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10/09/2010 23:16 CEST - Us Open

Nadal si brekka ma non si batte

Verdasco riesce nell'impresa finora impossibile di breakkare Nadal nel primo set, ma quando Rafa rientra il match finisce. Ora la sfida contro Youzhny (7-4 per lo spagnolo il bilancio), ma Rafa sembra lanciatissimo verso il career tennis Slam Gianluca Comuniello

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La sintesi di questa partita potrebbe intitolarsi: “non vedo come”. Non vedo come questo Verdasco, in questo vento, potesse venire a capo del Nadal newyorkese. Merito a Nando per aver fatto almeno una cosa mai riuscita a quattro avversari precedenti: breakkare Rafa. Succede nel terzo games del primo set. Nadal aveva già stabilito il record di “consistency" del servizio: mai nessuno era arrivato ai quarti di finale, nell'era open, senza perdere il servizio. Forse perché già soddisfatto di questa favolosa statistica, forse perchè Verdasco parte con ancora dentro l'adrenalina dello straordinario matchpoint vincente giocato contro Ferrer, ma all'uomo di Madrid riesce subito di dare un dispiacere al tifoso del Real Madrid. Verdasco si issa 3-1 e poi 4-2. Quanto può durare l'illusione di una partita? In questo caso dura sette games. Il tempo per Nadal di recuperare il break di svantaggio e poi via, senza più concedere nemmeno lo straccio di una palla break fino alla conclusione. Verdasco non è quello di Melbourne 2009 (e in più ha una caviglia un po' in disordine) . Nadal forse è quello di Melbourne 2009 con in più il servizio in versione faccio i buchi per terra. Date queste premesse, risulta impossibile che la partita non diventi un lento scivolare verso la sponda maiorchina della Spagna. Recuperato il break Rafa trova la gentile concessione di un game di battuta sciagurato di Verdasco, che cede a zero sul 6-5 servizio e set. Fine, virtualmente. Sì, Verdasco non si fa staccare. Ingaggia duelli di dritti mancini stretti in cui va avanti con l'orgoglio. Ma il suo servizio pare patire più il vento di quello di Nadal e in generale nello scambio l'impressione di solidità non è nemmeno paragonabile a quella offerta dal numero 1 del mondo. Nel vedere la partita dal vivo, il dato che colpisce è quello della velocità del dritto. Verdasco non è uno che scherza, quando decide di tirare la sua sportellata mancina. Ma il dritto di Nadal è veleno allo stato puro. Un veleno che ha due velocità: quella di crociera, comunque più che sufficiente a fare scambio alla pari. E quello di quando decide di tirare forte. In quei casi la palla non fa in tempo a lasciare il piatto corde che già la vedi “sbisciare” (lo so che il verbo non esiste, ma è il termine che mi è venuto in mente) dall'altra parte. E oltre ad essere una biscia imbizzarita che schizza su come una dannata è anche maledettamente veloce e potente. E' un dritto che può essere rappresentato da questa immagine: pensate di essere Verdasco (è un bell'essere in generale, lo ammetto, ma non nella circostanza specifica) e di essere legato ad un palo con un treno che vi viene incontro saettando a tutta velocità. Vorreste scappare, invece vi tocca giocare il punto. Si stanno provando ad applicare varie teorie al power Nadal di questo US Open, specialmente dopo che nell'estate americana il suo servizio ed i suoi colpi non erano sembrati così penetranti (anche se a Cincinnati lo erano già più che a Toronto). Secondo me la verità l'ha detta senza volerlo zio Toni. Parlando della racchetta di Rafa ha detto che per la fine dell'anno intendono aggiungere peso alla testa della stessa, per aumentare la potenza dei colpi. Ha poi sorriso, dopo questa affermazione rilasciata nell'intervista al Wall Street Journal, come chi ha detto troppo. E allora secondo me questo accorgimento sulla testa della racchetta è già stato messo in pratica in realtà: aiuterebbe a spiegare, oltre alla straripante condizione di Nadal, questo aumento repentino sia delle sue velocità di punta che delle velocità medie del servizio. Nel mare del suo tanto in questa partita Rafa si accontenta di tenere a minima ma sufficiente distanza Verdasco, limitandosi ad un break per set. Ad onore di Fernando c'è da dire che non prova a liberarsi, aspetta che il treno arrivi guardandolo in faccia. Ma alla fine, un'impietoso bilancio di 102 punti contro 75 e di 41 errori non forzati per Verdasco parlano di un tentativo non riuscito di giocare uno sport che non è il suo. E' lo sport di Nadal. Rafa sabato avrà in dote Youzhny. Il bilancio è di 7-4 per il maiorchino, con le 4 vittorie del russo arrivate tutto sul cemento (la più famosa delle quali proprio qui a New York, nei quarti del 2006). Ma Nadal arriva all'appuntamento con la sicurezza di chi non ha ceduto nemmeno un set e appena un servizio in cinque partite. Nadal sente l'odore della coppa che gli manca e il soldato pazzo Youzhny deve proprio uscire di senno per poter immaginare di fare partita.

Gianluca Comuniello

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker