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Gulbis non e' piu' solo una promessa mancata - The Bleacher Report

Trad. di Francesca Sarzetto

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Gulbis non e' piu' solo una promessa mancata

Gulbis finalmente mette a frutto il suo enorme talento

Sarebbe presuntuoso immaginare che Ernests Gulbis sia stato in qualche modo motivato a migliorare il suo gioco dopo che in queste colonne a fine stagione e' stato nominato la piu' grande promessa mancata del 2009.

Ma resta il fatto che il ventunenne lettone ha cominciato il 2010 in una forma cosi' ispirata che ha gia' vinto piu' partite di quanto abbia fatto nei primi sei mesi dell'anno scorso. Le ultime cinque vittorie l'hanno aiutato a conquistare il primo titolo ATP della sua carriera, al Delray Beach Tennis Center domenica, con una clamorosa distruzione del croato Ivo Karlovic per 6-2 6-3 - il suo primo titolo e quasi sicuramente non l'ultimo.
Certo, bisogna stare sempre attenti quando si fanno queste dichiarazioni, perche' due anni fa in questo stesso torneo un giovane giapponese di nome Kei Nishikori ha vinto il suo primo titolo ATP, sorprendendo James Blake in finale. Se non avete piu' sentito parlare di Nishikori (e' ricomparso qui questa settimana perdendo al primo turno) e' stato perche' si era infortunato.

Il cielo non voglia che lo stesso destino capiti a Gulbis, perche' altrimenti chiunque guardava su Tennis Channel avrebbe assistito alla nascita di un vero contendente per il tennis che conta. Incredibilmente, Gulbis ha distrutto il servizio di Karlovic. Ben pochi giocatori - e fra questi si includono i migliori ribattitori del circuito, come Roger Federer e Andy Murray - riescono a brekkare il servizio del gigante croato due volte nello stesso match. Gulbis ci e' riuscito quattro volte.

L'ha fatto seguendo il consiglio del suo nuovo coach, l'argentino Hernan Gumy, basato su una tattica di non arretramento. "Sapevo cosa dovevo fare" ha detto Gulbis a fine match. "Dovevo entrare nel campo e prendere la palla in anticipo. Non gli ho dato tempo di fare il secondo colpo". Cosi' facile a dirsi; cosi' difficile a farsi. Il servizio di Karlovic ti arriva a velocita' di oltre 210 km/h da un'altezza di 2.08 metri, piu' la lunghezza del braccio e l'altezza del lancio. Ivo ha trasformato in realta' l'espressione "servire dall'albero".

Ma Gulbis ha rotto i rami. Ci e' riuscito perche' ha una notevole velocita' visiva e mancanza di paura. Rispondeva al servizio nella fase ascendente del rimbalzo e lo scaraventava di la' della rete prima che Karlovic, che si muove bene per uno della sua altezza, potesse reagire.
"Tutto quello che toccava con la racchetta diventava un gran colpo" ha detto Karlovic, che non ha potuto festeggiare il suo trentunesimo compleanno nel modo in cui voleva. "Anche i colpi col telaio andavano dentro. Niente da fare. C'era molto vento e mi ha ostacolato."

Anche Gulbis ha un servizio molto potente, ma niente lo ha ostacolato. Non il vento, non l'avversario, non il fatto che era la sua prima finale ATP. "Mi sento a mio agio" ha detto. "Mi piace essere in finale. Non mi mettevo pressione addosso. Nessuno lo fa. Mio padre non mi ha mai costretto a giocare a tennis. Mi lasciava fare come volevo. A 13, 14 anni non mi allenavo mai piu' di qualche ora a settimana. Penso che sia pazzesco far giocare i ragazzini sei ore al giorno".

C'e' da dire che lui ha una storia particolare. La maggior parte dei ragazzini che si ritrovano costretti sui campi di allenamento sono figli di genitori che non hanno la sicurezza economica dei Gulbis. Ainars Gulbis e' un uomo d'affari e investimenti, e pare sia il terzo uomo piu' ricco della Lettonia. Si poteve vedere il giovane Ernests arrivare ai tornei Futures ITF con l'aereo privato del padre.
Quindi Gulbis ha una certa sicurezza nel circuito, e se spedisce una palla fuori dal campo per la rabbia - come ha fatto nella sua vittoria al primo turno contro il giovane americano molto promettente Ryan Harrison - e si becca una multa di 500 dollari, puo' star tranquillo che il conto dell'albergo sara' comunque pagato.
Quindi e' la voglia di giocare che lo muove, e se una caduta in classifica dal suo massimo di 38 ad agosto 2008 a un misero 90 a fine 2009 suggerisce una certa carenza di motivazione, non gli rende giustizia. Per gran parte dell'anno scorso, Gulbis e' stato tormentato da un problema alla rotula.
"I muscoli delle cosce non erano abbastanza forti da supportare il ginocchio, quindi mi faceva male" ha spiegato. " Quindi ho dovuto fare un sacco di allenamento in palestra. Ma dopo troppa palestra non senti piu' la palla quando torni sul campo. Quindi mi ci e' voluto un po' di tempo".
Ma adesso e' in forma strepitosa. Semifinalista a Memphis, ora vincitore qui. Giochera' a Indian Wells e spera in una wild card per Miami. Secondo me, gli organizzatori del torneo ora controllato da Butch Buchholz sarebbero matti a non offrirgliene una.
Gulbis non ha solo talento, anche molta carica. "Devo essere aggressivo sempre" dice. "Se comincio a pensare troppo e aspettare che l'altro faccia errori, per me non va bene".

Gli hanno detto che ha perso il servizio solo tre volte in tutto il torneo, e neanche un set. "Non mi dicono molto le statistiche" ha risposto senza badarci. "Sono piu' contento di aver vinto il torneo".

E noi tutti con lui. Ernests Gulbis - non piu' la promessa mancata.

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