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03/12/2010 19:55 CEST - FINALE COPPA DAVIS

Buona finale, ma un solo top 10

TENNIS - Nel 2010 Federer e Nadal non hanno trovato il tempo di giocarla, ma la Coppa Davis mantiene intatto il suo fascino. A Belgrado, sede inedita per un incontro così prestigioso, si gioca Serbia-Francia. La presenza di Novak Djokovic, unico top 10 in campo e anello di congiunzione con il Masters ATP, rende leggermente favoriti gli ex-jugoslavi. Ma sarà una partita equilibrata. Rino Tommasi.

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Quella che si gioca a Belgrado, tra Serbia e Francia, è una bella ed interessante finale di Coppa Davis ma non riesce a nascondere gli evidenti difetti che la manifestazione che è nata – ricordiamolo – nel 1900, si porta dietro ormai da molti anni. In un certo senso dobbiamo essere grati a Novak Djokovic che rappresenta l’anello di congiunzione tra il grande tennis, che ha celebrato la settimana scorsa il suo Masters, ed una competizione a squadre che stenta sempre di più a trovare posto negli interessi dei giocatori più forti del mondo.
Non è un caso che i primi due tennisti del momento non abbiano trovato quest’anno la voglia ed il tempo per giocare la Davis. Nadal non ha ritenuto di partecipare all’incontro dei quarti di finale che la Spagna, vincitrice delle due ultime edizioni della Davis, ha giocato e perduto contro la Francia. Per quanto riguarda Federer, che già da qualche anno si concedeva alla Davis solo per evitare al suo paese la retrocessione, quest’anno non si è reso disponibile nemmeno per lo spareggio che, senza di lui, la Svizzera ha perduto (per 5 a 0) in Kazakistan contro la rappresentava di un paese che per poter partecipare ha dovuto comperare qualche giocatore al supermercato.

Finale inedita
Il record di pubblico per una finale di Coppa Davis appartiene all’edizione del 1954 quando a Sydney si sono affrontati gli Stati Uniti di Seixas e Trabert e l’Australia di Hoad e Rosewall. Seixas aveva vinto Wimbledon nel 1953, Seixas nel 1955, Hoad lo avrebbe vinto nel 1956 e nel 1957, Hoad e Rosewall hanno vinto il doppio a Wimbledon nel 1956 dove Seixas e Trabert erano stati finalisti qualche mese prima. Questo per far capire due cose: quale poteva essere il livello di una finale di Davis e quale fosse, a quei tempi, l’interesse dei giocatori per la prova a squadre. Per come stanno andando le cose nel tennis internazionale non ci possiamo nemmeno lamentare per la finale di quest’anno. La Serbia, nata da una costola dell’ex Jugoslavia, aveva già dimostrato con due ragazze, Anna Ivanovic e Jelena Jankovic, la bontà delle sue radici tennistiche, poi è arrivato Djokovic. La Francia non ha più vissuto i magici tempi dei Moschettieri ma i loro eredi erano comunque riusciti a vincere la Coppa nel 1991, nel 1996 e nel 2001. Insomma è una buona finale anche perché si gioca a Belgrado, sede inedita ed interessante, ma il livello non è nemmeno paragonabile a quello delle finali che ho ricordato. Djokovic è il terzo giocatore del mondo ma Monfils non è tra i primi dieci, Simon, scelto dal capitano francese Forget al posto dell’infortunato Tsonga, è 42, il secondo singolarista serbo, Tipsarevic, è 49.

Il fascino esula dai campioni
La Davis ha dimostrato più volte di essere affascinante anche quando non la giocano dei campioni. La finale del 1996 a Malmoe è stata decisa da un singolare tra il francese Boetsch (n.34) e lo svedese Kulti (n. 64) vinta dal primo per 10-8 al quinto set. Tuttavia se la finale di un campionato del mondo (questo dovrebbe essere la Davis) la giocano dei comprimari il fascino senza la qualità non basta. La presenza di Djokovic dovrebbe assicurare alla Serbia un vantaggio da sommare a quello del fattore campo ma è anche possibile che questa finale possa essere decisa dal doppio, specialità in crisi eterna come il recente Masters di Londra ha dimostrato. In definitiva questa finale è già il prodotto fortunato di una competizione che non riesce ad essere all’altezza della sua tradizione. Infine un ringraziamento a Supertennis, il canale TV della Federazione, che ci consente di seguire l’ultimo atto della stagione tennistica, ma è una sconfitta per il tennis che una finale di Davis non trovi posto nei programmi delle televisioni più importanti.

Rino Tommasi

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker