Italiano English Français
HOMEPAGE > > Aspettando Gianluigi Quinzi

29/07/2010 23:14 CEST - PROFILI

Aspettando Gianluigi Quinzi

Il quattordicenne italiano vince il titolo europeo under 14, alimentando le speranze di avere un nuovo campione dopo Adriano Panatta. La storia, la crescita e le prospettive dell'astro nascente del nostro tennis. Francesco Ferrando.

| | condividi

Chissà se per Gianluigi Quinzi è stato tutto un gioco. Diventare il secondo italiano di sempre a vincere il titolo europeo under 14 (dopo il compianto Federico Luzzi), ritrovarsi tra le mani un trofeo enorme. Alzarlo e sentirlo leggero, sotto il cielo di Pilzen. Più leggero delle aspettative di una nazione tennistica memore di troppe delusioni e che aspetta da tempo un nuovo salvatore. Già, le speranze italiane... Quelle che hanno triturato un discreto numero di promesse non mantenute, come Pietro Ansaldo o Alice Canepa. Oppure mantenute a metà, come lo stesso Luzzi, Gaudenzi e, in fondo, Fabio Fognini.

Ma per Quinzi la storia è diversa, o almeno così sembra. Perché come per tutti i messia che si rispettino, ci sono i segni della predestinazione, segni che altri non avevano. Gli stessi che riuscì a scorgere il suo primo maestro, Antonio Di Paolo, e che qualche anno più tardi lasciarono di sasso Adriano Panatta, quando a Macerata si ritrovò davanti un ragazzino biondo che gli restituiva le palline sotto forma di missili. Aveva sette anni, all'epoca, Gianluigi Quinzi. Una precocità che, parlando di altri sport, ricorda quella di Valentino Rossi o di Antonio Cassano. Forse ancora più stupefacente.

Quinzi nasce a Cittadella il primo febbraio 1996, lo stesso giorno di Gabriel Omar Batistuta e di Buster Keaton. Cresce a Porto San Giorgio in una famiglia di sportivi: la madre, Carlotta, è stata nazionale di sci e pallamano. Luca - il padre - è un ingegnere, proprietario di un'impresa di costruzioni e presidente del tennis club locale, con un passato da discreto giocatore di terza categoria. Il figlio si accosta inizialmente allo sci alpino, arrivando addirittura secondo ai campionati under 10 del Trentino-Alto Adige, ma già a tre anni prende in mano la prima racchetta e a sette arriva in semifinale al Nike Junior Tour under 10. Matura in quel periodo l'idea che il bimbo sia dotato di qualità fuori del comune.

Il padre decide di tentare la via degli Stati Uniti e lo iscrive al Little Mo, il prestigioso campionato giovanile under 10 in Florida. E Gianluigi vince, scrivendo il proprio nome sotto a quello di Roddick e Serena Williams. I talent scout della società di management sportivo IMG lo invitano a uno stage a Bradenton, e la famiglia parte per la corte di Bollettieri. Nick lo nota subito e decide di dargli una possibilità, offrendogli una borsa di studio presso la sua accademia: è il più giovane in assoluto a ottenerne una.

Gianluigi passa sei mesi negli States, altri sei in Italia. Impara l'inglese, fa amicizia con i coetanei dell'accademia provenienti da tutto il mondo, si cala sempre di più nella dimensione propria del tennis internazionale. Ma arrivano anche le prime difficoltà e i primi dubbi, soprattutto da parte dei genitori che si trovano a dover quale scegliere a quale futuro destinare il figlio. Investire la propria vita nello sport professionistico può rivelarsi un buco nell'acqua per un adolescente, figurariamoci per un bambino di otto anni. Questo Luca Quinzi lo sa bene.
Cerca di educare Gianluigi al giusto rigore: al mattino gli allenamenti, al pomeriggio lo studio, con la madre Carlotta a fare da tutor, seguendo un programma concordato con la scuola di Porto San Giorgio. Con buon profitto, pare.

