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30/11/2010 17:42 CEST - ATP World Tour Finals

Rafa & Roger, rivalità tutta nuova

TENNIS - Molti si sono concentrati sul fatto che alla fine, per quanto nuovi protagonisti provino ad affacciarsi sulla ribalta, il dominio di Federer e Nadal rimane intatto. Ma qualcosa a Londra è cambiato, forse, nell'atteggiamento di Federer... ma anche di Nadal. Entrambi si sono imposti di essere "padroni del proprio destino tennistico". Un cambiamento che promette altri grandi sfide. Karim Nafea

L'articolo di Tignor (trad. di Karim Nafea)

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Federer & Nadal
Federer & Nadal

Federer goes out like the Federer of old.”
In questo modo Steve Tignor chiosa riguardo alla finale che ha visto lo svizzero battere Rafael Nadal (e riguardo al delirante discorso finale).

Brilliant and empathetic, Nadal went out of that match, and out of the best season of his career, like the Nadal of old.” 
Allo stesso modo parla dello spagnolo e della sua sensibilità nel “consolare” Murray dopo la loro epica semifinale e della sua capacità nel migliorarsi anno dopo anno in ogni torneo.

Ma nonostante l’articolo sia davvero eccezionale e si distacchi dalla media per quanto siano profonde le riflessioni (pur nella loro relativa semplicità), queste ultime due frasi non possono essere che viste come un controsenso. Parlando di Nadal: è vero che il maiorchino ancora una volta si è rivelato agonisticamente e mentalmente eccezionale e che ancora una volta abbia dimostrato la sua sensibilità (come altro esempio porta l’abbraccio che dedicò a Federer dopo la finale della Australian Open), ma c’è una grande, enorme differenza tra questo Nadal e quello del passato: l’aggressività. Non solo fisica, non solo mentale ma tennistica con la quale ha interpretato il secondo set. Infatti vista l’incapacità nel difendersi dal gioco di Federer ha deciso, forse per la prima volta a questo livello e contro questo avversario, di creare lui stesso gioco, cercando di tirare vincenti senza più aspettare l’errore dello svizzero. Se questa finale non ha cambiato del tutto (o per niente, fate voi) gli equilibri fra i due, ha sicuramente fatto vedere una cosa che le sfide tra questi due campionissimi non ci avevano mai mostrato e cioè, non un Federer che cerca testardamente di battere Nadal sul suo campo (la regolarità ed il braccio di ferro da fondo campo) ma Nadal che ormai senza alternative sceglie di elevare il suo gioco per sfidare Federer nel “suo tennis”. La cosa più stupefacente è che questa tattica ha pagato dividendi (anche grazie al calo di tensione dello svizzero all’inizio del secondo set).

Che ciò possa essere un’ulteriore evoluzione di Nadal? Precisazione necessaria deve essere il fatto che rispetto agli inizi, lo spagnolo è diventato decisamente più propositivo, ma mai lo si è visto così deciso a cercare il vincente in pochi colpi, senza prima martellare l’avversario. Tornando alla domanda, c’è da dire che probabilmente d’ora in avanti sempre più spesso vedremo Nadal cercare queste soluzioni, anche se, altrettanto probabilmente lo farà poco contro Federer perché, come si è visto ieri, giocando in questa maniera lo svizzero è troppo superiore se in forma. In ogni caso è da rispettare la voglia e la capacità di migliorarsi che questo tennista ha dimostrato col passare degli anni (e delle vittorie).

Mentre da un ventiquattrenne (ancorché vincente come Nadal) la voglia e l’umiltà di migliorarsi sono abbastanza attesi (se non pretesi, a volte) gli stessi attributi sono più difficilmente avvicinabili ad un quasi trentenne come Federer, che dopo aver vinto tutto ha avuto l’umiltà (poco riconosciuta a dire il vero) e la forza di rimettersi in gioco e di rimettersi in discussione. Infatti il Federer degli ultimi mesi grazie all’aiuto del suo staff, con la preziosa aggiunta di Paul Annacone, si è reinventato, tornando più vicino alla linea di fondo, facendosi decisamente più aggressivo ed impostando mentalmente e tatticamente i match come mai prima d’ora. Le parole di Annacone e di Severin Luthi, preziosissimo anche in veste di amico, hanno convinto Federer a ritrovare un tennis offensivo che gli permette di sfoderare il talento e la grazia soliti in un contesto tattico ben preciso. Da qui la scelta di prendere l’iniziativa entro pochi colpi, meglio se diretta conseguenza della prima di servizio (preziosissimi gli angoli con la battuta, soprattutto lo slice da destra). Importanti cambiamenti anche tecnici, che hanno coinvolto il servizio, nel quale ha implementato un lancio più basso ed un movimento più breve, ed i colpi da fondocampo, che contestualmente alla nuova tattica sono più incisivi e bassi sulla rete, grazie anche ad una solidità col rovescio che da molto non si notava nel gioco del basilese.
Nella finale del Masters (giornata di "prime volte"), Federer è riuscito a spezzare l’egemonia che Nadal aveva sulla diagonale del rovescio rossocrociato, non solo reggendo con continuità lo scambio, ma addirittura ricavando punti diretti col colpo in cross.
Come dice anche Tignor, l’aggressività alla risposta è stata un’altra chiave, insieme con l’ormai onnipresente slice al servizio, però la chiave sta proprio in quella diagonale, che Bertolucci ha definito come una “via crucis”, che nelle recedenti sfide aveva dato un vantaggio enorme a nadal ma che questa volta lo ha spiazzato del tutto.
Se un equilibrio è stato cambiato in questa sfida è stato certamente quello mentale dello svizzero, che non è stato come in passato quasi intimorito dal rivale, ma ha giocato con Nadal come avrebbe (aveva) fatto con tutti gli altri. Federer era arrivato a Londra per vincere contro chiunque, e la faccia lo testimoniava, quest’anno c’era qualcosa in più nei suoi gesti, c'era quella cattiveria agonistica che pochi gli riconoscono e l’ha dimostrata contro colui che della cattiveria agonistica fa una caratteristica principale. L’indicazione sulle future sfide tra i due (se c’è), sta nel fatto che d’ora in poi Federer le giocherà con la decisione e con la consapevolezza di fare la cosa giusta (di nuovo, grazie ai coach) e con la sicurezza di poter entrare in campo e, “semplicemente”, giocare il suo gioco.

Entrambi escono molto bene da questa finale e si ricandidano come dominatori della prossima stagione, ma è una rivalità nuova, con enormi i cambiamenti rispetto al passato. Infatti i due, in maniera diversa, si sono imposti di decidere in prima persona le loro sorti (curioso peraltro che un discorso del genere si faccia proprio nel giorno in cui un grandissimo, Mario Monicelli, abbia deciso di farsi “padrone del suo destino”) senza aspettare che la partita passi da loro. Niente è cambiato quindi, vincono sempre loro, ma Roger e Rafa non sono più come ai vecchi tempi.

Karim Nafea

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker