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13/07/2010 10:30 CEST - Profili

E poi finalmente Fish...

Sull'erba di Newport Mardy sconfigge Rochus col punteggio di 5-7 6-3 6-4 e si aggiudica il quarto titolo ATP su quindici finali in carriera.Ripercorriamo la vita agonistica di questo all american boy che ha saputo risollevarsi da infortuni e conseguenti crolli di classifica. Antonio Taviani

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Non importa frequentare Er Mandrake o Er Pomata per sapere che Mardy Fish non è proprio quello che i nostri definirebbero un cavallo sicuro,anzi,spesso ha reso felici gli avversari che se lo son trovato di fronte.
Per l'esattezza undici volte su quindici,il buon Mardy ha osservato i rivali di turno alzargli sotto il naso il trofeo che conta.
Nato a Edina,Minnesota, il 9 dicembre 1981, all'età di quattro anni si trasferisce in Florida con la famiglia ed è lì che inizia il suo percorso di formazione tennistico.
Gli appassionati sanno della profonda amicizia che lo lega a Andy Roddick,anche lui del 1981,un rapporto consolidato nel 1999,quando Andy lo ha ospitato a casa sua sempre in Florida.
Amici anche in campo, in doppio si sono aggiudicati due titoli,il primo sulla terra texana di Houston nel 2002 e il secondo sette anni dopo nel deserto californiano di Indian Wells,mentre da avversari si sono incrociati due volte in finale e in entrambi i casi si è imposto Roddick, nel 2003 nel Master 1000 di Cincinnati e nel 2004 a San Josè.
Il 2003 è l'anno in cui Fish si fa conoscere al grande pubblico,disputando quattro finali con il titolo conquistato a Stoccolma dove riesce a battere il beniamino di casa Robin Soderling e a chiudere la stagione alla posizione numero venti.
Jamie Foxx in "Ogni Maledetta Domenica" espone la sua teoria sulla vita dove secondo lui conta solo vincere,mentre viene intervistato risponde con domande per lui e per molti retoriche,tipo "...chi si ricorda chi è stato eletto vicepresidente?" oppure "...chi si ricorda chi è arrivato secondo alle Olimpiadi?", beh,ecco che il nostro Fish avrebbe fatto al caso suo,dato che nel suo palmares vanta anche la medaglia d'argento ad Atene 2004 dove fu sconfitto dal cileno Massu.... se ne ricordava qualcuno?
Il 2005 è purtroppo il suo anno maledetto con l'infortunio al polso in occasione degli Internazionali d'Italia,si opera in giugno,torna a giocare in luglio,ma a settembre è nuovamente sotto i ferri.
Con la tipica tenacia che contraddistingue gli americani,non si perde d'animo,riprende a giocare iniziando la stagione successiva addirittura fuori dai primi trecento,ma in aprile torna già competitivo aggiudicandosi il titolo a Houston,dove sconfigge in finale Jurgen Melzer.
Vince anche un paio di challenger e fa quarti in altri tre tornei del circuito,concludendo l'anno al numero quarantasette. Nel 2007 si mantiene a "regime" e raggiunge per la prima volta i quarti in un torneo dello Slam,a Melbourne,dove,toh chi si rivede,viene fermato da Andy Roddick.
L'anno successivo rientra nei primi trenta ed è il terzo giocatore made in Usa alle spalle di Roddick e Blake,gioca come sempre bene sulle superfici veloci,ma stupisce anche i suoi tifosi quando a Indian Wells raggiunge la finale sconfiggendo tre top ten uno dietro l'altro,Davydenko in ottavi,Nalbandian in quarti e Federer in semi,prima di cedere a Djokovic che allora si aggiudicò il torneo.
Ripete la sua miglior prestazione a livello di slam a Flushing Meadows,dove si arrende a Nadal in quarti di finale.
Dovrà attendere il primo marzo 2009 per tornare ad assaporare il gusto della vittoria quando si impone in due set sul russo Korolev a Delray Beach.
Per ricordarsi che la fortuna è cieca e che l'altra invece ha 11/10,si frattura una costola e,in piena nostalgia del chirurgo in settembre si opera al ginocchio sinistro infortunato.
Il resto è storia recente,una stagione senza grandi acuti,poco o niente negli slam,la finale persa con Querrey al Queens,dove peraltro aveva eliminato Murray,per arrivare poi al successo sull'erba di Newport della scorsa settimana.
Quattro dunque i tornei vinti e,fatto non proprio comune a tutti,l' essere riuscito ad imporsi su tre superfici diverse.
In definitiva un giocatore che sul veloce può mettere in difficoltà anche i più forti,servizio di quelli pesanti,rovescio più sicuro del dritto,che nelle giornate di grazia gli porta comunque molti punti.
I suoi colpi sono tendenzialmente piatti,quindi spesso in una partita è lui che "sceglie",salvo quando si trova di fronte i primissimi che in ogni caso appartengono ad un'altra categoria.

Antonio Taviani

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker