TV   FOTO E VIDEO BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI CASA
Davis Cup

Alla scoperta di Mirnyi

Intervista esclusiva realizzata a Melbourne al più popolare giocatore bielorusso. Le sue passioni e la sua considerazione per il tennis italiano. Ed i problemi con la chitarra... Ubaldo Scanagatta (audio all'interno)

Dimensione testo Testo molto piccolo Testo piccolo Testo normale Testo grande Testo molto grande

 

Sorride quando lo chiami uno…degli ultimi panda del tennis serve&volley Max Mirnyi, ragazzone biondo di quasi 33 anni (1m e 96 cm) estroverso e simpatico, bielorusso d.o.c. con palmares da n.1 del mondo sia pur come doppista (ex n.18 in singolare nell’agosto 2003 dopo aver vinto l’unico torneo in singolare a Rotterdam, vittorioso in 4 Slam di doppio e 3 di misto), sposato da sei anni a una donna conosciuta al compleanno del padre, tre figli, due maschi e una femmina, 5 anni, 2 e mezzo e 6 mesi, una grande passione per il tennis e per la musica, una casa (e una chitarra) in Florida dov’è cresciuto tennisticamente alla corte di Bollettieri, un’altra casa (e un’altra chitarra) a Minsk, un amore per l’Italia:

“Sono stato solo a Roma e Milano, sono contento di conoscere anche il Sud del vostro Paese e magari un paese dove non avrò mai occasione di tornare. Come si mangia da voi non si mangia da nessuna parte. Sarà una nuova esperienza venire in un piccolo paese come Castellaneta (come Castellani il vostro coach vero?), porterò una macchina fotografica, il blocchetto degli appunti…”.

_ Allora che effetto fa sentirsi… l’ultimo panda?

Sorride: “Il gioco è molto cambiato. Fra dieci anni non esisteranno più i Rafter, gli Henman…e nemmeno i Mirnyi! _ continua a sorridere _ Seguo, quando sono in Florida, un sacco di tornei junior. Vedo tanto top spin, grandi arrotate…ma i coach non insegnano volee, smorzate e tagli. Non è colpa loro…oggi il tennis è Nadal, Verdasco, Gonzalez. Fra qualche anno quando avrà smesso di giocare anche Federer, un privilegio che il mondo del tennis è davvero fortunato di avere… non si vedranno proprio più giocatori che vengono a rete. Ma si vedranno solo colpi da fondocampo, nessuno che sa fare più una volee. Non la si insegnerà nemmeno più. Prevedo un tennis, in avvenire, purtroppo molto grigio”.

_ Perchè parli così bene dell’Italia? Per cortesia?

“Beh, perché da Bollettieri dove sono cresciuto tennisticamente si respirava aria italiana. Nick aveva il suo background italiano, Umberto Rianna, il coach di Potito, è stato il mio primo coach quando avevo 14 anni … mi portava nei ristoranti italiani, mi portava la mozzarella di bufala da Caserta (lo dice in italiano!). Poi nel circuito i tennisti italiani sono quelli che socializzano di più…mi piace il modo di vivere degli italiani, sono caldi, semplice. L’idea di venire in Italia mi piace

_ Ma la Coppa Davis chi la vince?

“Voi siete i favoriti, ma per noi, che siamo un Paese piccolo la Davis è importante e faremo del nostro meglio. Arriveremo per tempo, saremo pronti…anch’io che non gioco il singolare da tempo ma sono atleticamente molto “fit” (non vuol dire federtennis…). Il capitano Voltchkov ha fiducia in me e io farò di tutto per ripagarlo. Speriamo di riuscire a metterla almeno sulla lotta.

_ Mi dici qualcosa su Uladzmir Ignatik, il vostro n.2 (e 193 Atp)?

“Gioca bene, l’anno scorso ha vinto mi pare 5 futures e un paio di challenger, è salito da n.600 dentro i 200…”

_Ma a chi assomiglia?

“A un piccolo Roddick! E’ andato alla sua Academy a Austin a imparare…Effettua il servizio con un movimento simile, ha un gran dritto, un rovescio a due mani un po’ “shaky” (fragile), non si muove benissimo, ma è un fighter come Andy, non si arrende mai…spero che riesca ad avere lo stesso tipo di carriera di Roddick. Ci ho giocato spesso il doppio, anche se più in allenamento che in torneo, ed è un buon giocatore…”

_E dietro a lui chi c’è?

“Tre o quattro ragazzi non male, intorno al 600-700 Atp, ma giocano meglio della loro classifica, soprattutto Andrei Vasilevski, 19 anni, (anche se è solo n. 919 Atp); prima di lui in classifica c’è Dzmitry Zhyrmont (660), Siarhei Betau (n.672) e Nikolay Fidirko (n.743)….Per anni la Bielorussia in Davis è stata soltanto Voltchkov e Mirnyi che giocavano venerdì, sabato e domenica, singolare e doppio, sempre e comunque…spero che presto ci siano i ricambi”.

_Giocare sulla terra rossa non vi aiuterà…

“Soprattutto per il periodo in cui si gioca. Fuori stagione. Però gli italiani non sono veri terraioli come spagnoli o argentini, salvo forse Potito. Seppi è un “all-around player”.

_Tu hai giocato bene anche sulla terra, ricordo Amburgo…

“Eh sì, ad Amburgo sono andato due volte in semifinale. Risultati inattesi anche per me, perché è il torneo con la terra battuta più lenta, e per il mio gioco non sembrava adatta, però ho battuto lì Kuerten, Moya (due vincitori del Roland Garros), Zabaleta, insomma veri specialisti della terra. Poi ho fatto anche semifinale a Monaco…invece non ho mai giocato bene a Roma. Arrivava troppo presto nella stagione: io non giocavo Barcellona, Roma era a volta il mio primo torneo…giocavo meglio le settimane dopo…”

_ Dei tennisti italiani che mi dici?

“Fognini è un giovane dal tennis esplosivo, conosco bene il suo fitness—coach, l’ho visto crescere quand’era giovane. E’ veloce e talentuoso, ma è un po’ instabile con la testa. Può maturare e diventare solido, ma per ora regala ancora games, match…non è maturo nel modo di competere. Potito è stato in giro a lungo, ha esperienza, uno dei migliori dritti del circuito, ma non è agile…forse perché è alto. Seppi è un ottimo giocatore, più tradizionale, più old fashion, prende la palla più piatta. Sulla seconda di servizio però dovrebbe lavorare…se io fossi il suo coach lo farei. Bolelli…a volte è uno svantaggio avere talento. Non lavori con l’intensità di quelli che non ce l’hanno. Ha un dritto super, un rovescio ad una mano molto buono, non ricordo esattamente quale sia la sua classifica adesso ma è chiaro che dovrebbe stare molto più su…”

_Ormai giochi solo il doppio…hai intenzione di continuare fino a 40 anni?

Ride: “Mi piace ancora allenarmi…non mi costa fatica. Mi piace vincere certo… e vinci solo se sei in forma. Spero di poter giocare ancora molti anni. Tutto dipende da quanto sei disciplinato. Sono sempre stato attento con l’allenamento, i viaggi, il mangiare…”

_ E nel frattempo sei diventato uno degli uomini più ricchi della Bielorussia… (quasi 9 milioni di dollari vinti!)

“No, no, si schermisce, il nostro è un piccolo Paese, ma ci sono molti uomini di successo…”

Gli sportivi più famosi della Bielorussia?

“Yulia Nesterenko che ha vinto i 100 metri alle Olimpiadi di Atene, Andrei Mesin il portiere della nazionale di Hockey su ghiaccio…se lui gioca oppure no fa una gran differenza! Poi Ekaterina Karsten (37 anni) che nel singolo di canottaggio ha vinto un brozno a Pechino, un argento a Atene, un oro a Sydney e prima aveva vinto un oro ad Atlanta nonché un bronzo a Barcellona per la CSI…”

_ Nel tennis avete la Azarenka…ma con i maschi siete scarsetti eh?

“Ci vuole meno tempo… per produrre una giocatrice. Lo si capisce prima se viene su una giovane. Si può investire prima, quando le ragazze hanno fra i 16 anni e i 21 anni. Per gli uomini te ne accorgi più tardi se uno è forte o no. Per gli uomini lo sport è più fisico….e poi anche più competitivo. In Bielorussia stiamo costruendo ora le tennis school…ma siamo indietro”.

_ E Natasha Zvereva con i suoi risultati non ha fatto da traino?

“Natasha lavorava con la nostra Fed Cup team. Poi allena una ragazzina molto promettente, Anna Orlik …(classe 1993, n.612, 42 a livelli Itf)ma ha avuto un bambino, credo che abiti un po’ in Germania e un po’ in Bielorussia”.

Il tuo pezzo favorito da cantare e suonare con la tua chitarra?

“Knocking on the heaven’s door!”, mi piace Bob Dylan…in questi giorni in Australia ho dato anche lezioni a un ragazzo…perché la chitarra l’aveva lui. Io non me la porto più dietro, dall’attacco dell’11 settembre le misure di sicurezza ne hanno reso problematico il trasporto…vado a concerti, adoro la musica, ma portarsela dietro settimana dopo settimana è divenuto un incubo”.

Ubaldo Scanagatta e Max Mirnyi (foto di Giacomo Fazio)

Ubaldo Scanagatta

Cerca su Quotidiano.Net nel Web

Ubi TV

Bentornato Volandri! L'impresa contro Federer a Roma 2007