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L'approfondimento

Il Nadal che non ti aspetti

Il maiorchino perde in semifinale proprio quando sembrava avviato, dopo le varie defezioni degli avversari, alla ritrovata vittoria. Solo un caso, questione di tempo o qualcosa nel suo tennis è cambiato? Rossana Capobianco

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Dieci mesi. E’ tanto il tempo trascorso dall’ultima vittoria in un torneo di Rafael Nadal.


Dieci mesi di alti e bassi, sofferenza, dubbi, lavoro, riposo. A Roma, l’ultima volta, sull’amata terra; come ai vecchi tempi. Come, forse, quelli che verranno, con la superficie preferita a ridare smalto e soddisfazioni ad un campione abituato ad averne essenzialmente solo uno, di rivale.


Lunedì mattina Rafa Nadal tornerà numero quattro della classifica ATP, dietro Andy Murray, lontano più di quattromila punti da Roger Federer. Com’è lontano, un anno fa. Com’è lungo e complicato, ritrovarsi. Com’è difficile, e Rafa lo sa, ripetersi, riconfermarsi.


La sconfitta con Ljubicic, subita ieri in rimonta, rappresenta una battuta d’arresto inaspettata per un Nadal che aveva avuto quel pizzico di fortuna nel sorteggio e qualche regalo dai diretti avversari, fuori forma, svogliati o distratti; racconta una frenata inopportuna, in questo momento.


“Mi sento un giocatore migliore, più completo”
, dichiarava Nadal non più di due giorni fa.
Un fondo di verità, nell’auto-analisi dello spagnolo, c’è. Nadal non gioca più lo stesso tennis: o meglio, lo gioca a sprazzi, ma senza farne più la base del suo gioco.


La stamina, la resistenza, la continuità: manca tutto questo al Rafa di oggi, e questo costituiva la vera forza del suo tennis, questo ha sempre fatto la differenza. Questo, unito poi allo splendido corollario tecnico-tattico che il maiorchino ha saputo aggiungere e costruire, grazie ad una disposizione magnifica.


Guardando giocare Nadal questa settimana, ho certo notato la voglia, il carattere, la determinazione, il dritto riapparso brillante –attenzione, aggettivo usato non a caso- , una ritrovata convinzione di aggredire e dominare.
Quello che aspettavo era la risposta alla pressione e alla lotta. Tecnica e mentale. Onestamente non mi aspettavo di doverla verificare contro Ljubicic, che, evidentemente, per errore, consideravo troppo debole in tennis e testa per mettere in difficoltà Nadal.


E’ vero, il dritto di Rafa ha ritovato gloria , velocità e vincenti, ma possiede meno solidità. Il gioco di Rafa si è spesso fatto più aggressivo: di conseguenza più rischioso. Il muro di gomma, maestro del transition game e imbattibile nell’esasperare gli avversari, si vede di rado. L’impressione è quella di una maggiore esplosività con i colpi –anche al servizio- ma di un margine minore, malgrado rimangano spesso arrotati e carichi di effetto. Chiaramente, è frutto di una scelta precisa: non solo una ricercata completezza tecnica e maturità tennistica, ma anche una evidente volontà di risparmiare il fisico da un logorìo altrimenti annunciato troppo presto.
Da aggiungere, naturalmente, la scarsa fiducia che raggiunge poi un tennista nei momenti decisivi di equilibrio quando la vittoria manca da troppo tempo e la pressione si fa sentire.


La verità però è che Rafa questa in questa settimana californiana non ha nemmeno dovuto affrontare un top 15, e quando un giocatore di esperienza e dall’indubbio talento come Ljubicic è rimasto attaccato al match sfruttando le proprie chances, Nadal ha iniziato a sbagliare e a dubitare, seppur lottando.
Dopo questi 10 mesi di digiuno, presto, più facilmente sulla terra, Rafa tornerà a vincere con tutta probabilità: il margine che ha nei confronti di tutti gli altri su questa superficie gli consente di assicurarsi una notevole continuità, sebbene non la certezza di tritare chiunque come fino allo scorso anno. E’ chiaro che molto dipenderà dalla sua condizione fisica, soprattutto a Parigi.


L’interrogativo è però un altro: Rafa continuerà a voler in parte snaturare il proprio gioco in favore del suo fisico aggredendo e rischiando di più o magari –sempre che possa farlo- tornerà a riproporre il tennis sicuro e robusto che gli dà maggiori certezze ma inevitabilmente prosciuga salute ed energie?
Un rischio, Rafa, deve correrlo. A fine estate probabilmente sapremo quale.
 

Rossana Capobianco