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Personaggi

La giudice di linea più famosa

Shino Tsurubuchi. Chi è? Semplice, la giudice di linea protagonista della chiamata più celebre del 2009: il fallo di piede di Serena. Wertheim è riuscito a intervistarla, anche se detesta la notorietà. Christian Turba

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Shino Tsurubuchi torna alla ribalta. Chi è, vi chiederete voi? Semplice. si tratta della giudice di linea giapponese passata alle cronache per il famoso “foot fault” chiamato a Serena Williams nelle semifinali degli US Open 2009.

Tsurubuchi, giudice di linea ufficiale dal 2002, è stata intervistata da Jon Wertheim di Sports Illustrated, nel corso del torneo in svolgimento a Delray Beach, e ha brevemente parlato di come ha passato i cinque mesi successivi alla chiamata e alle minacce ricevute dalla numero 1 mondiale (tra le quali ricorderete quella di essere asfissiata con una palla da tennis).

La nipponica, la cui identità è stata strettamente tenuta sotto segreto a partire da quell’episodio controverso (tanto che al torneo di Sydney era proibito farle domande), odia che la gente conosca il suo aspetto. Le ingiurie che Serenona le ha rivolto dopo quella chiamata, costatale la somma di 89.420 dollari e il match con Kim Clijsters, hanno trasformato una faccia anonima tra tante altre in una delle immagini simbolo del 2009 tennistico.

Dopo quell’esplosione, suo malgrado, di notorietà improvvisa, Shino ha continuato ad arbitrare nei match ATP, venendo assegnata, per sei volte di fila, a tornei americani (tra l’altro, era presente nella finale di San José giocata tra Roddick e Verdasco). Tuttavia, Shino non ha più arbitrato un solo match giocato dalla più forte delle sorelle Williams. Le due, beninteso, hanno “ rischiato “ d’incontrarsi, prima al Medibank International di Sydney e in seguito agli Australian Open (sotto, in occasione del match di terzo turno Murray-Isner), ma il destino non le ha mai messe sullo stesso campo, nemmeno in occasione del match benefico per le vittime del terremoto di Haiti, giocato dall'afroamericana la domenica antecedente all'inizio del primo Slam stagionale.

Shino Tsurubuchi

Incalzata da Wertheim, la nipponica ha confessato che “negli ultimi cinque mesi mi son sentita un po’giù. Molte persone conoscono la mai faccia e questo è duro per me. In quanto ufficiale, non vuoi essere famoso”.

A distanza di questi mesi, Shino non rinnega la sua chiamata, ma ammette che “di solito prego per i giocatori: non toccate quella linea per favore! Non mi piace fare quella chiamata, perché i giocatori non sono felici”. Solidarietà umana verso i tennisti o paura di trovarsi di fronte un’altra Serena possente e inferocita?

L' "umpire" giapponese, comunque, non ha rimpianti: l’ATP ha continuato a farla lavorare negli Stati Uniti e lei apprezza l’ opportunità che ha avuto. Il suo sogno è sempre stato quello di essere un buon giudice di linea e di arbitrare negli States, e non sarà certo la discussione con la Williams a fermare la sua carriera. Anzi, agli Us Open 2010 sarà ancora ai nastri di partenza, perché “il mio torneo preferito sono gli Us Open. Li amo. Adoro l’Arthur Ashe Stadium, ogni cosa è eccitante, la musica, i colori. E’ un grande campo”.

Serena, dunque, è avvertita: veda di fare una sessione di yoga prima delle partite, o di portarsi sufficientemente in vantaggio contro le sue avversarie, per non “incappare” ancora nell’inflessibile Shino Tsurubuchi.

Christian Turba

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