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COPPA DAVIS

L'oscar della comicità

Nella difficoltà di coniugare le esigenze di uno sport individuale e di uno di squadra, la nostra Federazione ha provato a fare la voce grossa con il caso Seppi. Ma ci ha perso la faccia. Rino Tommasi

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Non ci fosse stata, in contemporaneità, da commentare la vicenda delle bestemmie nel calcio, il teatrino messo in piedi da Andreas Seppi e dalla Federtennis avrebbe conquistato l’oscar settimanale della comicità.
La vicenda è facile da riassumere. Andreas Seppi aveva chiesto, con motivazioni tecnicamente e professionalmente inconsistenti, di essere esentato da un facile incontro di Coppa Davis, che l’Italia potrebbe vincere anche schierando la terza squadra. La Federazione, che pure aveva compiuto un clamoroso passo indietro nella vicenda Bolelli, ha voluto riaffermare il principio del dovere di ogni giocatore di giocare – se richiesto – in nazionale, e lo ha convocato ugualmente.
Per essere riammesso in azzurro Bolelli aveva dovuto compiere, per penitenza, un viaggio all’Aquila, colpita dal terremoto, Seppi ha dovuto andare fino a Castellaneta Marina (quasi mille chilometri da casa sua) per ribadire il suo punto di vista, dopo di che Barazzutti lo ha dispensato.
La verità è che le motivazioni addotte un anno fa da Bolelli ed ora da Seppi non hanno alcuna validità. Due incontri di Coppa Davis in un anno non possono interferire sull’attività di giocatori che raramente passano il primo turno in un torneo. Inoltre, mentre Federer, Nadal e gli altri giocatori che, tra i primi otto del mondo, che si sono dichiarati indisponibili per il prossimo turno di Davis ne possono tranquillamente fare a meno. Bolelli e Seppi, che hanno nella Davis le uniche opportunità di avere un po’ di visibilità non potrebbero permetterselo. Se avessero sponsor ed allenatori più attenti avrebbero tranquillamente riposto alle convocazioni.
Il problema è antico come il tennis. Non è facile coniugare le esigenze di uno sport individuale con quelle di uno sport di squadra, quale il tennis diventa due volta l’anno in occasione della Coppa Davis.
Le Federazioni sono completamente impotenti tanto è vero che negli altri paesi nessuno ha potuto obbligare Federer, Nadal, Murray, Del Potro, Roddick e Davydenko, che una settimana dopo saranno regolarmente in campo ad Indian Wells, a giocare in Coppa. La nostra Federazione ha voluto provare a fare la voce grossa ma è stata respinta con perdite, compresa quella della faccia.

 

Rino Tommasi

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