Nel frattempo continua a vincere tutto: diventa il primo nella storia a ottenere il Grand Slam Kids, che raggruppa i più importanti tornei di categoria, tra cui i campionati nazionali americani, vinti lasciando per strada la miseria di quattro game.
Nonostante le pressioni, l'enfant prodige continua a bruciare le tappe in modo incredibile: nel 2005 vince il primo torneo under 12 e si aggiudica le finali del Nike Junior Tour, la più importante manifestazione mondiale per ragazzini tra i dieci e i dodici anni, vinta a suo tempo da Rafa Nadal. Col maiorchino, Quinzi, ha in comune anche il fatto di essere mancino, pur nascendo come destro naturale. Il gioco è però piuttosto diverso, molto esplosivo. Il ragazzino ha una forte propensione offensiva, un buon servizio e il suo colpo migliore è il rovescio bimane piatto, preciso, devastante. E, a differenza di molti suoi predecessori italiani, ha una struttura fisica adatta al tennis moderno: a 13 anni supera già il metro e ottanta di altezza.

A Bollettieri si affianca Riccardo Piatti: Gianluigi, in Europa, frequenta il gruppo del coach a Monte-Carlo, dove mette a punto soprattutto l'aspetto tecnico, pur continuando a frequentare l'accademy di Bradenton. Ma la collaborazione non ha vita lunga e a inizio 2009 il rapporto cessa "in modo amichevole", come recita il comunicato stampa. Anche se c'è chi parla di screzi tra il coach e la giovane promessa. Entra così nell'orbita di Eduardo Infantino, seguito da vicino da Eduardo Medica nella sua città natale. Il lavoro fisico è finalizzato al potenziamento della parte superiore, mentre sotto l'aspetto tecnico ci si concentra sul diritto - pesante e lavorato, ma non ancora definitivo - e nel cercare di migliorare la confidenza a rete del giovane marchigiano.

Nel frattempo si ritrova tra gli under 14, supera le qualificazioni in due tornei under 18, arrivando ai quarti di finale: a tredici anni è il più giovane giocatore a classificarsi nelle classifiche Itf Junior, mentre è quinto nel ranking under 16. Si arriva così al 2010, con vittoria nel prestigioso BNP Paribas, la prima posizione mondiale under 14 e il titolo europeo ottenuto in Repubblica Ceca: come Tommy Robredo, Mario Ancic, Richard Gasquet, Novak Djokovic e Marin Cilic.

Ora comincia una fase nuova per Quinzi. Dopo il mondiale, a fine agosto, lo aspetterà un mese di duro allenamento prima dell'Orange Bowl e, fine anno, l'esordio nei circuiti Itf Junior e Future.
Insomma, si inizia a fare sul serio e solo il tempo potrà dire quale sarà il futuro di Gianluigi Quinzi. L'astro nascente del tennis italiano ha alle spalle un percorso che forse nessun giocatore ha mai potuto vantare, ma la strada davanti a sé è altrettanto lunga e, nonostante tutto, incerta.
Gli adepti incrociano le dita e fanno scongiuri. Sperando di non ritrovarsi a rimpiangere l'ennesimo talento stritolato dalla pressione. E dall'ansia di intere generazioni, passate ad aspettare un nuovo messia.


 

Francesco Ferrando

comments powered by Disqus
TV Tennis
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

It must be Twitter: Roddick e Serena

Quote del giorno

“Che ci crediate o no, il mio coach, prima dell’inizio del torneo, mi ha detto che sarei stato in grado di giocare per dieci ore”

John Isner e un curioso aneddoto sul match dell’anno

Accadde oggi...

25 Luglio 1999

Patrick Rafter inizia la sua prima e unica settimana da numero 1 delle classifiche ATP, superando Andre Agassi. Il suo è stato il numero 1 più breve di tutta la storia del tennis maschile e femminile.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker