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06/06/2010 13:29 CEST - Roland Garros 2010

Schiavone magica match perfetto

Quando nel 1976 ho applaudito in questo stadio la vittoria di Adriano Panatta non pensavo che avrei dovuto attendere 34 anni per provare una gioia simile. Più meriti di Francesca che demeriti della Stosur. Nel maschile, abbiamo la migliore finale possibile dopo quella che tutti si aspettavano. Rino Tommasi

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Quando nel 1976 ho applaudito in questo stadio la vittoria di Adriano Panatta non pensavo che avrei dovuto attendere 34 anni per provare una gioia simile. Ma se solo mi fosse stata posta la stessa domanda dieci anni fa avrei pensato che non mi sarebbe stato possibile festeggiare un’altra vittoria italiana in questo torneo.
Questo per dire che la situazione del nostro tennis era tale che ci sarebbe voluto un atto di fede di proporzioni clamorose per sperare, non dico ieri ma due settimane fa, che Francesca Schiavone sarebbe riuscita a vincere il Roland Garros.
Invece è successo che, dopo aver ceduto contro la russa Kulikova il primo set del suo incontro di primo turno, Francesca ne ha infilati 14 uno dopo l’altro e non si è più fermata
Ha realizzato un’impresa straordinaria perché ad ogni partita ha giocato meglio di quanto aveva fatto in quella precedente, una progressione che è difficile da spiegare in termini tecnici ma alla quale può dare invece un contributo la psicologia.
E’ possibile che una classifica delle prestazioni nel torneo della nostra giocatrice possa essere influenzata dalla diversa importanza delle sue avversarie e del turno raggiunto ma onestamente sono convinto che nell’ordine le migliori prestazioni di Francesca siano state quelle contro la cinese Na Li, contro la danese Wozniacki ed infine quella giocata ieri contro la Stosur.
Ora naturalmente ci sarà chi dirà che sia stata piuttosto l’australiana a giocar male che la Schiavone a giocar bene. Ma sono convinto che Francesca abbia giocato una grande partita, soprattutto perché ha scelto con grande lucidità i momenti in cui era giusto prendere l’inziativa. La Schiavone non è mai stata una grande giocatrice di volo ma non ha sbagliato una sola volee, una sola scelta tattica. Inoltre ha sempre reagito con prontezza nei pochi momenti in cui si è trovata in difficoltà, soprattutto quando, dopo aver mancato due palla break sull’uno pari del secondo set, ha ceduto il proprio servi zio e si è trovata indietro per 1 a 4. Rapidamente è risalita fino al 4 pari, ha raggiunto il tie-break e lo ha dominato infilando, dal 2 pari, cinque punti consecutivi.
E’ stata anche brava e divertente nelle sue dichiarazioni mescolando con bravura francese, inglese ed italiano.
Oggi si chiude con la finale del singolare maschile. La giocano, per la quinta volta, Rafael Nadal, che ne ha vinte tre contro Roger Federer ed una, la prima, contro Mariano Puerta, e per la seconda volta, Robin Soderling, che ha perso quella dell’anni scorso contro proprio contro Federer.
E’ la migliore finale possibile dopo quella che tutti avremmo voluto vedere. Nadal è in serie positiva da 22 incontri, dopo essere stato quasi un anno senza vincere un torneo.
Soderling avrebbe preferito giocare questa finale su una superficie più rapida ma è anche uno dei pochi ad aver battuto Nadal sulla terra. Il bilancio dei confronti diretti è di 3 vittorie a 2 a favore dello spagnolo ma Soderling ha vinto le ultime due sfide, lo storico confronto dall’anno scorso che è costato a Nadal l’unica sconfitta da lui mai subita qui al Roland Garros, ed una successiva partita giocata nel novembre dell’anno scorso al Masters di Londra, probabilmente nel momento meno felice della carriera di Rafa.
Nadal non ha ancora perso un set in questo torneo ma ha lasciato per strada 50 games. Due anni fa ne aveva perduti 41 in sette partite ma il record appartiene a Bjorn Borg che nel 1978 ne aveva ceduti soltanto 32 e nel 1980 addirittura 38.

Rino Tommasi

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker