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08/12/2010 13:19 CEST - Bilanci

I nuovi personaggi del circuito ATP

TENNIS - Chi sono i giocatori più migliorati del 2010? E quali giocatori, per età e talento, sembrano destinati a un brillante futuro? I numeri ci indicano quattro nomi di cui già si parla da tempo ma che solo nel 2010 hanno trovato la strada per emergere. Ecco i profili da tenere d'occhio: Il talento cristallino di Gulbis, l'italianità di Golubev, la tenecia di Istomin e la genialità di Dolgopolov. Claudio Gilardelli

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Cosa hanno in comune Gulbis, Golubev, Istomin e Dolgopolov? Oltre alle origini (provenendo tutti e quattro da Repubbliche ex-sovietiche) sono anche i giocatori più giovani e ricchi di talento ad essere entrati nella top 50 nel 2010 e a concludervi la stagione. Alcuni di loro sono delle vecchie conoscenze, ma i miglioramenti che hanno compiuto, almeno in termini di “numeri”, sono stati così eclatanti da meritare, per una volta ancora, un po’ di attenzione. Che abbiano finalmente trovato la strada per affermarsi? Il 2011 ci darà la risposta, nel frattempo ricordiamoci chi sono questi giocatori e ripercorriamo la loro annata con quattro brevi profili.

Ernests Gulbis

Età: 22 (30.08.1988)
Luogo di nascita: Riga, Lettonia
Altezza: 190 cm
Peso: 77 kg
Gioco: destrorso
Pro: 2004
Coach: Hernan Gumy
Ranking: 24 (best: 24)

Tornei vinti in singolare: uno solo nel 2010 a Delray Beach (Outdoor/Hard)

Del suo talento è stato detto già tutto: cristallino, purissimo, dotato di un repertorio di colpi che la maggior parte dei colleghi possono solo sognare. Alla genialità, il lettone associa, nel più classico dei cliché, una sregolatezza che lo rende in campo incline a perdere la testa nei momenti di difficoltà e nella vita privata avvezzo ai divertimenti e al lusso. Ricorderanno tutti la disavventura in terra svedese dove passò una notte in carcere per essere stato sorpreso in compagnia di una prostituta.
Già n.38 del ranking nel 2008, anno in cui è riuscito a arrivare nei quarti al Roland Garros, Gulbis non è riuscito poi a confermarsi e a fare il salto di qualità. Fino a quest’anno, che chiude con un salto in classifica di ben 66 posti rispetto al 2009, grazie a una prima parte di stagione davvero convincente.
Il suo 2010 sarà ricordato soprattutto per la vittoria su Federer a Roma, ma non ha fatto solo questo.
A inizio anno raggiunge i quarti di finale a Doha. Successivamente a Memphis raggiunge per la prima volta una semifinale in un ATP 500, sconfitto però da Querrey, che poi vincerà il torneo. La settimana successiva vince il suo primo titolo ATP 250 a Delray Beach, sconfiggendo in finale Karlovic per 62 63 e diventando così il primo lettone a aggiudicarsi un torneo così importante.
"Vincere Delray Beach, all'inizio di quest'anno non è stato un sollievo" dice Gulbis “Ho sempre giocato a tennis per la mia famiglia e perché mi piace, per questi motivi non sento pressione o fretta di arrivare a vincere. Non voglio mettere limiti al tempo: sapevo che sarebbe successo prima o poi, ma se non dovessi arrivare a raggiungere tutti gli obiettivi nei tempi auspicati, pazienterò. Voglio solo giocare il meglio possibile, migliorare sempre”.  La stagione sulla terra rossa è ricca di soddisfazioni per Ernests. Arriva nei quarti a Barcellona, sconfitto da Verdasco, ma è al Masters 1000 di Roma che dà spettacolo sconfiggendo per la prima volta Roger Federer al secondo turno. Federer domina il primo set 62 e perde 61 il secondo. Nel terzo set Gulbis fa il break al quinto game, ma non riesce a chiudere, fallendo ben sei match point, due sul 5-3 e quattro sul 5-4. Sul 5 pari, dopo aver dilapidato un vantaggio così consistente, nessuno punterebbe un euro sul lettone. Gulbis però non molla, ruba il servizio ancora una volta a Roger e chiude l’incontro 75 dopo oltre due ore di gioco.
La vittoria sul n.1 del mondo infonde fiducia a Ernests, che sconfiggerà in una partita tiratissima il nostro Volandri e poi Feliciano Lopez, prima di arrendersi in semifinale a Nadal, non senza impensierire il maiorchino.
A Madrid, ritrova nei quarti Federer, ma questa volta va diversamente: Gulbis vince il primo set 63, per poi cedere i successivi 61 64. Complice un infortunio al ginocchio che lo tiene lontano dalle gare per due mesi, sarà questo l’ultimo buon torneo giocato dal lettone fino all’autunno, dove ritornerà nei quarti a Bangkok.
Il sogno di diventare n.1 per ora sembra averlo riposto nel cassetto “in questo momento è realistico porsi come obiettivo quello di restare stabilmente tra i migliori cinquanta del mondo”, per poter accedere al main draw dei tornei più importanti. Un Gulbis più maturo, insomma, grazie anche a Gumy che sembra aver avuto il suo peso in questa trasformazione. "Mi ha messo nello stato d'animo giusto” confessa Ernests “ha un approccio diverso, amichevole, non si pone come una sorta di insegnante che ti ordina quello che devi o no devi fare. Questo con me funzione e piano piano, sto cambiando. Sto imparando a cercare di mantenere il controllo della concentrazione e delle emozioni sul campo. Faccio ancora molti errori, ma fa parte del processo di apprendimento ". Ma una domanda ronza nella testa degli appassionati: sarà questa davvero la volta buona?

Andrey Golubev

Età: 23 (22.07.1987)
Luogo di Nascita: Volzhskij, Russia
Altezza: 185 cm
Peso: 72 kg
Gioco: destrorso
Pro: 2005
Coach: Massimo Puci
Ranking: 36 (best: 33 04.10.2010)

Tornei vinti in singolare: uno nel 2010 a Amburgo (Outdoor/Clay).

Due acuti hanno permesso al "kazako di Bra" di chiudere la stagione 2010 tra i primi 50 giocatori del mondo per la prima volta in carriera: la grande affermazione all’ATP 500 di Amburgo e la finale raggiunta a Kuala Lumpur. In Germania, Golubev ha vissuto la classica settimana perfetta, mettendo in fila gente come Davydenko e Melzer, mentre in Malaysia si è arreso in finale a Youzhny in tre tiratissimi set (76 26 67) non senza essersi tolto qualche soddisfazione strada facendo (Soderling e Ferrer). Risultati che dimostrano come la finale raggiunta partendo dalle qualificazioni a San Pietroburgo nel 2008 non fosse un caso.
La ciliegina sulla torta? Giornalisti ed esperti del settore gli hanno tributato l’Atp Awards 2010 come "most improved player" affiancando così il suo nome a quello di grandissimi campioni come Nadal, Djokovic, Tsonga. E in effetti, Andrey è passato dal 133° posto a fine 2009 al n.36 del ranking, con un balzo di ben 97 posti. Ripercorriamo la sua storia. "Ho iniziato a giocare a tennis a sei anni, nella palestra di Volzhskij, ma non potevo allenarmi molto, soprattutto in inverno, quando, dividendo il campo con altri sei ragazzi avevo a disposizione solo un’ora la giorno. A quattordici anni sono entrato nella nazionale russa e i miei hanno deciso di mandarmi in Germania, ma non ha funzionato. A Bra già dal '91 si era trasferito Igor Eremin, un maestro di tennis della mia città, e alla fine è stato normale scegliere di andare in Italia".
Qui trova Massimo Puci , suo attuale allenatore: “Sono amico di Igor Eremin, con cui ho seguito un corso per maestri. Un giorno mi fa vedere un video di un suo concittadino, un ragazzino che nel filmato giocava su un legno rapidissimo e riusciva ad accelerare con naturalezza. Una vero fenomeno. Quel ragazzo era Golubev. Venne da me in prova per cinque mesi nel 2002, alla fine dei quali lo accompagnai in Russia per conoscere i suoi genitori e costruire un rapporto di fiducia reciproca. Dopo quella visita si è trasferito a Bra ed è iniziata la nostra avventura”.
“A 18 anni” continua Puci “Dopo qualche sconfitta di troppo, suo padre, Alexander, gli consigliò di tornare ai suoi studi. Ma io ero contrario e ho lottato contro tutti e nel corso di una riunione al club ho detto: se non si desidera supportare più Andrey, voglio vendere il mio appartamento a pagare per la sua formazione. Per fortuna, i suoi genitori hanno deciso di farmi continuare ma mi è stato detto che non potevo avere un'altra possibilità ".
Con questa spada di Damocle sulla testa, Puci si è messo al lavoro e nel 2005 smantella il rovescio a due mani Golubev a favore di un colpo a una mano e così arrivano i primi risultati. Ma forse l’aspetto su cui deve lavorare di più è quello mentale. “È un perfezionista” dice Puci “e nella vita quotidiana è un ragazzo tranquillo ma in campo se le cose non vanno perde la pazienza. Per questo stiamo lavorando molto per migliorare questo aspetto mentale”. Se riuscirà a controllare i nervi forse sarà in grado di compiere quel salto di qualità che lo porterà stabilmente tra i grandi.
Lui sembra crederci: “ho 23 anni ora, e credo fermamente che i prossimi due anni saranno quelli più importanti in quanto è a 24/25 anni che generalmente si gioca il tennis migliore. Ho intenzione di lavorare sodo per cercare di vedere quanto in alto posso andare. Farò del mio meglio". Questo salto di qualità deve anche per forza passare da un maggior lavoro in palestra: “Per essere tra i primi 10 che deve migliorare fisicamente ".
Anche Golubev è d’accordo "Voglio arrivare tra i migliori. Ora che ho un buon ranking posso programmare i miei tornei meglio e cercare di andare il più avanti possibile nei tornei che contano. Ho bisogno di migliorare la mia condizione fisica ad essere più forte".
E nel futuro? "Ho un contratto triennale con la Federazione Tennis Kazakistan, ma forse potrei rappresentare l 'Italia”. Infatti tra poco scadranno anche i dieci anni di residenza in Italia e Andrey potrà, se vorrà, richiedere la nazionalità italiana. “Prima di giocare in Coppa Davis per un nuovo paese devono passare almeno 3 anni dall’ultima presenza” frena Puci. Ma “Lui si sente molto italiano, ormai la sua prima lingua è l’italiano. Per dire, quando lo incrocia, persino Roger Federer gli dice buongiorno”.
A proposito di Svizzera: Golubev quest’anno con il “suo “ Kazakistan è riuscito ad accedere al gruppo mondiale battendo nettamente nello spareggio la Svizzera orfana di Roger Fededer ma guidata da Stanislas Wawrinka.
E dopo il tennis forse potrà sperare in una carriera nel cinema visto che già ora è protagonista del film
"Go Go Golubev-The movie".

Denis Istomin

Età: 24 (07.09.1986)
Luogo di nascita: Orenburg, Russia
Altezza: 188 cm
Peso: 83 kg
Gioco: destrorso
Coach: Klaudiya Istomina (sua mamma!)
Ranking: 40 (best: 39 30.08.2010)

Pur dotato di ottimi colpi fondamentali, sono sicuramente la tenacia e la voglia di arrivare le qualità migliori dell’uzbeko. E non potrebbe essere altrimenti se si pensa al passato di Istomin, a quell’incidente che nel 2001 a soli 16 anni stava per stroncargli la carriera. “Stavo andando a un torneo in Uzbekistan, a Tashkent, in macchina con altri quattro amici. In autostrada, viaggiavamo a circa 140 km/h quando una macchina che proveniva dalla direzione opposta ci è venuta addosso. Nessuno è rimasto ferito, tranne me".
Istomin riporta lesioni alla gamba che richiedono un intervento chirurgico alla fine del quale avrà 80 punti nell’arto. Passa tre mesi in ospedale e non riesce a toccare una racchetta per due anni, fino all’aprile 2003.

