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19/01/2011 21:17 CEST - AUSTRALIAN OPEN

Gilles Simon (19 Gennaio)

Gilles Simon (19 Gennaio). Traduzione a cura di Giovanni Maldarizzi

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D. Ottima partita. In certi momenti hai pensato di essere sul punto di vincerla, soprattutto quando sei risalito da due set a zero? Sentivi di potercela fare?
R. Si. Stavo giocando per vincere, ovvio. In quei momenti avevo la sensazione di stare giocando un pochino meglio di Roger. Ma alla fine nel quinto set lui ha giocato benissimo i primi game. Penso fossimo 1 pari 30 pari sul suo servizio, ma poi ha sfoderato quattro colpi fantastici uno dietro l’altro. Due da fondo campo e due ace. Ha cominciato a giocare delle seconde di servizio molto solide e da li in poi è stata dura. Penso che abbia giocato un gran match.

D. Cosa pensi abbia fatto la differenza nei primi due set? Federer sembrava avere sempre il controllo della situazione. Era lui a non farti giocare oppure non riuscivi ad esprimere il tuo miglior tennis?
R. Beh, hai bisogno di tempo per abituarti al suo gioco. E’ veloce, si muove veloce. E’ capace di giocare tanti colpi fantastici consecutivamente. Impressionante. Non ci sono molti giocatori in grado di giocare a questo livello e quindi è una sensazione un po’ strana. Sei li che guardi la palla e hai l’impressione di non poter fare niente in quell’istante. Ma allo stesso tempo io facevo troppi errori e mi ripetevo di non farne più. Mi sentivo bene, volevo giocarmela. Avevo l’impressione di poter dare di più. Poi ci sono riuscito. Ma non è bastato.

D. Eri stanco alla fine?
R. Si, lo ero. Ho dovuto correre per tre ore no-stop sul campo. Non ci sono molti giocatori che possono reggere bene fisicamente come faccio io, ma Roger è uno di loro. Si muoveva velocissimo anche alla fine. Forse per questo sembrava che io fossi sceso di livello, ma in realtà mi sentivo ancora bene.

D. Sebbene tu abbia perso, devi vedere il lato positivo nell’aver fatto lottare un giocatore del suo rango, soprattutto dopo i problemi fisici che hai avuto negli ultimi 2 anni.
R. Beh, ovviamente è bello giocare questi match. Agli Australian Open è ancora più bello. Il problema è che sono uscito al secondo turno e domani dovrò dimenticarlo e cominciare a prepararmi per il prossimo torneo. Non sarà semplice. Sono solo un po’ rammaricato di aver dovuto incontrare Roger così presto. Mi sentivo bene, speravo di giocare un buon torneo ma il tabellone è stato proibitivo.

D. Sei stato numero 6 al mondo. Stai pensando di essere in procinto di tornare al punto dove eri prima, se non ancora più in alto?
R. Al momento mi sento meglio. Posso muovermi come voglio e il mio gioco ne beneficia. Il fatto è che non sono più testa di serie, quindi devo scalare il ranking il più in fretta possibile perché negli ultimi tre Slam che ho giocato ho incontrato Murray, Rafa e Roger ai primi turni del torneo. Così non è facile passare il turno.

D. Quale pensi sia la parte del tuo gioco che mette così in difficoltà Roger? Ti soffre, soprattutto sembrava essere impensierito dal tuo dritto.
R. Beh, lui gioca così bene. Nei primi due set avevo l’impressione di non essere all’altezza, lui aveva tutto in sotto controllo. Ma a un certo punto ho pensato: adesso basta, devo fare qualcosa, prendere più rischi! Non è facile perché non si vuole mai perdere lasciando all’avversario punti facili. Ma contro Roger sei costretto a farlo altrimenti perdi in un batter d’occhio. Quando sono sul campo contro Roger ho questa sensazione, forse per questo contro di lui gioco sempre i miei migliori match.

 

 

 

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker