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12/02/2011 21:13 CEST - ATP Rotterdam

Finale Tsonga-Soderling

TENNIS - Nel primo ATP 500 della stagione, a Rotterdam, Tsonga conquista la settima finale in carriera battendo 6-4 7-6 Ivan Ljubicic. Più fresco, avendo approfittato del walkover di Berdych nei quarti, Tsonga domina il primo set ma si complica non poco la vita nel secondo. In finale trova Soderling, ingiocabile al servizio, che ha battuto 7-5 6-4 Troicki. Lo svedese è avanti 3-0 negli h2h.  Alessandro Mastroluca

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La finale di Rotterdam sarà tra Jo Wilfried Tsonga e Robin Soderling, in vantaggio 3-0 negli scontri diretti. Lo svedese reduce dalla rivincita della finale 2010 contro Youzhny (in quello che probabilmente è stato il match del torneo), continua la difesa del titolo con un obiettivo in più: solo confermando il risultato del 2010, infatti, potrà restare numero 4 del mondo. Una sconfitta in finale, infatti, lo farebbe scivolare a 5755 punti, 5 punti in meno rispetto a Murray che nonostante l'uscita repentina si ritroverebbe così nei "Big Four".

Nella prima semifinale Tsonga fa la partita nel bene e nel male, approfitta di qualche regalo di troppo di un Ljubicic apparso spento, e chiude 6-4 7-6 una semifinale in cui ha dominato il primo set e rischiato qualcosa di troppo nel secondo. Nella seconda Soderling Soderling ottiene l'84% di punti con la prima contro il 62% di Troicki: il 7-5 6-4 finale certificano una superiorità che deriva in gran parte da questa differenza.

Basta un break a Tsonga per chiudere un primo set caratterizzato da scambi molto rapidi. Il francese appare più brillante e centrato, sfrutta al meglio l'unica palla break del primo parziale e concede poschissimo al servizio: 94% di prime in campo, sette ace a referto e solo 5 punti persi.

Nel secondo set Ljubo brekka subito, serve sul 5-3 per forzare il match al terzo, ma si fa brekkare a zero dopo un game disastroso e viene costretto al tiebreak. Tsonga parte meglio (3-0), subisce un parziale di 5 punti a 1, ma chiude comunque per 7-5 al secondo match point. Dominante il servizio: Tsonga mette il 75% di prime ene ricava l'86% di punti. Troppo poco il 51% di Ljubo, che trasforma solo un punto su due con la seconda.

E' la quarta volta che Tsonga e Ljubicic si trovano di fronte. Il francese ha vinto il primo confronto diretto, agli Australian Open 2009, il croato si è imposto nei successivi due, al Masters 1000 di Madrid 2009 e l'anno scorso a Dubai.

Nessuno dei due è troppo incline ai lunghi scambi, ai colpi interlocutori, anche perché la superficie è piuttosto rapida. A quei "balletti" attendisti che hanno reso celebre Mohammed Ali, cui Tsonga è associato per analogia somatica e carisma sul pubblico, non certo per indole; soprannome rinforzato dalla presenza di papà Didier (giocatore di pallamano di origine congolese) al leggendario "Rumble in the Jungle" tra Ali e Foreman a Kinshasa nel 1974.

Tsonga, che arriva fresco grazie al walkover di Berdych nei quarti, prova a mettere pressione, riesce a rispondere profondo, ma Ljubo si tiene a galla soprattutto con le sbracciate lungolinea di rovescio. I servizi hanno un peso preponderante: JWT sfrutta la pesantezza della prima per piantare i piedi in campo e sfondare col dritto, anche in diagonale. Ljubo vuole chiudere presto, cerca la rete appena può: qualcosa ricava, ma Tsonga si esibisce anche in un paio di passanti di dritto in corsa da applausi.

Al servizio Ljubo è meno brillante. Viene portato ai vantaggi due volte, e la seconda finisce per cedere il servizio Regala la prima palla break, su un rovescio in back lungolinea largo. E Tsonga la trasforma con un passante in cross di dritto appena liftato che erroneamente il croato "lascia". Un errore di valutazione che si rivelerà decisivo.

La testa di serie numero 8 del tabellone di Rotterdam lascia le briciole nei suoi turni di battuta nel primo set, dimostra di avere un chiaro schema tattico in mente e di sapere come applicarlo per massimizzarne la resa. Ljubo va anche alla ricerca di soluzioni alternative, come una controsmorzata di dritto con effetto a uscire che si rivela però inefficace, ma continua a regalare troppo e a dipendere in misura determinante dai punti facili col servizio.

Negli scambi, infatti, Tsonga è più solido, corre meno e soprattutto sbaglia meno. Si seguono così i servizi con Tsonga che conquista il primo set point sul 5-4 con una sbracciata di dritto incrociato da sinistra, ma lo spreca chiudendo comunque alla seconda opportunità.

L'avvio di secondo set porta, però, al croato la prima palla break grazie a un passante di rovescio agevolato dal nastro che ha accomodato l'approccio di Tsonga, che però la annulla con un ace piatto esterno a 216 km/h. E altre due robuste prime gli consentono di tenere il primo turno di battuta del secondo set.