“In quel periodo pensavo di riprendere gli studi, di tornare a scuola. Sì, ho pensato che la mia carriera fosse finita. Ma mia mamma, che è anche il mio allenatore, diceva però che potevo ancora giocare se avessi lavorato duro". E si sa, la mamma ha (quasi ) sempre ragione: “Lei mi capisce come nessun altro” dice Istomin “ io sono davvero felice che sia il mio allenatore. Sono l’unico ad avere una donna nel circuito come coach, è speciale e mi piace”.
Nel 2010 ha ottenuto davvero ottimi risultati che gli hanno permesso di issarsi al n.40 del mondo, recuperando ben 62 posti in classifica, lui che a inizio stagione era addirittura fuori dai cento.
A inizio anno a San Josè arriva in semifinale, arrendendosi a Verdasco dopo aver sconfitto Haas, allora ancora n.17 del ranking, e Kohlschreiber.
È in semifinale anche sull’erba di Eastbourne, battuto da Garcia Lopez, e a fine anno nel 250 di Mosca, dove perde di misura da Baghdatis (46 76 67). Ma il risultato che vale una stagione lo coglie in agosto a New Heaven, quando arriva in finale a New Heaven sconfitto da Stakhovsky
"Sono felice di essere in finale per la prima volta. Dovrò ancora aspettare un po’ per la mia prima vittoria. Ma so anche che non sarà la mia ultima finale. Spero presto in futuro possa essere io il vincitore".
Ma per raggiungere il top assoluto ha bisogno di diventare più offensivo: "il mio gioco di volo è da migliorare assolutamente, perché ora sto spesso indietro, attaccato alla linea di fondocampo. Penso di aver bisogno di andare più a rete per raggiungere i migliori in vetta”.

Alexandr Dolgopolov

Età: 22 (07.11.1988)
Luogo di nascita: Kiev, Ucraina
Altezza: 183 cm
Peso: 87 kg
Gioco: destrorso
Pro: 2006
Coach: Jack Reader
Ranking: 48 (best: 39 19.07.2010)

Talento limpido, dotato di una sensibilità di mano incredibile, gioco imprevedibile, capace di soluzioni negate ai comuni mortali. Dritto e rovescio ottimi, servizio esplosivo e smorzata letale, ritenuta tra le migliori del circuito. Sono le caratteristiche di questo giovane ucraino che ha come obiettivo di diventare un giorno n.1 del mondo. Se riuscirà però a raddrizzare i davvero pochi punti deboli, vale a dire un fisico tutto da costruire e una concentrazioni non proprio degna di un top player.
A molti ricorda il giovane Federer, ma la strada da percorrere per raggiungere lo svizzero è ancora molto ma molto lunga.
Per ora accontentiamoci di una stagione davvero soddisfacente che lo vede al n.48 del ranking e con un best ranking raggiunto a luglio che recita n.39. Non male per uno che a fine 2009 era solo 131° del mondo. Dopo aver fatto molto bene a inizio anno nei challenger marocchini, con due finali e una vittoria, arriva in semifinale a Eastbourne, sconfitto da Llodra. Seguono poi i quarti a Umago, sulla terra, sua superficie preferita, battuto da Ferrero, e a fine anno a Mosca, dove ha ceduto a Baghdatis e a St. Peterburg, fermato da un redivivo Tursunov.
Per il 2011? “Sarà più aggressivo” promette il suo manager intervenendo proprio su Ubitennis “Vedrete risposte al servizio con i piedi un metro dentro alla riga di fondo campo e partite con scambi ancora più corti. Anche l'allenamento invernale organizzato da Jack Reader in Australia non seguirà i canoni standard di allenamento che conosciamo. Faranno lavori nelle dune, nei territori degli aborigeni australiani, arrampicate sulle rocce, surfing e nuoto ed in palestra non ci metteranno piede. Quindi non preoccupatevi, non perderà la sua genialità”.

Claudio Gilardelli

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