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Federer si riprende la corona – Bud Collins (Boston Globe)

Trad. di Alberto Giorni

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“Sarà la più grande vittoria della Scozia da quando battemmo gli inglesi a Bannockburn”, mi ha detto uno scozzese prima della finale degli Australian Open. Quando avvenne? “Come, non lo sa? Nel 1314”, mi ha risposto come se fosse un fatto accaduto ieri.
Andy Murray, la grande speranza della Scozia e della Gran Bretagna, spera di non dover aspettare così a lungo per vincere un torneo della Slam e proporsi come il più importante scozzese dai tempi di Bannockburn. Ma finché Roger Federer frequenterà i salotti del tennis mondiale, sarà molto difficile spodestarlo dal n°1 del mondo. A 28 anni migliora sempre, è più sicuro di sé e dolce come novello padre. E’ stata “Colazione a Melbourne” per il popolo scozzese, attaccato grazie a tv e radio al lontano plexicushion blu della Rod Laver Arena, dove è andata in scena la battaglia fra Murray e Federer. Le palline erano gialle, i raccattapalle vestivano di rosa, le nuvole sopra il tetto aperto coloravano il cielo di arancione e Murray è diventato presto blu come il campo, sempre ad inseguire: 6-3 6-4 7-6. Bannockburn non era ancora stata citata, anche se Federer, conquistando il titolo per la quarta volta, ha fatto bruciare Murray per due ore e 41 minuti. Alla fine, rivolgendosi alla gente a casa davanti alla tv, Murray è scoppiato in lacrime, dicendo: “Mi dispiace di non aver vinto per voi. Posso piangere come Roger, ma non riesco a giocare come lui”. Federer ritiene che Murray vincerà uno Slam, è solo questione di tempo: “E’ troppo forte per non farlo”, ha spiegato Roger.
Quando finirà la maledizione britannica? “Povero Andy. Gli inglesi non vincono uno Slam da 150.000 anni”, pungeva Federer. Ha un po’ esagerato. Sono passati solo 74 anni dall’ultimo Major di un britannico, Fred Perry, che ha conquistato gli Us Open nel 1936, nell’era pre-televisiva. Comunque, gli scozzesi potranno sempre consolarsi con Bannockburn.

 

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