. 78 del ranking di doppio) allora diciassettenne, racconta: “Già quando aveva sei anni arrivava per primo al circolo tennis di Belgrado, per osservare gli allenamenti dei grandi. Un giorno, mentre mi allenavo, lo vidi che cominciava a correre e a fare esercizi di agilità. ‘Ciao’, gli faccio, e gli domando un paio di cose e lui mi guarda dritto negli occhi e risponde serissimo: ‘Ho bisogno di migliorare il mio gioco di gambe se voglio ottenere dei grandi risultati’. Rimasi sbigottito davanti a quel bimbetto, grande a malapena quanto la sua racchetta!”

A QUATTRO MANI - E alla fine ce l’hanno fatta: i fratelli Dann e Brian Battistone, quei matti che usano una racchetta biforcuta, hanno vinto il loro primo challenger, nel torneo di doppio di Champaign, Illinois.

nadal

FERMACARTE - Chi di voi non ha mai ricevuto un regalo, una bomboniera, una sorpresa di fronte alla quale fingere entusiasmo e pensare il più velocemente possibile a come e dove farla sparire? Succede anche con alcuni trofei, evidentemente, ma questa volta a Rafa Nadal è andata male: il direttore del torneo di Acapulco, dopo lungo inseguimento, lo ha raggiunto a Londra per consegnargli una copia del premio che lo spagnolo si aggiudicò vincendo il torneo nel 2005, salvo smarrirlo immediatamente dopo in qualche anfratto dell’aeroporto messicano. Ri-bèccati questa, Rafa.

RARITA’ - Ecco a voi un essere umano.

NEO-CANGURA - Non sentiremo più parlare della bielorussa Jarmila Gajdosova (n. 113, best ranking 57): intanto perché non è più Gajdosova, essendo sposata a Sam Groth, da cui ha ormai preso il cognome. E poi perché non è più bielorussa, visto che proprio grazie al marito, tennista australiano, ha ottenuto la cittadinanza di ‘laggiù’, giusto in tempo per difendere i colori di casa al prossimo Slam (le leggi australiane chiudono un occhio per i tennisti, riguardo al tempo effettivo passato nel territorio nazionale).

SULLA NOTIZIA - Avete già letto su questo sito di come sia venuta a mancare, nei giorni scorsi, una delle voci storiche delle telecronache tennistiche britanniche, tale Max Robertson (evidentemente poco conosciuto Oltremanica). Dalle pagine del Times, lo ricordano – con affetto – con un aneddoto: “Nel mezzo di una telecronaca da Wimbledon di un incontro di doppio, che vedeva coinvolta la coppia Peter Fleming - John McEnroe, si sente un frusciare di carte e Robertson chiedere in fretta alla co-commentatrice Christine Janes: ‘Chi incontreranno in finale, Christine?’. ‘Questa è la finale, Max!’”

tutti contro agassi

C’ERAVAMO TANTO ODIATI - Lo ha dipinto come un demonio nella sua autobiografia, facendone quasi il capro espiatorio di ogni colpa. Ma non c’è niente che Andrè Agassi ammiri in suo padre? “Sì. Mio padre ha delle caratteristiche che provo ad emulare. È fieramente leale. È molto generoso. Ed è molto disciplinato. Era più duro con se stesso che con i suoi figli, il che dice tutto”. E oggi? “Ci siamo riconciliati. Ci vediamo ogni week-end, porta i bambini a spasso. Parliamo affettuosamente, ci abbracciamo. Mi sono sforzato di capirlo”.

OGGI SPOSI – Ognuno con il proprio partner, sono convolati a nozze la cinese Sun Tian Tian (con contestuale ritiro dall’attività agonistica) e lo spagnolo Santiago Ventura.

PARITA’ - Daniel Nestor da Londra: “I giocatori di singolare, per chissà quale ragione, hanno tutti il proprio spogliatoio personale, con la loro gigantografia sulla porta, mentre noi doppisti dobbiamo tutti condividere lo stesso spogliatoio. Non è normale che concedano a gente come Federer o Nadal certi privilegi, e confinino Nestor/Zimonjic in un tugurio, spalla a spalla con gli altri team…”

DOPPIO DI FATTO - A proposito di doppio, forse noi biechi spettatori dei soli grandi tornei e tifosi dei soliti noti, trascuriamo con superficialità quali drammi si celino nelle dinamiche di un rapporto di coppia. Sentite la straziante dichiarazione di Dick Norman, a proposito del suo compagno Moodie: “Wesley mi ha telefonato la settimana scorsa per dirmi che l’anno prossimo vorrebbe far coppia con Mikhail Youzhny. È stata come una secchiata d’acqua gelida, non me l’aspettavo assolutamente”.

audi horch

AUDI MURRAY - Tutta l’angoscia di Andy Murray in un tweet scritto allo scadere del match tra Federer e Del Potro dal suo Blackberry: “Qualcuno sa che sta succedendo? Credo di essere fuori, ma le regole non sono scritte troppo bene”. Se ne sono accorti tutti. Curiosità: da bravo ggiovane, Andy ha scritto “I think I’m audi”, termine quest’ultimo che, dopo ore di navigazione, abbiamo scoperto essere uno slang che sta, appunto, per ‘out’, ‘fuori’. Fonte, l’autorevole urbandictionary, il dizionario dei ggiovani, per i ggiovani. E dato che ormai le pagine del sito dell’Audi le avevamo – vanamente – aperte, beccatevi la curiosità-bis, anche se non c’entra nulla: il fondatore di quella casa automobilistica si chiamava August Horch, cognome che in tedesco vuol dire “ascolta”. Capito il nesso? Un nipote seminarista, conoscitore del latino, ha fatto il resto, e così nacque il nome della casa.

FOTOFINISH – Tale madre tale figlio, sarà pure dimagrito ma il mio bicipite è grosso quanto la sua vena, Federer svela il segreto del pralinato Lindt. Alla prossima.

 

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