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20/10/2010 00:16 CEST - Analisi

Gli italiani al Masters

TENNIS - Lo splendido 2010 di Francesca Schiavone, coronato dal titolo di Parigi e dalla qualificazione alle WTA Championships di Doha, ci permette di ripercorrere le altre partecipazioni italiane sia maschili che femminili nei “masters” e le stagioni che hanno condotto i nostri alfieri ad accedervi. Da Adriano Panatta a Silvia Farina, una storia costituita da precedenti, purtroppo per noi, quasi sempre negativi. Cesare Boccio

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Siamo ancora tutti estasiati dalla fantastica stagione agonistica della nostra Francesca Schiavone...Alzi la mano chi di noi, all'inizio del 2010, avrebbe scommesso su una nuova vittoria italiana in una prova del Grande Slam (ammetto che dopo la batosta subita a Roma contro la talentuosa Martinez Sanchez non lo avrei mai immaginato). Grazie a questo e ad altri ottimi risultati, Francesca parteciperà alle WTA Championships di Doha presumibilmente da testa di serie numero 4, viste le defezioni delle sorelle Williams, quindi con buone possibilità di non limitarsi ad una mera comparsata, tutt'altro. Ma, prima della Schiavone, quali altri italiani ebbero la bravura di partecipare ai “Masters” (li chiamo così per comodità...visto che hanno cambiato spesso denominazione)? In campo maschile dobbiamo fare un sostanzioso passo indietro. Nel 1975 Adriano Panatta e nel 1978 Corrado Barazzutti, mentre nel settore femminile ci riuscirono Raffaella Reggi nel 1986-1987-1989 e Silvia Farina nel 2001-2002. Procediamo in ordine cronologico cominciando dall'Adriano nazionale!

Adriano Panatta – 1975

Gli appassionati cominceranno già a levare alti cori di protesta contro il sottoscritto redattore...”Ma come, non ha partecipato nell'anno di grazia 1976?? Grave errore!”. Nossignori...il nostro “Panattone” prese parte per la prima e unica volta al Masters proprio nel dicembre 1975 a Stoccolma (anche a quei tempi la sede era soggetta a variazioni), pur chiudendo la stagione alla posizione numero 14 ma giovandosi delle defezioni di alcuni colleghi più avanti in classifica. Invece nel 1976, analogamente ad altri tennisti, non partecipò al Masters di Houston (infatti quella edizione si ricorda come una delle peggiori della storia come livello di concorrenti) nonostante avesse raggiunto il quarto posto in classifica a giugno, e terminato la stagione al numero 7. Tornando alla nostra analisi, devo ammettere che leggere il ranking ATP 1975 fa un certo effetto: 1.Connors (assente al masters), 2.Vilas, 3.Borg, 4.Ashe, 5.Orantes, 6.Rosewall (assente), 7.Nastase, 8.Alexander (assente), 9.Tanner (assente), 10. Laver (assente) e così di seguito. E' in questo tennis di nomi illustri che Panatta comincia ad imporsi grazie ad una serie di ottimi risultati, qualitativamente superati solamente nell'anno successivo. In particolare vinse due tornei: Kitzbuhel sulla terra in finale su Jan Kodes (2-6, 6-2, 7-5, 6-4) e proprio a Stoccolma indoor, disputando due grandi partite contro il magnifico Arthur Ashe (superato nei quarti per 6-3, 6-2) e Jimmy Connors in finale (4-6, 6-3, 7-5); inoltre raggiunse altre tre finali a Madrid, Barcellona e Buenos Aires tutte sulla terra. Da ricordare soprattutto la semifinale al Roland Garros dove perse contro il giovanissimo Bjorn Borg 6-4, 1-6, 7-5, 6-4 . E arriviamo quindi al Masters di Stoccolma dove Panatta viene sorteggiato in un girone durissimo insieme ad Ashe (vincitore a Wimbledon), Nastase e Orantes (vincitore dello Us Open). Purtroppo l'avventura finisce con zero vittorie su tre e, ripensando al talento cristallino di Adriano, probabilmente almeno un successo era nelle sue potenzialità; tra l'altro in virtù del fatto che, come detto, nello stesso anno vinse l'ATP di Stoccolma trovandosi particolarmente a suo agio su quel campo sintetico indoor.


Masters 1975 - Stoccolma
Round Robin
A. Ashe b. A. Panatta 7-6, 6-3
I. Nastase b. A. Panatta 7-6, 3-6, 6-0
M. Orantes b. A. Panatta 6-4, 7-6

Corrado Barazzutti – 1978

Nel 1978 Corrado Barazzutti, attuale capitano unico delle squadre di Davis e Fed Cup, si qualificò al Masters di New York al termine di una stagione contrassegnata da una impressionante continuità di rendimento. E' proprio questa la caratteristica che ha contraddistinto la sua carriera rispetto a quella di Panatta, ossia la capacità di mantenere nel tempo una maggiore costanza di risultati e di condizioni di forma. Scorrendo i risultati balza all'occhio il numero di “piazzamenti” in moltissimi tornei. Semifinale al Roland Garros dove venne dominato da Bjorn Borg per 6-0, 6-1, 6-0, finalista a Las Vegas (sconfitto da Solomon 6-1, 3-0 rit..) e a Bastad (perdendo da Borg 6-1, 6-2); semifinalista a: Richmond, Montecarlo (battè Panatta nei quarti 6-2, 7-5), Houston, Dallas, Hilversum, Indianapolis, Boston, Madrid, Vienna (negli ottavi battè Panatta 5-7, 6-4, 6-0) e Buenos Aires. Pur non vincendo titoli in singolare nel 1978, raggiunse il suo best ranking (7° posto) il 21 agosto e chiuse la stagione decimo. Anche nel suo caso, l'esperienza del Masters fu negativa; Barazzutti non sfigurò ma collezionò tre sconfitte su tre incontri contro avversari di buon livello ma certo non imbattibili come Dibbs, Gottfried e Ramirez.


I risultati (New York 1978 – disputato nel gennaio 1979)
E. Dibbs b. C. Barazzutti 6-4, 6-4
B. Gottfried b. C. Barazzutti 7-6, 6-4
R. Ramirez b. C. Barazzutti 3-6, 6-3, 6-4

Raffaella Reggi – 1986, 1987, 1989

Passiamo alle grandi soddisfazioni del tennis femminile, che vede come giocatrice guida degli anni '80 la faentina Raffaella Reggi, capace di vincere gli Internazionali d'Italia nel 1985 (edizione disputatasi a Taranto) e di raggiungere la sua migliore posizione in classifica nel 1988 (n. 13). Nel 1986, anno della sua prima partecipazione ai Virginia Slims Championships, appena ventunenne, si impone al grande pubblico vincendo ben due titoli rispettivamente a Lugano (superando in finale Manuela Maleeva 5-7, 6-2, 7-6) e a Porto Rico (batte Silvia Goles 7-6. 4-6, 6-3). Ottimo soprattutto il suo rendimento nelle prove del Grande Slam; infatti conquista gli ottavi di finale sia a Wimbledon (perde 6-4, 1-6, 6-3 da Gabriela Sabatini) che a New York (battuta da Steffi Graf 6-1, 3-6, 6-0), senza dimenticare che riuscì a vincere lo Us open di doppio misto in coppia con lo spagnolo Casal. Nei Virginia Slims Championships al Madison Square Garden di New York (al quale partecipavano le migliori 16 tenniste anche se Raffaella terminò la stagione come 22esima), purtroppo perde al primo turno da Pam Shriver senza deludere gli appassionati visto il livello dell'avversaria.


Virginia Slims Championships 1986 – New York
Ottavi di finale
P. Shriver b. R. Reggi 6-3, 6-1

Nel 1987 ancora un titolo a San Diego in finale su Anne Minter (6-0, 6-4), finalista a Wild Dunes (sconfitta da Manuela Maleeva 5-7, 6-2, 6-3), ma è ancora estremamente competitiva nei tornei dello Slam! Quarti di finale al Roland Garros (battuta dalla Evert 6-2, 6-2) e ottavi a Wimbledon (dominata da Helena Sukova 6-0, 6-0). Diciottesima nel ranking di fine anno, al Madison di New York conquisterà la prima e unica vittoria di un tennista italiano nei “Masters”, approfittando del ritiro di Hana Mandlikova a causa di uno stiramento al polpaccio sinistro dopo aver vinto il primo set, ma perdendo nei quarti di finale dalla tedesca Sylvia Hanika.


Virginia Slims Championships 1987 – New York
Ottavi di finale
R. Reggi b. H. Mandlikova 7-5, ret.
Quarti di finale
S. Hanika b. R. Reggi 6-2, 4-6, 6-0

La terza e ultima partecipazione della Reggi alle finali di New York si verificò nel 1989 allorquando chiuse l'anno al 21° posto raggiungendo due finali a Eastbourne (sconfitta dalla Navratilova 7-6, 6-2) e ad Indianapolis (superata da Katerina Maleeva per 6-4, 6-4). Il miglior risultato del 1989 fu costituito dagli ottavi di finale all'Australian open dove perse ancora una volta contro l'affascinante argentina Gabriela Sabatini 6-0, 4-6, 6-1. Come nel 1986, ai Virginia Slims Championships, perse al primo turno contro la fortissima Helena Sukova per 6-3, 7-5 al termine di un incontro giocato su buoni livelli.


