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25/05/2010 11:12 CEST - Sondaggi

Nadal meglio di Borg?

Secondo un sondaggio del quotidiano francese l'Equipe il maiorchino è il più forte di sempre sulla terra battuta, ma di poco. Tra i votanti, oltre ad alcuni campioni del passato, anche Zio Toni che ha detto Borg. E Federer chi ha votato? Christian Turba

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In tutti i siti, blog e forum dedicati al tennis, impazzano periodicamente le discussioni su chi sia stato il miglior tennista di tutti i tempi: chi dice Federer, chi Laver, chi Sampras, etc.. Talvolta, poi, si aggiungono sondaggi più “ specifici”: chi è stato il migliore sul cemento, chi sull’erba, chi sulla terra battuta..

Alla vigilia del Roland Garros, proprio sulla classifica all-time di terra battuta si è voluto soffermare il principale quotidiano sportivo d’Oltralpe, “ L’Equipe”, che venerdì scorso ha radunato nella sua sede sociale (a Boulogne-Billancourt, vicino Parigi) 17 esperti, per eleggere il migliore esponente del tennis sul rosso dal debutto dell’era Open (1968) ad oggi. Sulla terrazza in legno del bar dell’edificio parigino, tra un calice di champagne e una degustazione di crostacei e caviale, i 17 si sono visti consegnare delle carte da gioco raffiguranti 32 tennisti tra i più performanti dell’era moderna su terra battuta: ciascuno di loro doveva selezionarne 10 e classificarle, attribuendo loro un punteggio discendente da 10 a 1 punto, ed inserirle in una busta. Lo spoglio dei voti avrebbe, alla fine della serata, decretato la graduatoria finale.

Già prima di sapere i risultati di questo voto, si potevano intuire i nomi dei candidati principali: Rafael Nadal e Bjorn Borg. A spuntarla, per 4 incollature (163 voti contro 159) è stato il maiorchino. La scelta, bisogna ammetterlo, era veramente dura. L’”Orso” scandinavo, dalla sua, aveva 2 Roland Garros (6 contro 4) e 2 tornei su terra battuta (30 contro 28) vinti rispetto al mancino di Manacor: d’altro canto quest’ultimo, oltre a detenere un’impressionante 92, 5% di match vinti su questa superficie (percentuale che si alza al96,8% per il solo Roland Garros) , nonché la serie record di 81 vittorie consecutive tra aprile 2005 e maggio 2007, ha il merito di essersi aggiudicato ben 13 Masters Series sul rosso, tra i quali 6 titoli monegaschi consecutivi (2005-2010), 5 edizioni degli Internazionali d’Italia di cui 3 di fila (2005-2007) ed entrambi i trofei di Amburgo e Madrid. La sensazione è che proprio questa maggiore infallibilità nei tornei extra-parigini, contro un Borg che ha vinto “solo” 2 volte gli internazionali d’Italia e 3 volte il torneo di Montecarlo e che rimediava in media un maggior numero di sconfitte nel corso della stagione in terra battuta, abbia avuto la sua importanza nel far pendere la bilancia a favore del 24 enne spagnolo. Ovviamente, queste classifiche vanno prese con beneficio d’inventario e non tengono di vari fattori, come il fatto che il 53enne di Sodertalje fosse solito giocare 1 o 2 tornei in preparazione dello slam parigino (oltre al WCT indoor di Dallas), contro i 3/4 fissi di Nadal, ma sono comunque abbastanza indicative dei valori in campo.

Qualche scalpore può destarlo il fatto che in questa giuria “dei 17 saggi”, comprendente la créme de la créme del tennis transalpino (Henri Leconte, Guy Forget, Sebastien Grosjean, Fabrice Santoro tra gli altri) nonché personalità di spicco del mondo tennistico (come Bob Brett e l’ex pro Mansour Bahrami), fosse presente anche Toni Nadal, zio e allenatore di Rafa. Quanto ha pesato il suo voto? Non molto, perché nella sua classifica Borg ha superato tutti. Oltretutto, il 49enne spagnolo si è reso protagonista di un’involontaria gaffe quando è apparso il suo voto, che piazzava il nipote davanti a Borg: “ No, no!Fermate tutto, mi sono sbagliato!” ha gridato. Cos’era successo? Inizialmente propenso a schierare a concedere un “pari punti” ad entrambi i contendenti, Toni si era infine deciso a dare una preferenza, ma nella fretta aveva scelto Nadal allorché voleva premiare lo svedese, “perché quello che conta e che bisogna guardare è il giocatore che sembra imbattibile,e Borg lo è stato più di quanto lo sia Rafa”. Terminato lo scrutinio, lo zio-allenatore ha immediatamente riferito il risultato del sondaggio al numero 2 mondiale, affermando che “Rafa è stato molto contento quando gli ho spiegato come si è svolto e chi ha votato. Soprattutto persone del mondo del tennis di oggi che conosce ed apprezza come Guy Forget, Fabrice Santoro, Sebastien Grosjean o Bob Brett. Si è detto onorato di finire davanti a Borg, che ha comunque scritto la storia del tennis”.

Tra l’équipe giudicante era altresì “presente-assente” (perché costretto a stare negli Stati Uniti) uno dei candidati ai primi posti, Mats Wilander. Lo svedese, cavallerescamente, non ha portato acqua al suo mulino e ha così votato: 1. Borg, 2. Nadal, 3. Lendl 4. Vilas. Anche il suo parere è stato decisivo nel sancire il 3°posto di Ivan Lendl, il ceco vincitore di 3 Roland Garros (84, 85, 87) e protagonista di epiche battaglie terricole con Wilander stesso o col suo “gran nemico” John Mc Enroe: poco male, perché Mats si è comunque aggiudicato la palma di 4° miglior tennista su terra battuta, precedendo di sole 9 lunghezze “ Guga” Kuerten, 3 titoli a Parigi (come i suoi 2 predecessori immediati nella graduatoria) ma anche tanti infortuni che ne hanno frenato la seconda parte di carriera e ne hanno limitato i titoli conquistati (14, contro i 21 di Wilander e i 29 di Lendl).

Al 6° e 7° posto della classifica troviamo invece due giocatori la sua carriera sul rosso è stata limitata dal fatto di essere incappati nelle epoche dei due primatisti, ma che proprio per questo sono stati rivalutati in sede di votazione: Guillermo Vilas e Roger Federer (1 titolo del Roland Garros ciascuno, e in più l’argentino vanta ben 46 titoli sulla superficie e il vecchio record di match vinti consecutivamente, 53). Il pensiero dei giurati su questi due tennisti è perfettamente riassunto da “ Le Magicien”: “Che cosa sarebbe stato Vilas se non ci fosse stato Borg? O Federer senza Nadal? –dice Fabrice Santoro- Ecco perché, quando si piazzano Borg e Nadal, bisogna alzare la classifica di coloro che si sono regolarmente rotti i denti in finale contro di loro”. Subito dietro di loro trovano spazio i terribili “Aussies” degli anni’60, Rod Laver (8°) e Ken Rosewall (10°). La loro candidatura è stata sostenuta in particolar modo dal finalista dell’edizione parigina del 1972 Patrick Proisy, secondo il quale “non si possono non mettere nei dieci, tenendo conto che non hanno potuto giocare che per 2 anni (nell’era Open, ndr) e che hanno disputato le finali del 1968 e del 1969 –vincendone una ciascuno, ndr”. Questa evidenza, oltre che una considerazione complessiva della loro carriera (come escludere il vincitore di 2 grandi Slam e un giocatore che ha rivinto due Roland Garros a 15 anni di distanza l’uno dall’altro?) spiega la loro inclusione nella top-10 terricola, malgrado i due abbiano vinto, nel periodo considerato, “solo” 6 e 9 titoli ciascuno. Come ultimo elemento dell’elite della terra rossa, gli esperti hanno infine scelto (classificandolo al 9°posto) l’austriaco Muster, passato alla storia per l’impressionante annata 1995 (ben 10 titoli sul rosso, tra cui Roma, Montecarlo e Roland Garros) e per i 40 titoli frutto dei numerosi tornei minori disputati, ma che paga il fatto di essersi “eclissato” dopo la famosa semifinale parigina del 1996, persa da Stich, e di aver combinato poco nella capitale francese, “anno gratiae” 1995 escluso.

Al di fuori della top ten, si possono notare assenze illustri, come quelle dei bicampioni parigini Sergi Bruguera ( a pari punti con Rosewall ma classificato 11° in seguito a uno scrutinio ad alzata di mano conclusivo) e Jim Courier, di André Agassi e Ilie Nastase e degli spagnoli Manuel Orantes e Juan Carlos Ferrero. Se alcuni di costoro hanno pagato la scarsa presa popolare (come Bruguera), per altri (Courier ad esempio) l’esclusione dai 10 si può spiegare col breve periodo di dominio sulla superficie e col fatto che “non ha apportato niente di personale al gioco (come sostiene il giornalista Guillaume Durand) o che “al di fuori del Roland Garros, non ha vinto granché” (secondo Patrice Hagelauer-anche se i 2 allori romani non sono proprio da buttare.. ). Altri ancora hanno pagato la bassa percentuale di titoli vinti rispetto ai loro avversari: questo è stato ad esempio il caso di Agassi o di Nastase, che Henri Leconte (malgrado il tris a Montecarlo dal 1971 al 1973 e il Roland Garros del 1972) ha scartato all’ultimo in favore di Rosewall motivando la sua scelta col fatto che “è un amico, ma non mi baso sul talento, privilegio i titoli”.

Da un parere sulla spinosa questione non si è voluto esimere nemmeno il grande avversario del maiorchino, Roger Federer. Dopo aver detto che “ il primo nome che mi viene in mente è quello di Rafa, perché l’ho spesso affrontato, in questi ultimi anni, soprattutto su terra battuta” ed aver aggiunto che “l’altro grande nome, certamente, è Borg” lo svizzero ha espresso la sua preferenza. “ Alla fine voto Borg –ha detto perché Rafa gioca ancora e non si sa quello che il futuro gli riserva. La sua carriera non è ancora terminata: immaginiamo che perda 10 volte di fila al primo turno: il giudizio verso di lui cambierebbe automaticamente”.
Al di là di questa dichiarazione, piuttosto diplomatica, quello che si può dire è che, presumibilmente, sulla vittoria dell’iberico abbiano pesato in buona misura i grandi duelli che costui ha sostenuto, e spesso vinto, con il numero 1 mondiale: su tutti, ricordiamo la finale di Roma 2006 e le prime 2 finali del Roland Garros (2006 e 2007). Al contrario, di Borg non si ricordano avversari di tale livello sulla terra rossa: il già menzionato Vilas non l’ha mai battuto sulla terra in tornei importanti, e Panatta è durato a livelli altissimi solo nel 1976. A proposito del nostro Adriano, i colleghi d’Oltralpe sembrano essersi dimenticati di lui, dato che non gli hanno assegnato alcun voto.

Maggiormente tranchant è stato il parere degli internauti, che sul sito Internet del quotidiano parigino ha premiato nettamente Nadal. In questo caso, a pesare è stata soprattutto la differenza generazionale tra i due campioni, come ammette candidamente l’utente Ben11 sostenendo che ”Nadal esce vincitore da questo sondaggio nella misura in cui coloro che navigano su questo sito hanno per la maggior parte meno di 20 anni”: concetto più o meno replicato da Sesse 97, per il quale “Di Borg non conosco che il palmares, mentre Nadal è una gamma di emozioni”.Tuttavia, lo svedese è comunque riuscito ad assemblare una fetta di nostalgici: “Borg vuol dire comunque 6 Roland Garros, di cui due riportati in maniera allucinante nel 1978 e nel 1980” analizza Mercator.

Nel frattempo, i 17 giurati si preparano alla prossima classifica, quella femminile, che l’ex capitano di Coppa Davis Jean Paul Loth aveva già previsto schierando il terzetto “Evert, Court, Graf”. E voi, cari lettori di Ubitennis, per chi state? Nadal, Borg o nessuno dei due?

La classifica:
1)Rafael Nadal (163 punti)
2)Bjorn Borg (159 punti)
3)Ivan Lendl (111 punti)
4)Mats Wilander (Swe-96 punti)
5)Gustavo Kuerten (Bra-87 punti)
6)Guillermo Vilas (Arg-80 punti)
7)Roger Federer (Sui-61 punti)
8)Rod Laver (Aus-41 punti)
9)Thomas Muster (Aut.37 punti)
10)Ken Rosewall (Aus-28 punti)
11)Sergi Bruguera (Esp-28 punti)
12)Ilie Nastase (Rou-24 punti)
13)Manuel Orantes (Esp-8 punti)
14)Jim Courier (Usa-7 punti)
15)André Agassi (Usa-3 punti)
16)Juan Carlos Ferrero (Esp- 2 punti)
 

Christian Turba

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25 Maggio 2004

I francesi Arnaud Clement e Fabrice Santoro giocano il match più lungo della storia al primo turno del Roland Garros: Santoro sconfigge Clement col punteggio 6-4 6-3 6-7(5) 3-6 16-14 in 6 ore e 33 minuti. Il match viene giocato su due giorni: 4 ore e 38 minuti il primo giorno -fino al 5-5 nel quinto set- e 1 ora e 55 minuti il secondo giorno. « Non m'importa. Che cosa otterro', una medaglia? Potrebbe esserci un match ancora più lungo domani. Non gioco a tennis per passare più tempo possibile sul campo ».

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker