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INTERVISTE

Ivan Ljubicic - 21.03.10

Traduzione a cura di Diego Bonomo

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I. LJUBICIC/A. Roddick 7-6, 7-6

Q. C’è voluto un po’ di tempo per riuscire a vincere uno di questi tornei.
IVAN LJUBICIC: Sì è vero. Nel 2005 e 2006 sentivo di meritarne davvero uno. A Madrid, ero avanti un break nel quinto con Rafa in finale. Con Berdych a Bercy ho perso al quinto. A Miami ho perso da Roger. Sono stati tre tiebreak ma ha dominato.
Ma guardando la mia carriera in generale mi sentivo come se mi mancasse uno di questi tornei. È davvero fantastico riuscire a vincerne uno finalmente.
Aggiunge qualcosa di speciale alla tua carriera. È qualcosa che... insomma, dopo la Coppa Davis, la medaglia olimpica, due classifiche di fine anno tra i top 10 e una tra i top 5, adesso anche un Masters 1000 fa sembrare tutto ancora migliore.

Q. Adesso qual è la tua prossima ambizione?
IVAN LJUBICIC: Non era propriamente un’ambizione. (ride)
L’ho considerata semplicemente partita per partita e tutto via via accadeva. Non posso ignorare che adesso sarò numero 13, 14. Voglio lottare per andare a Londra e terminare l’anno un’altra volta tra i top 10. Non sarà facile, questo è sicuro.
Il fatto di aver vinto qui non mi rende numero 3, 5 nel mondo. Devo essere realista e cercare di ottenere il settimo o l’ottavo posto dai giocatori più giovani che potrebbero essere infortunati o non in forma, o non costanti. (ride)
Ma la stagione è ancora lunga e chissà cosa accadrà.

Q. Giocherai sulla terra, che non è probabilmente la tua superficie preferita, ma…
IVAN LJUBICIC: Mi piace. Beh, non proprio. Il mio miglior risultato in uno Slam è stato al Roland Garros. L’anno scorso ho fatto due quarti di finale nei Masters di Madrid e Monte-Carlo.
Mi piace giocare sulla terra. Il mio nuovo ranking mi aiuterà ad essere testa di serie e quindi non giocare con i migliori all’inizio.
Vedremo cosa accadrà. Una cosa è sicura: non giocherò con molta pressione. Lo avrete visto oggi. Ero davvero rilassato durante tutto il match e me lo sono davvero goduto.
Potete aspettarvene ancora di più in futuro.

Q. Quanto questo rilassamento, la tua nuova forma fisica e la qualità di questa vittoria cambiano le tue prospettive per la stagione?
IVAN LJUBICIC: Beh, mi rilassa ancora di più. Non reagisco alle aspettative dei media, del pubblico, della gente e di chiunque altro.
So cosa sono in grado di fare. E so anche che il fatto di aver vinto qui non significa che vincerò Miami o altro.
Bisogna essere realistici e cercare di consolidare questi risultati con altri risultati solidi, devo lavorare sul mio corpo per essere in forma e competitivo.
So quanto sia difficile battermi, e darò filo da torcere a chiunque sarà dall’altra parte della rete. Questa è l’unica cosa che posso promettere al momento.

Q. Non stai seguendo l’approccio di Davydenko secondo cui la gente dovrebbe spaventarsi di lui?
IVAN LJUBICIC: Non penso che debbano spaventarsi di me. Non farò male a nessuno. (ride)
Possono essere preoccupati riguardo all’esito del match contro di me, ma non spaventati.

Q. Sei stato affabile sul campo quando hai parlato di Andy, ma alcuni dicono che lui ha abbandonato il suo tipico gioco di sola Potenza. Puoi dirci cosa secondo te lui ha portato al tennis e come lo valuti?
IVAN LJUBICIC: Esattamente quello che ho detto. L’energia e lo sforzo che mette non solo in ogni match ma anche in ogni sessione d’allenamento è considerevole.
Sia io che Andy stiamo giocando il nostro miglior tennis anche rispetto a quando abbiamo avuto il nostro best ranking.
Lui gioca molto meglio adesso rispetto a quando era numero uno nel 2003. Io penso di giocare meglio adesso che nel 2006 quando ero numero tre.
È solo che questi giocatori giovani sono incredibilmente bravi ed in forma. Lui è nei top 10 da molti molti anni. Molti direbbero solo col servizio, ma non è vero.
Non si può essere top 10 per 10 anni solo col servizio. È un gran concorrente. Roger è un mio amico ma mi è dispiaciuto molto che Andy non abbia vinto Wimbledon.
Perchè come io avrei meritato di vincere un titolo dei Masters 1000, lui di sicuro merita di vincere una volta Wimbledon. Dopo Roger, lui è il miglior giocatore sull’erba di questa generazione.

Q. Dici che lui sta giocando meglio adesso che….
IVAN LJUBICIC: Sì, ad esempio il suo rovescio. Lo ricordo giocare nel 2002, 2003. Se trovavi il suo rovescio due volte di fila vincevi il punto.
Adesso è un colpo fantastico. Molto solido. Non sapeva giocare lo slice prima. Le sue volée sono molto più solide adesso.
È migliorato molto. È obbligatorio per restare nell’elite per così tanto tempo. Devi migliorare ogni giorno. Non si può essere buoni giocatori e rimanere a quel livello, perché dopo sei destinato a scendere.

Q. Puoi parlare del tuo gioco oggi nei tiebreak?
IVAN LJUBICIC: Penso che sia stata più una questione mentale, in entrambi i tiebreak. Mi sono sentito più rilassato, soprattutto nel secondo tiebreak. In realtà, sono accadute alcune cose strane verso la fine del match.
Ma ciò dimostra quanto ero rilassato. Dopo quel lungo punto in cui ho preso il mini break all’inizio del tiebreak, dopo il 2-1, ho sentito di dover trovare due gran servizi per spostare tutta la pressione su di lui.
Questo è esattamente ciò che è accaduto. Ho trovato due gran servizi, 4-1. Ho sentito che lui era sotto pressione, ho continuato a spingere e lui ha mancato un altro dritto.
Sul 5-1 è quasi finita. Sul 5-1 ho giocato quella stupida palla corta che non dovrei mai fare.
Sul 5-2 sono venuto a rete, cogliendolo di sorpresa. Non penso che se lo aspettasse. L’ho forzato a passarmi con uno slice, che non è cosa semplice.
Dopo sul 6-2 sono andato con gran seconda, perchè è il mio colpo migliore. Forse qualcuno direbbe che sono pazzo, ma se non spingo col servizio con cosa spingo? (ride)
Abbiamo visto cosa è accaduto con il dritto. Ho giocato una palla corta. Mi sono sentito come se fosse il mio colpo migliore. Avrei dovuto spingere. Ho sbagliato, ma avevo il vantaggio del 6-2. È molto. Sul 6-5 ho chiuso con un buon servizio.

Q. Pensi che il nono game del secondo set, quando hai salvato dei break point, sia stato cruciale?
IVAN LJUBICIC: Ci sono stati molti momenti cruciali. Non dimentichiamo il primo game del match. Io ero 0-40 avanti. Ho avuto la chance di andare avanti e poter tenere il controllo del match.
Ma non sono riuscito a fare il break. Ci sono stati molti punti cruciali. Ma certamente in un match come questo, finito senza break, ogni break sarebbe stato probabilmente la cosa più importante della partita.
Quei break point che ho salvato erano dei punti veramente molto importanti, perchè mi sono sentito un pochino stanco alla fine del secondo set.
Devo essere onesto. 7-6 al terzo contro Rafa ieri mi ha portato via molta energia e sono contento di essere riuscito a chiudere in due oggi.

Q. Quanta fiducia hai tratto da questo torneo e dal terzo set contro Rafa? Quanto quella fiducia ti ha aiutato ad essere rilassato nei tiebreak oggi contro Andy?
IVAN LJUBICIC: Stamattina certamente ero un pò nervoso prima del match, specialmente prima di una finale.
Mi dicevo che vincere o perdere non mi avrebbe cambiato la vita. Certo sarebbe bello vincere, ma se perdo non è la fine del mondo.
La mia carriera non sarà buona o pessima a causa di questo match. Cercavo di pensare questo genere di cose.
Ciò mi ha rilassato un po’, specialmente dopo non aver fatto il break nel primo gioco. Anche perchè se avessi avuto un break all’inizio del match, avrei avuto la pressione di dover chiudere.
Ho provato a tenere la pressione su di lui per tutta la partita.
Perciò è stato un gioco mentale. Quando ci sono due gran servizi, non molti scambi, è una partita mentale. Io sono stato fortunato ad essere più rilassato a fine match.

Q. Parli con rispetto di Andy Roddick; chiami amico Roger Federer. In passato nel tennis, le relazioni tra i tennisti sono state più turbolente. Sentiamo Nadal parlare di Federer e Federer parlare bene degli altri giocatori. A cosa attribuisci questo cambiamento d’atmosfera?
IVAN LJUBICIC: Penso che ci sia un immenso rispetto tra di noi. Non so cosa accadesse prima e perché i giocatori non si rispettassero, o se ciò fosse vero. Perché non ne sono sicuro.
Io ero molto vicino a Goran e lui era molto rispettoso verso alcuni giocatori ma non verso tutti.
Penso che Roger insegni molto a tutti noi. Il fatto che lui abbia vinto lo Stefan Edberg Award per molti anni, votato dai giocatori come il più corretto nel tour, mostra ai giovani come comportarsi negli spogliatoi, in campo, in sala stampa.
È il leader. Ovviamente il nostro leader. E siccome lo abbiamo come leader, noi tutti proviamo a rispettarci l’un l’altro. Penso che lui e Rafa abbiano mostrato come due campioni debbano rispettarsi.
Io rispetto tutti. Penso che chiunque ci sia per una ragione, e tutti siamo diversi. Lo sappiamo tutti. Ma ciò non significa che non debba piacerci qualcuno o che non dobbiamo rispettarlo.
Penso che sia una gran cosa avere personalità come Roger, Rafa, Novak e Andy. Sono tutti diversi.
Io posso solo parlare per me. Mia moglie mi ha insegnato ad essere rispettoso perché tutti sono diversi. In questo momento va così.
Non so se la prossima generazione sarà così, ma noi dovremmo essere orgogliosi di come ci si comporta negli spogliatoi al momento.

Q. Tu hai giocato stagioni dopo stagioni, tornei dopo tornei. Quale pensi sia la cosa più importante che hai imparato da questo sport?
IVAN LJUBICIC: Domanda difficile. In realtà è ciò di cui parlavo prima. Penso che il rispetto stia dando luce a questo sport.
Penso che lo stiano mostrando non solo i giocatori, ma anche gli allenatori, i fisioterapisti, i giornalisti e tutti quelli che stanno attorno a questo sport.
Il nostro sport è molto in salute. Anche in questo periodo di difficoltà finanziarie i tornei vanno avanti e provano a migliorarsi sempre di più, e lo stesso fanno i giocatori.
Penso che il tennis non abbia risentito di questi problemi di crisi nel 2008, 2009 ed anche nel 2010.
Ciò mostra come il nostro sport sia in salute. Torniamo di nuovo al rispetto. È bello vedere come i giocatori rispettino i tornei ed i tornei rispettino i giocatori.
In passato non è stato così. C’erano lotte, discussioni nell’Atp, tra tornei e giocatori. Vedere Rafa o Roger e Novak nel consiglio, che provano a capire il gioco dall’interno, mostra ai giovani come non sia solo questione di andare in campo e giocare e non dover dare niente anessuno.
Sono fiero di questo sport perchè è perfetto. È grandioso. Possiamo continuare a parlarne per molto tempo.
E sono fiero di aver l’Occhio di Falco. Stiamo provando a rendere questo sport il più corretto possibile. Spero che continueremo su questa via.

Q. Andy ne ha parlato. Hai mai pensato di ritirarti?
IVAN LJUBICIC: No non ci ho mai pensato. Ho avuto periodi difficili, nel 2007. Lo continuo a dire. L’anno scorso ho perso al primo turno cinque volte di fila in questo periodo dell’anno. Ero venuto qui con cinque sconfitte consecutive.
Ho giocato con Nishikori al primo turno sul campo centrale. Sessione serale, faceva molto freddo. Ho vinto 6-3 6-3 ed ero molto contento, forse quanto oggi. Finalmente avevo vinto un match. Mi sentivo come se fosse il punto di svolta. (ride)
Perciò ci sono stati momenti difficili. Sono stato intervistato a Dubai quando ho perso per la quinta volta al primo turno. Ho detto che se le cose non fossero migliorate avrei dovuto considerare di fare qualcos’altro.
Quelle parole probabilmente sono arrivate negli spogliatoi ed i giocatori ne avranno parlato.
Ero vicino al ritiro? No. Ho avuto problemi come chiunque altro.

Q. Come celebrerai questa vittoria e quanto sarà diversa dalla tua festa di compleanno?
IVAN LJUBICIC: Solo con le persone che mi sono vicine, la famiglia, l’allenatore, il fisioterapista e gli amici qui ad Indian Wells.
Devo fare le valigie e prepararmi per il prossimo torneo. Fortunatamente adesso abbiamo più tempo, quattro giorni da qui all’inizio di Miami.
Perciò mi posso rilassare un po’, rigenerarmi, ritrovare un po’ di energia. Il prossimo torneo è dietro l’angolo, perciò devo cercare di essere pronto.

Q. Con quel montepremi, comprerai qualcosa di speciale per tuo figlio?
IVAN LJUBICIC: Non puoi immaginare quanti giocattoli abbia. (ride)
Siamo molto lontani da casa perciò qualsiasi cosa compriamo dobbiamo portarcela dietro. Deve essere contento di ciò che ha. Ha molti giocattoli, credimi.

Q. Quando ti allenavi con Roger prima dell’inizio di questo torneo, avevi mai pensato o sognato di essere adesso qui?
IVAN LJUBICIC: No, a dire la verità no. Lo speravo. Avevo visto il tabellone ed avevo visto Djokovic al quarto turno. Sappiamo tutti che avevo perso cinque volte di fila con lui.
Il mio obiettivo era di provare ad arrivarci e poi vedere cosa sarebbe accaduto. Questo era il primo obiettivo. Dopo Djokovic ho avuto Juan Monaco. So quanto può essere difficile batterlo.
A quel punto si possono trovare avversari così difficili da non poter pensare, oh dio, forse posso vincere. Bisogna pensare partita dopo partita. Ogni giorno al risveglio dovevo essere convinto di poter battere il prossimo avversario.
E poi quando arriva questo giorno, la finale, pensi che puoi vincere. Ma non pensavo di vincere il titolo prima che iniziasse il torneo. Certamente no.