Virginia Slims Championships 1989 – New York
Ottavi di finale
H. Sukova b. R. Reggi 6-3, 7-5

Silvia Farina – 2001, 2002

La più forte tennista italiana del periodo ante Schiavone-Pennetta è stata senza dubbio l'elegantissima Silvia Farina, dal gioco sublime in particolar modo con il suo rovescio ad una mano (in via di estinzione nel tennis mondiale, non solo femminile) che eseguiva con grazia e coordinazione ammirevoli. Due le partecipazioni della milanese alle finali WTA. Nel 2001 termina al 14° posto dopo aver vinto il torneo di Strasburgo (in finale su Anke Huber 7-5, 0-6, 6-4) e raggiunto la finale nel torneo di Gold Coast (perde da Justine Henin 7-6, 6-4), oltre che le semifinali a Mosca, Porto e Sopot. Buonissimo risultato al Roland Garros dove arrivò alla seconda settimana del torneo fermandosi agli ottavi contro la non irresistibile russa Krasnoroutskaya (6-2, 6-4) Al Sanex Championships (una delle innumerevoli denominazioni delle finali WTA) disputatosi a Monaco di Baviera viene sorteggiata insieme a Serenona Williams...un incontro proibitivo per la nostra connazionale che viene regolata facilmente per due set a zero.


Sanex Championships 2001 – Monaco di Baviera
Ottavi di finale
S. Williams b. S. Farina 6-0, 6-2

La migliore stagione di Silvia, però, è stata la successiva del 2002 avendo sfiorato per un soffio l'ingresso nelle top ten fermandosi all'11° posto in classifica. Ancora una volta la Farina si afferma nel torneo di Strasburgo in finale su Jelena Dokic per 6-4, 3-6, 6-3, arriva in semifinale a Tokyo ed a Quebec City, mentre è ancora molto positivo il rendimento nei tornei dello Slam. Due ottavi di finale, al Roland Garros e Us open dove perse rispettivamente da Mary Pierce 6-1, 6-2, e dalla Davenport 6-3, 6-1, in entrambi i casi piuttosto nettamente. Al Tour Championships, stavolta trasferitosi a Los Angeles, perde sempre al primo turno contro Jennifer Capriati, ancora una volta un'avversaria decisamente fuori dalla sua portata.


WTA Tour Championships 2002 – Los Angeles
Ottavi di finale
J. Capriati b. S. Farina 7-5, 6-1

Cosa farà Francesca?
Al termine di questa rassegna storica proviamo a tirare le somme dei precedenti italiani nei Masters...anche se non appaiono particolarmente confortanti. Un totale di 12 partite giocate, con una sola vittoria di Raffaella Reggi nel 1987. In campo maschile zero vittorie su sei incontri. Questi dati statistici potrebbero indurci al pessimismo riguardo al torneo che giocherà Francesca a Doha ma, a ben vedere, quest'anno la Schiavone si presenterà come una delle favorite. Sinceramente, tralasciando anche gli umanissimi istinti nazionalistici, penso di poter affermare che le semifinali siano un obiettivo ragionevolmente “nelle corde” della nostra beniamina. Forse solo Kim Clijsters in ottima forma (precedenti 11-0 per la belga), una Zvonareva (10-0 per la russa) non in preda a crisi psicologiche e la Dementieva (7-5 per la russa) con una percentuale accettabile di prime di servizio possono costituire avversarie eccessivamente ostiche. Sam Stosur non è in forma avendo perso contro la Date Krumm e la Wozniacki (2-1 per Francesca), pur esprimendo un tennis molto regolare, non ha un talento così spumeggiante da impensierire la Schiavone. Si tratta di discorsi teorici visto che ancora non c'è certezza assoluta sul lotto delle partecipanti. Oltre alle Williams già fuori dal torneo, anche le citate Clijsters e Dementieva sembrano essere in dubbio...ma questo non può fare altro che rafforzare il pronostico. Schiavone in semifinale e poi....chissà.

Cesare Boccio

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Accadde oggi...

17 Ottobre 2004

 Il qualificato num. 185 del mondo Jerome Haehnel è l'inatteso vincitore del suo primo titolo Atp a Metz, in Francia. Batte in finale il connazionale Richard Gasquet col punteggio di 7-6, 6-4. Era la prima finale per entrambi i tennisti.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker