MONTAGNE RUSSE

Pagellone d'inizio anno

Apertura del 2010 col botto! Davydenko e Cijsters s'aggiudicano Doha e Brisbane dopo aver annullato entrambi dei matchpoint. Nadal sconfitto, ma in crescita. Federer così così. Roddick e Cilic come da pronostico. E la Henin...Enzo Cherici

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Davydenko: 10 e lode

Avviso ai naviganti: chi vorrà alzare trofei in questo 2010, dovrà vedersela anche con lui. Qualcuno ipotizzava un possibile rilassamento post-Masters? Ma neanche per sogno! Al contrario, Kolya s'è presentato in Qatar con una convinzione (ed una condizione) mai vista. Dopo aver superato col 7-6 7-6 d'ordinanza il sempre insidioso Karlovic, ha messo in fila uno dopo l'altro i primi due giocatori del mondo, concedendo così il bis di Londra. In semifinale con Federer, il punteggio avrebbe potuto essere addirittura più netto. Il suo 27 su 27 con la prima palla nel corso del primo set rimarrà negli annali. Perché il russo non si limitava ad una semplice rimessa in gioco, ma spingeva, eccome, alla decisa ricerca fin dai primi colpi del comando del gioco. Con Nadal ha compiuto il suo capolavoro, vincendo un match che il vecchio Davydenko non avrebbe mai vinto (e il Nadal del 2008 probabilmente mai perso). Dopo uno 0-6 che avrebbe ammazzato un elefante, ha avuto la forza di rialzarsi e di riagganciare il suo scatenato avversario. Sembrava destinato alla sconfitta dopo aver mancato tre palle set nel secondo, ma ancora una volta ha reagito, finendo per vincere la frazione al tie break dopo aver annullato con coraggio e due matchpoint. Nel terzo è andato subito sotto 1-3 e ancora una volta ha dovuto rincorrere. Nessun problema: con un parziale di 5-1 ha finito per chiudere 6-4 aggiudicandosi match e torneo. E ora? È lui il terzo incomodo per l'Australian Open? Calma. Lo scorso anno sembrava che Murray dovesse distruggere il mondo, s'è visto poi com'è andata. Gli Slam sono un'altra cosa. E se lui non ha mai giocato nemmeno una finale, un motivo dovrà pur esserci. Di sicuro ora avrà molta più pressione addosso. Ma tutto questo nulla toglie al suo splendido momento. Noi gli abbiamo dato 10 e lode. Il bacio accademico gliel'ha stampato la sua Irina. Cosa vuole di più?

Nadal: 9

A memoria, non ricordiamo un suo match perso dopo aver avuto matchpoint a disposizione. Stranissima finale. Avrebbe potuto vincere in due set, ha finito per perdere in tre. È cresciuto enormemente rispetto alla pallida controfigura che si trascinava per i campi sul finire del 2009, ma proprio l'andamento della finale di Doha ci dice che ancora non è ancora un Nadal d'annata. Quando mai il vero Rafa avrebbe perso un match dopo aver annullato tre setpoint e ed aver avuto a disposizione due palle per chiudere? Va detto però che, se non ci siamo, ci siamo quasi. Il suo primo set è stato pazzesco. Ritmo, profondità e pesantezza dei colpi come ai bei tempi. Poi è calato un pochino, ma nemmeno tanto. È stato piuttosto Davydenko a crescere. Ma per Melbourne le prospettive sono rosee. Anche lo scorso anno aveva perso con Monfils, poi sappiamo com'è finita due settimane dopo. Deve crescere al servizio e nella condizione fisica (al terzo non ne aveva più), ma per il primo Slam dell'anno bisognerà fare i conti anche con lui. Come sempre da cinque anni a questa parte.

Federer: 6-

Forse per la prima volta, da Parigi 2008 a questa parte, abbiamo come avuto l'impressione che non potesse vincere una partita. Quasi non ne avesse i mezzi. Potrebbe sembrare irrispettoso, ma non c'è stato un solo istante nel corso della semifinale contro Davydenko in cui si è avuta l'impressione che potesse farcela. Dopo un paio di turni (non impossibili) in scioltezza, ha faticato più del lecito per avere la meglio di un Gulbis in ripresa, prima del patatrac in semifinale contro Davydenko. Anche lo scorso anno si fermò in semi contro Murray, ma allora i problemi sembravano essere più che altro di natura fisica. Insomma, era ancora alla ricerca della migliore condizione. Quest'anno le cose vanno più o meno nello stesso modo, ma ci sembra un po' più in ritardo dal punto di vista tecnico rispetto allo stesso periodo del 2009. La storia ci insegna che lui è maestro nel trovare il top della forma nella seconda settimana degli Slam, ma dovrà accelerare i tempi, perché mai come quest'anno la concorrenza appare numerosa e determinata.

Roddick: 8

Non sarà un fuoriclasse di quelli che scrivono la storia, ma avercene come lui! A Brisbane ha portato a casa il suo 28° titolo, battendo in finale uno Stepanek apparso in grande spolvero e che già in passato gli aveva procurato qualche grattacapo. L'Australian Open gli piace, già quattro volte vi ha raggiunto le semifinali. Inoltre, non sembra soffrire più di tanto il caldo di Melbourne e questo lo avvantaggia non poco rispetto a molti dei concorrenti (rivolgersi a Djokovic per maggiori informazioni). Può vincere? Difficile. Ma non impossibile. Anche a Wimbledon sembrava spacciato, è finita che s'è mangiato le mani. E se fosse la volta buona?

Cilic: 7

Anche se non aveva una concorrenza troppo agguerrita, non è mai facile confermarsi in un torneo. Lui lo ha fatto sconfiggendo un buon Wawrinka in finale con un doppio 7-6 e allora gli va detto bravo. D'altra parte, non è certo colpa sua se la testa di serie numero uno Soderling (delusione della settimana: voto 4) si fa cacciare al primo turno da Robbie Ginepri! In Australia il buon Marin potrebbe essere l'outsider di lusso. Da tenere d'occhio.

Clijsters-Henin: 10

Quanto ci sono mancate le loro sfide. Battaglie mai banali, mai chiuse fino all'ultimo quindici. Questo match non ha fatto eccezione. Partenza a razzo di Kim e partita che sembra avviarsi verso un rapido epilogo. Finita? Macché: otto game consecutivi per Justine! La campionessa dello Us Open si trova sotto prima 0-3 e poi 3-5 nel terzo. Finita? Ma quando mai: due matchpoint annullati e vittoria per Kim al tiebreak decisivo! Ho potuto vedere il match soltanto in differita e quindi l'ho vissuto senza il necessario pathos. Ma pur conoscendo già l'esito, è riuscito a trasmettermi delle emozioni incredibili. Per quanto riguarda la Wta, non mi succedeva dalla semifinale di Wimbledon tra Serena e Dementieva di vedere un match così ricco di emozioni (anche se il livello è stato un pizzico inferiore rispetto a quella stupenda partita). Kim sembra in palla, anche a livello mentale (una partita così non l'avrebbe mai vinta 2 anni fa). Justine, dal canto suo, è più avanti di quanto si potesse immaginare. Ha fatto partita pari con la Clijsters ed ha avuto addirittura una doppia opportunità per vincere. Ecco, se vogliamo trovare il pelo nell'uovo le è mancato il vecchio instint killer. Lei, al contrario di Kim, una partita così non l'avrebbe mai persa. A meno che non si chiami Bartoli...


 

Enzo Cherici

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