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19/08/2010 19:57 CEST - Regolamenti

Il sopruso ai danni di Lu: soluzione?

Abbiamo preso in esame la controversia arbitrale accaduta al taiwanese Yen-Hsun Lu nel Master 1000 di Cincinnati, costretto al ritiro durante il match contro Hewitt per un problema alla schiena, sotto 6-4 4-0. Le ragioni (o i torti) del fisioterapista e del giudice di sedia iraniano Ali Nili. Con buona pace del supervisor Thomas Karlberg, presente sul campo. L'analisi dettagliata a norma di regolamento (a cura di Livio Costarella) e il video integrale di ciò che è successo. Danilo Princiotto

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Yen-Hsun Lu e l'arbitro Ali Nili
Yen-Hsun Lu e l'arbitro Ali Nili

È possibile, con il regolamento attuale, che un giocatore si veda negata la possibilità di ricevere un medical timeout durante un cambio di campo? Sì, se si considera ciò che è successo a Yen-hsun Lu durante l’incontro di primo turno contro l’australiano Lleyton Hewitt, al Master 1000 di Cincinnati.

Il tennista di Taipei, passato alla storia come primo taiwanese in grado di raggiungere i quarti di finale in uno slam (Wimbledon 2010), è stato costretto al ritiro per un problema alla schiena sul punteggio di 6-4 4-0 in favore dell’australiano, dopo aspre discussioni con il giudice di sedia.

Dopo aver richiesto il medical timeout sul 5-4 in suo sfavore, infatti, Lu ha ricevuto dall’arbitro l’ordine di attendere, per ricevere l’intervento del fisioterapista fino a quando fosse stato lui a servire, subito dopo il cambio campo. In altre parole il giudice di sedia aveva proibito a Lu di chiamare il fisio poiché subito dopo sarebbe stato Hewitt a servire.

Continuando a giocare, Lu si è ritrovato, in men che non si dica, sotto 3-0 nel secondo set. Al cambio di campo, il tennista di Taipei ha richiesto il medical timeout ma il giudice di sedia, rinnovando l’ordine di attendere fino a quando non fosse stato lui stesso a servire, ha suscitato così la reazione di Lu e la sua energica protesta:

LU: “Perché non posso chiamare il medical timeout?”

ARBITRO: “È a sua discrezione (indicando il fisioterapista), lui decide se hai bisogno del suo intervento ora, se è urgente o se puoi aspettare”

LU: “Ma io non posso muovermi, già alla fine del set precedente mi ha detto che non avevo bisogno delle sue cure, e mi ha soltanto toccato per 20 secondi”

ARBITRO: “Ho capito, ma è lui che determina se un infortunio ha bisogno di cure immediate, non io, quindi….”

LU: “Quindi se ho un attacco di cuore non posso chiamare il medical timeout”

ARBITRO: “Se hai un attacco di cuore probabilmente lui non aspetterebbe”

LU: “Ma ho un infortunio e lui non può dedicarmi le sue cure? Sto aspettando da tre game”

ARBITRO: “Lui pensa che tu possa aspettare un altro game, la nostra priorità è che tu usufruisca del medical timeout prima del tuo servizio

LU: “Dunque lui può decidere ciò che vuole?”

ARBITRO: “È un professionista”

LU: “Ma la cosa importante è come mi sento ora”

Dopo aver protestato ancora con l’arbitro, Lu ha ricevuto il trattamento del fisioterapista solo sul 4-0 e ha rifilato a quest’ultimo le parole “Tu mi hai mentito!”. A cosa mai si riferiva il taiwanese?

Il nostro Livio Costarella è andato a spulciarsi per bene il regolamento e ha rivisto più volte il video della controversia.

«Quello che è successo a Lu – spiega Costarella - mi sembra un errore bello e buono, perpetrato dal fisioterapista e dall’iraniano (prossimo alla cittadinanza americana) Ali Nili, uno degli arbitri di sedia meno brillanti del circuito (“gold badge”, il massimo livello per un giudice di sedia). Mi piacerebbe sapere come l’Atp, o i due Supervisor di Cincinnati (Mark Darby e Thomas Karlberg), abbiano gestito la cosa nel dopo match.

Va precisato che prima della discussione, infatti, sul 5-3 per Hewitt nel primo set, Lu aveva chiesto per la prima volta l’intervento del fisioterapista. Si è atteso il suo arrivo e, finito il set, Lu aveva ricevuto un brevissimo massaggio alla schiena (ma non era un medical timeout). Poi è successo quello che abbiamo raccontato prima, nell’articolo.

Il supervisor che si avvicina a Lu, durante il medical timeout, è Thomas Karlberg: sembra quasi senza parole, imbarazzato per quello che è accaduto. Prima di andarsene scambia anche due parole con Dirk Hordorff (coach di Lu) e la faccia di Karlberg sembra ben più nera dei suoi capelli bianchi.

La cosa curiosa è che l’episodio rappresenta qualcosa di inesistente e molto strano. Ricordiamo che il fisioterapista in questione è un professionista, stipendiato dall’Atp, e quindi – in teoria - conoscitore delle regole e procedure in merito alla sua materia. È l’unico che può assumersi la responsabilità di decisioni importanti in quanto professionista.

La cosa curiosa è l’affermazione dell’arbitro rivolta a Lu: “Riceverai il trattamento prima del tuo turno di battuta”. Questo non esiste nelle regole. È solo specificato che il trattamento, quando non derivante da condizione acuta, deve avvenire al cambio campo. Tutto qui. Mi sorge il dubbio che questo particolare episodio sia frutto di nuove disposizioni dell’Atp e che quindi abbiano deciso di adottare questa procedura. Ma questo è solo un dubbio.

Partendo dal presupposto che da due anni a questa parte la politica sui trattamenti è cambiata, le condizioni mediche trattabili si dividono in a) acute, cioè visibili: richiedono un’attenzione immediata e b) non acute, non sono cioè visibili: possono essere gestite senza urgenza.

Quindi, nel caso “A”, il gioco può essere interrotto sempre e in qualsiasi momento dall’arbitro o dal giocatore (esempio una rovinosa caduta, un sanguinamento, un vomito, ecc.) mentre nel caso “B” il compito dell’arbitro è quello di spingere il giocatore a chiedere il trattamento nelle pause autorizzate (cambio campo o set-break).

È comunque sempre il fisioterapista che decide l’entità dell’infortunio, se il giocatore necessiti di trattamento immediato o no, ecc. L’arbitro si adegua solamente. In conclusione, per quello che mi sembra di poter dire a livello di regolamento, era giusto chiamare il fisioterapista sul 5-4 (nel primo set) ed era giusto trattare Lu in quel cambio di campo, a prescindere da chi serviva. È chiaro che in quella condizione di punteggio Lu non avrebbe mai servito sui giochi dispari, ecco perché si è arrivati sul 4-0.

Mi meraviglia che anche l’arbitro non abbia detto al fisio “No, devi trattare ora”. Forse l’Atp sta sperimentando tutto ciò. Non lo sapremo fino alla fine dell’anno, se fosse così. Sta di fatto che si è trattato, a mio modo di vedere, di un’interpretazione un po' ottusa del regolamento».

Analizzando questa condizione in via del tutto generale (e allontanandoci dal caso Lu), il mistero si infittisce ancor di più, ma dai piani alti non arriva nessun comunicato ufficiale. La sensazione è, come ha affermato Livio Costarella, che l’Atp voglia modificare il regolamento (anche se da ciò che si è visto, siamo ancora lontani da un sistema fluido e definitivo) e magari inasprirlo al fine di evitare i time out “tattici” (ma non è questo il caso di Lu), che possano far perdere il ritmo all’avversario soprattutto nei momenti chiave del match.

Alla luce dei recenti avvenimenti è oramai chiaro a tutti che la maggior parte dei giocatori (anche ad alti livelli) conosca bene il regolamento e che lo sfrutti in base alle proprie necessità nei momenti più difficili, perdendo talvolta anche quello che è il senso del tennis e dello sport in generale. È possibile che questa condizione diventi sempre più diffusa e che il tennis rischi di diventare una “sporca” strategia? Diventa necessario dunque optare per una variazione al regolamento? Ai lettori l’ardua sentenza.
 

Danilo Princiotto

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