Rassegna Stampa del 23 Febbraio 2010

C'è Anemone al Centrale del tennis e il cantiere è giàin ritardo di un anno (Franchi), Il Sogno di Nigel (Bisti)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

C'è Anemone al Centrale del tennis e il cantiere è già in ritardo di un anno

Massimo Franchi, l'Unità del 23.02.10

Tutto comincia e finisce al Foro Italico. Una sorta di maledizione continua a colpire l'area architettonica più amata dagli ex fascisti ora al governo di Roma e rischia di compromettere anche i prossimi grandi eventi sportivi previsti in città e largamente voluti e strombazzati dalla giunta Alemanno (tranne l'assessore Corsini): Internazionali di tennis e Gran Premio di Formula 1. Se lo scandalo "Grandi appalti" ha scoperchiato la cloaca dei Mondiali di nuoto dell'anno scorso, le conseguenze hanno ricadute presenti e future. La vergogna delle piscine dei Mondiali colleziona ogni giorno che passa nuovi ed inquietanti capitoli. Oltre ai 17 circoli privati (Salaria Village in testa) "allargati" senza permessi, sui quali si vocifera da tempo di una ulteriore sanatoria del governo sponsorizzata dal Comune, il vero scandalo riguarda i tre Poli pubblici. In uno, Valeo San Paolo, è crollato il tetto; un altro, Pietralata, è chiuso e incompleto. Il terzo, a Ostia, è l'unico aperto (anche se foresteria e parcheggi sono chiusi), ma senza riscaldamento e solo per la Federazione nuoto, dopo un ricorso vinto. Ci sono raduni sporadici, ma il 24 febbraio il Tribunale tornerà a pronunciarsi su un ricorso del costruttore che vanta crediti per 10 milioni di euro. Per queste tre piscine (Poli pubblici) il governo tramite il Commissario (prima Angelo Balducci, ora in carcere; poi Claudio Rinaldi, già prima indagato) controllato dalla Protezione civile nel 2007 ha stanziato 30 milioni di euro. Aumentati poi a 60 con le varianti del 2009. Tutto fa ritenere però che si arrivi a 100 milioni. Il debito dei Mondiali di nuoto però è arrivato al- l'incredibile quota di 12,7 milioni ed è stato ripianato per soli 3,5 milioni da Comune e Federazione nuoto (al 50 per cento). La Fin ha una situazione debitoria ancora peggiore: praticamente non ha più soldi. Tanto è vero che per la prima volta da 20 anni quest'inverno non ha coperto la piscina olimpionica esterna del Foro Italico, Sergio Palmieri II direttore del torneo «Certo non è una bella pubblicità» lasciando senza un posto dove allenarsi migliaia di bambini e ragazzi. Al Foro Italico intanto si continua a lavorare. La ditta che sta ancora costruendo è una società riferibile a Diego Anemone, in carcere dal 10 febbraio. C'è da terminare il nuovo Centrale del tennis. Grazie ai cambi di progetto voluti dalla giunta Alemanno il progetto originario (che doveva ospitare gli Internazionali di tennis già l'anno scorso) è stato modificato. Almeno 7 milioni di euro in più per renderlo meno impattante dal punto di vista ambientale. Ma i lavori sono in ritardo ed è già sicuro che non si farà in tempo a mantenere gli impegni presi per il 24 aprile, giorno di inizio del torneo. Niente copertura e niente lounge per giocatori e giornalisti. LA DENUNCIA DI FOSCHI Sul ritardo è arrivata la denuncia del consigliere regionale del Pd Enzo Foschi. «I tempi per ultimare i lavori del nuovo impianto non sono stati rispettati. Ricordo - continua Foschi - l'intervento del sindaco Alemanno che annunciava la fine per il 2010 ma il primo cittadino fa un po' di confusione con le date: iniziati circa due anni fa i lavori sarebbero dovuti finire l'estate del 2009, non nel 2010 come lui sostiene. Inoltre è vergognoso - conclude Foschi - constatare che nell'inchiesta ci sia anche quell'appalto e che la ditta che fa i lavori è direttamente col- legata a Diego Anemone». Il direttore del torneo Sergio Palmieri cerca di rassicurare. «Due settimane fa sarei stato più pessimista, ma ora devo dire che ce la faremo. Il progetto sarà rispettato al 95 per cento e la copertura dell'impianto non è obbligatoria. Speriamo di averla per l'anno prossimo. Certo, sapere che la ditta è coinvolta nello scandalo non è una buona pubblicità, ma - conclude Palmieri - per adesso i lavori procedono lo stesso». NUOVO FRONTE IL GP DI F1 Nelle intercettazioni già se ne parla. Il Gran Premio di Formula Uno all’Eur era il prossimo obiettivo della combriccola. L'inchiesta qualcosa ha bloccato, ma già si sa che il tracciato danneggerà proprio lo sport: i box e il rettilineo dovrebbero sorgere sopra gli impianti del Tre Fontane, mandando a monte il progetto del nuovo centro di preparazione paralimpica, caro al vicepresidente del Coni Luca Pancalli

Il Sogno di Nigel

Riccardo Bisti, www.tennisbest.com del 22.02.10

Incredibile ma vero: il primo cinese nella classifica ATP occupa la poltrona numero 367. Si chiama Shao Xuan Zeng, ha 28 anni e il suo miglior risultato (a parte alcune vittorie a livello Future) è il secondo turno al Masters 1000 di Shanghai. Battè Dudi Sela prima di perdere da Jo Wilfried Tsonga. Ma com’è possibile che la Cina, con il suo impressionante bacino d’utenza (1 miliardo e 300 milioni di persone) non riesca ad esprimere un giocatore di livello in campo maschile? Domanda legittima, specie dopo i grandi risultati colti all’Australian Open femminile da Na Li e Jie Zheng. Al torneo challenger di Bergamo c’era chi poteva darci una mano. Il suo nome non vi dirà nulla, eppure Nai Zheng Yu è anche un prodotto di casa nostra. Nato a Shanghai nel Gennaio 1988, figlio unico per motivi...legali (la legge cinese scoraggia le famiglie numerose), ha vissuto un’infanzia del tutto simile a quella di milioni di coetanei: inquadrato in un sistema, minuscolo ingranaggio senza possibilità di uscirne. Fino a quando il destino ha deciso di prendersi cura di lui, nelle sembianze di Fabrizio Caldarone, presidente della Tennis Consulting ed ex Manager Internazionale Prince. Fu proprio il suo ruolo a fargli conoscere Nai Zheng Yu. Fabrizio era infatti a Shanghai per il Masters 2005, in cui era impegnato Guillermo Coria (storico testimonial Prince). Tra un impegno e l’altro decise di prendersi un’oretta di tennis e gli presentarono il buon Nai Zheng Yu.

Una vita tutta nuova
“Mi allenavo in modo del tutto amatoriale” racconta Nai dopo aver perso da Alexander Peya nelle qualificazioni del challenger orobico “Poi ho conosciuto Fabrizio, che ha creduto in me e mi ha voluto portare a Barcellona, dove mi sono allenato per un anno e mezzo. Tra l’altro proprio in Spagna ho iniziato a giocare sulla terra battuta, superficie completamente sconosciuta in Cina. All’inizio è stata durissima, non conoscevo i loro metodi di allenamento e poi ero da solo in un paese sconosciuto”. Dopo un anno e mezzo presso la Pro-Ab di Barcellona, “Nigel” (come lo chiama affettuosamente Fabrizio) si è finalmente spostato in Italia, nella nuova struttura fortemente voluta da Caldarone, il “Tennis Consulting International Team” che ha sede a Padova presso il TC Oasi 2000. E’ il posto ideale dove allenarsi, programmare e crescere. Nigel ha una fiducia totale in Fabrizio: durante la nostra chiacchierata lo paragona più volte ad un “fratello maggiore”. “La mia carriera è nelle sue mani: organizza ogni aspetto, programmazione compresa…gli devo molto”. Certamente non deve essere stato facile lasciare casa a 18 anni, né tantomeno accettare questa realtà per papà Jian Hao e mamma Zhi Fang. “Ma loro hanno capito e sono d’accordo e approvano la mia scelta. Si sono organizzati e adesso sono contenti per me. Poi hanno conosciuto Fabrizio e lo hanno subito apprezzato. D’altra parte se volevo diventare un professionista dovevo prendere questa decisione”.

La fortuna delle donne
Già, perché secondo Nigel il sistema di insegnamento cinese non è dei migliori. Prima di conoscere Caldarone si allenava presso uno Sport Center di Shanghai, dove il rapporto era di un maestro ogni 30 allievi. Difficile emergere da una realtà del genere. Ancora oggi è difficile dare troppa fiducia ai nuovi sistemi della federazione cinese: i migliori 22 giocatori sarebbero sotto la supervisione di tecnici, dottori, scienziati, nutrizionisti, psicologi e preparatori atletici. E ci sono anche parecchi coach stranieri. “Io penso che la Cina abbia bisogno di più giocatori che vengano in Europa, a misurarsi con il vero tennis, a vedere come ci si allena qui” continua Nai Zheng Yu “La Cina è un paese comunista dove vengono organizzati allenamenti collettivi: per questo è difficile che emergano dei giocatori”. Eppure Na Li, recente semifinalista a Melbourne, ha detto che i maschi cinesi stanno ancora dormendo…”Per le donne è tutto più facile. Loro hanno l’opportunità di allenarsi con gli uomini, abituarsi a diverse velocità di palla…semplicemente giocano ad un livello superiore e questo le prepara a giocare al massimo nel circuito WTA. Per gli uomini è diverso, non hanno esempi a cui ispirarsi”.

Obiettivo leadership nazionale
Ma come funziona questo benedetto sistema cinese da cui le migliori quattro giocatrici si sono finalmente staccate? “E’ tutto vero” dice Nigel “La Federazione ti paga tutto, dai viaggi agli allenamenti, ma poi si tiene una grande percentuale dei guadagni, anche il 70%. Loro vogliono avere il totale controllo su di te, sulla tua crescita, sugli spostamenti…su ogni cosa”. Uscire da questo sistema è un rischio, perché c'è il pericolo di non poter proseguire l’attività. A meno che non capiti una botta di fortuna come quella avuta da Nigel. “Adesso io sono indipendente, non faccio parte del sistema cinese. Degli eventuali guadagni con il tennis dovrò versare solamente le tasse”. La strada è ancora lunga. Attualmente senza classifica ATP, vanta un best ranking al numero 1461. A Bergamo è piaciuto, giocando quasi alla pari contro un professionista affermato come Alexander Peya (uno che vanta una semifinale ATP sul sintetico indoor). “Vorrei entrare tra i primi 1000 al mondo, poi fare un passo in più ed agganciare i primi 500” dice mentre sorseggia un caffè presso il bar del PalaNorda. L’obiettivo è quello di diventare numero 1 di Cina. Scalzare Shao Xuan Zeng sarebbe un grande risultato: “Ci ho giocato una volta durante i Campionati di Cina, ho perso 7-5 6-3. Il livello non è distante. Ma adesso l’obiettivo è giocare partite, prendere fiducia e raccogliere i frutti di un lavoro iniziato quattro anni fa" quando sul campo da tennis di un hotel di Shanghai gli presentarono Fabrizio Caldarone.
 

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