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27/10/2010 18:42 CEST - WTA CHAMPIONSHIPS

"In finale andiamo io e Kim"

TENNIS - Parte contro Samantha Stosur l'avventura di Francesca Schiavone ai WTA Championships di Doha. L'azzurra parte tranquilla. “Ogni partita sarà da 50 e 50. La differenza la farà la fiducia. E io ho grande fiducia. Giocherà il terzo match dopo Zvonareva-Jankovic e Wozniacki-Dementieva. Riccardo Bisti

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Le emozioni dello scorso 5 Giugno erano più intense. Eppure anche il 26 Ottobre 2010 sarà una data storica per il piccolo mondo del nostro tennis. Francesca Schiavone giocherà il suo primo match ai WTA Championships, Masters femminile che da qualche anno ha riconquistato credibilità e prestigio, limitandosi alle prime otto e non più alle prime 16 (elite di cui fecero parte Raffaella Reggi e Silvia Farina). Francesca non è un’intrusa tra le magnifiche otto. Non la sarebbe stata neanche se ci fossero state le sorelle Williams, entrambe con la bua e già in vacanza. No, Francesca è a Doha da protagonista, da Regina del Roland Garros. Insieme a Kim Clijsters, è l’unica presente ad aver vinto uno Slam nel 2010. “E mi piacerebbe affrontarla in finale, perché amo il suo gioco. Ma non credo sia la favorita. Le favorite sono sempre la numero 1 la numero 2.”. In realtà è un Masters apertissimo, e pazienza se qualcuno lo ha già definito “il più scarso di sempre”. E’ un dato di fatto che siano in campo appena 4 titoli Slam (quello della Schiavone e i tre della Clijsters), ma va bene così. Anzi, meglio. Perché se dovesse scapparci il risultato, in pochi ricorderanno l’assenza delle sorellone. E comunque sarebbe una grande impresa: vuoi perché la concorrenza è ugualmente agguerrita, vuoi perché i precedenti con le altre giocatrici sono impietosi: 11 vittorie e 38 sconfitte, anche se i dati vanno saputi leggere. 21 KO, infatti, arrivano da sue sole giocatrici (Clijsters e Zvonareva). Per il resto, malino ma non malissimo. L’unica con cui è in vantaggio negli scontri diretti è Caroline Wozniacki, finita nel suo stesso girone. “Ma lei merita di essere numero 1. Non ha ancora vinto uno Slam ma è molto giovane. L’anno prossimo sono pronta a scommettere che ce la farà”. Le chiedono come si fa a battere la danese, e Francesca risponde a modo suo: "Vogliamo parlarne? Se vuoi c’è una piscina qua dietro…non ci ho ancora pensato. Può essere un match molto lungo, perché lei è forte fisicamente e mentalmente. Per batterla devi essere più che solida. Ma non ti dico di più, sennò glielo riferisci…”.

Chi a 20 anni, chi a 29...

Si ha l’impressione che sia più distesa quando deve esprimersi in inglese. Scherza, gesticola, trasmette voglia di comunicare. Ha espresso concetti interessanti anche alla vigilia dell’esordio contro Samantha Stosur, sua vittima in finale al Roland Garros (“Quando ci siamo strette la mano le ho detto che avevo giocato troppo bene, ma che avrà sicuramente un’altra chance. Per essere grandi campioni bisogna essere grandi persone. E lei è una persona fantastica”). A inizio anno, nessuno credeva a una Schiavone così competitiva. Forse anche perché non è più giovanissima (ha compiuto 30 anni lo scorso 23 Giugno). “Ma non c’è un momento giusto per esplodere. C’è chi lo vive a 20 anni e chi a 29. Io ho lavorato molto su me stessa, mischiando cuore e passione. Credo sia la formula vincente per crescere come persona. Oggi è diverso, il business obbliga a fare tutto di fretta. A 7-8 anni devi già decidere cosa fare della tua vita. Tempo fa non era così. Mia madre mi disse: -Vuoi studiare? Giocare a pallavolo, a tennis? Non preoccuparti e divertiti- Oggi i genitori sono molto più pressanti, ed è normale che a 16-17 anni ci siano ragazze già pronte e competere”. Sono pronte a vincere sul campo da tennis, ma non sono persone formate. E per questo si bruciano a metà carriera, perdendosi tra crisi umane ed esistenziali. La Schiavone è una giocatrice top da 10 anni. Non si è mai persa, ed oggi sa godersi meglio di altre questa esperienza. “La finale del Roland Garros l’hanno vista 2 milioni di persone, è una gran cifra. Poi la gente mi ferma per la strada, e spesso mi sento dire che sembro più piccola che in TV. Mi fanno arrabbiare: ma come, io lavoro ore e ore per diventare più grande! Scherzi a parte, non finirò mai di ringraziare la gente”.

"Pronta a vivere questa esperienza"

Ma come arriva Francesca Schiavone al Masters di Doha? “Dopo il Roland Garros ho avuto due mesi difficili, non c’era il giusto bilancio tra energie fisiche e mentali. Ma ad Agosto mi sono messa a lavorare duramente, 20 giorni con 40 gradi all’ombra. Infatti allo Us Open potevo battere Venus e i tornei in Asia sono stati la giusta preparazione per il Masters". La milanese è convinta che ogni match sarà da 50 e 50. “La differenza la farà la fiducia. E io ho grande fiducia. Sono pronta a vivere qualsiasi esperienza. Questa, per esempio”. Per il futuro c’è tempo, anche se ammette di pensarci spesso, quasi ogni giorno. Certamente resterà nell’ambiente, magari come coach di ragazzi o lavorando per l Federazione. “Il tennis mi ha dato tanto ed è giusto ricambiare. Ma voglio pensare anche ad altre cose. Voglio imparare. Anche se non è ancora giunto il momento”. Oggi è il momento di dare all’Italia un altro pezzetto di gloria, spostare la magia dal campo Chatrier al Khalifa International Tennis Complex, tra sceicchi annoiati e un’insopportabile umidità. Il tacco 12 e l’abito di Laura Biagiotti sono già nelle foto ricordo, ma non è detto che il completino Lotto e la racchetta Babolat debbano essere meno eleganti…

WTA CHAMPIONSHIPS 2010 - IL TABELLONE

Riccardo Bisti

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker