Wimbledon

La più bella finale di sempre?

Articolo storico di Ubaldo uiscito il martedì successivo la meravigliosa finale Wimbledon 2001.

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Finale n.115 di Wimbledon oggi (la prima la vinse Spencer Gore nel 1877) fra Pat Rafter, 28 anni, n.10 Atp (10 titoli, 2 Slam), e Goran Ivanisevic, 29, n.125 (n.21 titoli, 0 Slam). Ivanisevic ha perso 3 finali di Wimbledon (’92 Agassi,’94 e ’98 Sampras), Rafter 1 (2000 Sampras). Confronti diretti: 2-1 Rafter, ma Ivanisevic ha vinto l’unico duello sull’erba (Wimbledon ’96). Nelle semifinali Rafter è stato a due punti dalla sconfitta con Agassi, Ivanisevic a due da quella con Henman.

Pat: <L’anno scorso prima della finale continuavo a ripetermi ‘Relax, relax!’ e l’ho persa (nonostante un set di vantaggio e 4-1 nel tiebreak). Stavolta, forse, farò meglio a dirmi: <Fattela sotto>.

Goran: <Se un mese fa mi avessero detto: ‘Firma un foglio che vai in finale, ma poi devi perderla’, avrei firmato subito. Ora però non voglio un altro piatto d’oro. Ne ho già tre. Ma se mi dicessero ‘Ok, Goran, puoi vincere Wimbledon ma non potrai mai più toccare una racchetta per tutta la vita’ accetterei>.

Pat: <Alla fine dell’anno mi prenderò un bel break dal tennis. Non so se smetterò definitivamente, però>.

Goran: <Gioco la finale contro un amico, grande tennista che forse si ritira. Come farà a difendere qui il suo titolo l’anno prossimo? Allora è meglio che vinca io. Io sono disponibile lunedì l’anno prossimo. Non ho nulla di meglio da fare…>.

Pat: <Goran è un tipo proprio buffo. E simpatico. Quando lui era forte e io no, negli spogliatoi scherzava con me, e con gli altri, fossero forti o deboli. E’ una bella qualità. E’ un po’ selvaggio, ma è divertente anche quando perde>

Goran: <McEnroe si sbaglia. Era il mio idolo come giocatore, non come persona. Per lui sono tutti scarsi. Non so solo servire, so anche rispondere. Alla fine contro Henman l’ho dimostrato. Ho vinto 21 tornei…dovrei essere un genio per vincere grazie a un colpo solo>.

Pat: <Il tennis di Goran non è un mistero. Devi cercare di rispondere al suo servizio, sperare in qualche doppio fallo... Indovinarne la traiettoria? Magari. Ma se nemmeno Goran sa prima dove tirerà!>.

 

9 Luglio 2001

Goran Ivanisevic batte Pat Rafter 6-3,3-6,6-3,2-6,9-7.

Dall’inviato

Ubaldo Scanagatta

WIMBLEDON _ <Ero sprofondato in un burrone e ora sono sulla cima dell’Everest. Papà, questo trofeo non è mio, ma nostro> _ grida nelle orecchie a Srdjan Ivanisevic. L’Everest è il palco <players-guests>, dove nell’ebbrezza dell’inimmaginabile trionfo si è appena arrampicato Goran, rialzatosi dall’erba dove s’era lasciato cader disteso all’ultima risposta di dritto in rete di Rafter. <Mi sembra un sogno, ho paura che qualcuno mi svegli e mi dica ‘ehi, non è vero che hai vinto Wimbledon’> dice al <gelato> di Sue Barker sul centre court. Gentleman Pat, seconda finale perduta in 2 anni, accasciato sulla sedia (7-6 30-30 è stato a due punti dal match), tira un sospiro. Di paura il miracolato Goran Ivanisevic ne aveva avuta tanta anche prima. Tre risposte straordinarie ad annichilire un Rafter improvvisamente meno intraprendente nel quindicesimo game del quinto _ il set decisivo più lungo d’una finale a Wimbledon (Borg b. McEnroe 8-6 al quinto,1980) _ e sull’ 8-7 Goran Ivancrazevic aveva visto svanire in un balletto 4 matchpoints. Un incubo dopo 3 ore di serve and volley in quell’atmosfera incandescente, unica e irripetibile per essere stata la prima finale programmata al lunedì, con biglietti venduti al mattino a non meno di 5.000 di aussies in t-shirt gialloverdi dai giganteschi canguri gonfiabili, ma anche a centinaia di croati, curiosamente spalleggiati dagli inglesi orfani di Henman. Indimenticabile. Non tifo calcistico, però. I fans si rispettavano al punto da osservare una pausa per intercalare i cori. A un Goran seguiva un Rafter, a un Rafter un Goran. Magari si giocasse sempre di lunedì (con preavviso di 24 ore).

I primi 2 matchpoints, da gran regista di film-suspence, Goran se li era mangiati lui, come tante altre volte. Due doppi falli. Nel game ce n’era stato anche un terzo, insieme agli ace n.26 e n.27 (per un totale record nel torneo di 213: anche quello del ’92 , 206, era suo). Impossibile non evocare tristi memorie: quegli altri due doppi falli sul 5-4 al quinto per Agassi 9 anni addietro, costati la prima di tre finali perdute. Sul terzo matchpoint Rafter ha giocato un lob magistrale.

Il quarto è stato quello buono. Non è quindi un sogno, è tutto vero invece. Alla quarta finale in 10 Wimbledon IvanCrazevic aveva saputo dell’infausto record di Ken Rosewall (4 perdute) 10 minuti prima di scendere sul <centre court>. Scongiuri inevitabili per Goran, così superstizioso da angosciare i raccattapalle. Vuole sempre la palla con cui ha fatto l’ultimo punto.

Non conta più invece il quarto set sfumato per un fallo di piede (<Davvero brutta quella linesman>) e un ace tramutato in un doppio fallo da un altro giudice (<Un finocchio…>). Il campione di Wimbledon è uno che, n.125 del mondo, non avrebbe potuto partecipare. <Per prima cosa voglio ringraziare l’All England Club, senza la wild-card forse ora non sarei qui, con questo trofeo in mano>.

<Ion Tiriac (suo manager) _ ricorda papà Ivanisevic trangugiando la pillola per il cuore sofferente _ giurò che Goran avrebbe vinto 6/7 Wimbledon, quando perse in semifinale da Becker (1990). Non vincerne neppure uno non sarebbe stato giusto>.

Davvero un anno magico per il tennis. Fiabe fantastiche, il ritorno di Jennifer Capriati, la resurrezione di Lazzaro Ivanisevic. Di ritorni così grandi me ne viene in mente uno solo. Cassius Clay.

Ivanisevic b.Rafter 6-3,3-6,6-3,2-6,9-7.

Ubaldo Scanagatta

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