"Ivan il Terribile" (soprannome che mai come nel primo set è apparso come un contrappasso e non solo perché Ljubo è da tutti definito come estremamente gentile e pieno di sense of humour), rischia ancora nel terzo game, il più lungo del match (10 punti) in cui spreca anche due challenge: tenta un improbabile serve and volley su una seconda non troppo robusta con Tsonga che butta via la risposta di rovescio lungolinea, lascia andare un altro passante di dritto in cross che invece rimbalza sulla riga, si distrae e commette il suo primo doppio fallo ma si salva con un ace centrale di seconda.

Ma nel secondo set si scambia di più, Ljubo tiene meglio e la partita gira. Con una morbidissima smorzata di rovescio si procura una seconda palla break, e stavolta la trasforma: gioca un paio di rovesci alti e profondi, Tsonga forza invece troppo col rovescio lungolinea ed è 3-1 Ljubicic.

Tsonga si disunisce, colpisce meno centrato e cala anche alla risposta, soprattutto dalla parte del rovescio. Così Ljubo si trova a servire per il set sul 5-3.

"Il tennis è come la vita" usa dire Tsonga. "E' difficile, ma a volte se lo vuoi diventa facile". Facile come il break che il francese, amante della di pesca, può tirare su praticamente senza fatica. Il croato nato a Banja Luka e cresciuto in Italia (arrivato a Moncalieri nel 1992 dove ha incontrato Piatti che all'epoca allenava Furlan, Camporese e Caratti) gioca il game peggiore del match: non mette in campo una prima, butta all'aria un rovescio in back e tre rovesci di fila (il suo fondamentale meno solido) e Tsonga brekka a zero lanciando un parziale di 9 punti a 0, determinante per allungare poi il parziale al tiebreak. Ne ha giocati tre quest'anno Ljubicic, perdendone due; è il sesto per Tsonga, che ne ha vinti 4.

Pronti via ed è minibreak Tsonga, che difende i due turni di battuta successivi. Sul 3-2 Tsonga rischia una seconda quasi più forte della prima, che tocca il nastro e rimbalza sulla riga (con Ljubo che sbaglia il quarto "challenge" su quattro) ma poi sbaglia di dritto, affossando a rete, ritrovandosi a girare sul 3-3 da 3-0. In campo c'è troppa tensione, pochi i vincenti e molti gli errori. Tsonga butta via anche un facile dritto lungolinea da trequarti che porta Ljubo avanti 5-4. Tsonga con due poderose accelerazioni di dritto arriva per la prima volta al match point, sul servizio del croato. Gioca molto bene Ljubo con una seconda lavorata e profonda e un attacco in contropiede sulla risposta corta del francese: si gira ancora in parità, 6-6.

Tsonga rischia, costruisce il punto con un dritto aggressivo e la volée alta di dritto a campo aperto e si procura il secondo match point. Stavolta è quella buona: il serve and volley gli vale la settima finale in carriera (5-1 il suo record).

Tsonga mette così almeno 260 punti in classifica, i 300 della finale meno i 40 della Davis che usciranno dai countable results nella categoria dei 500. Dovesse vincere il torneo lunedì si ritroverà numero 14 del mondo scavalcando proprio Ivan Ljubicic.

Nella semifinale in sessione serale, Soderling, che secondo il Reliability Index dell'ATP ha il sesto miglior record, tra i giocatori in attività, nei match al coperto (0.722), gioca una partita solida, contro un avversario dall'impostazione simile alla sua. Ne emerge una partita atipica per una superficie veloce come quella di Rotterdam. Per un set si vedono tante bordate da fondo e praticamente nessuna discesa a rete. Lo stile speculare dei due rende il servizio ancora più determinante.

Nel primo set lo svedese si distrae una volta, perdendo il servizio a zero, ma ottiene due break e sigilla il 7-5 finale. Nel secondo sui suoi servizi praticamente non si gioca, mentre sotto 4-5,Troicki cede e al secondo match point Soderling può certificare la sua terza finale a Rotterdam.

E' il primo confronto diretto tra il 26enne di Tibro, reduce dalla vittoria di Brisbane e miglior Australian Open della sua carriera, e l'eroe serbo dell'ultima Coppa Davis, che nel 2006 giocava la serie A con il Tennis Club Parioli. Quest'anno è già stato finalista a Sydney, battuto da Simon (75 76) pur avendo avuto un break di vantaggio in entrambi i set. Ed è proprio questo il limite di Troicki, una certa fragilità, una mancanza di continuità e convinzione nei momenti importanti dei match.

Prevedibilmente entrambi cercano di prendere l'iniziativa da fondo, di impostare lo scambio su ritmi alti. E' ancora presto, naturalmente, per vedere gli effetti del lavoro sul gioco d'attacco impostato con Pistolesi da inizio stagione. Chiaro l'obiettivo di Troicki, sfruttare la sua maggiore solidità di rovescio per comandare sulla diagonale sinistra. Anche perché Soderling tende a colpire un po' frontale e dunque a privilegiare le traiettorie incrociate. Messo sul ritmo, però, sfodera anche più di un rovescio lungolinea di livello elevato.

Lo svedese imprime velocità di palla superiori e riesce spesso a girare lo scambio sul dritto. In sostanza è una partita a specchio: entrambi giocano di ritmo, ma Soderling fa molto meglio di dritto, il colpo invece più ballerino per il serbo, e tiene bene anche dalla parte del rovescio.

Il serbo inizia anche discretamente alla risposta, soprattutto sulla seconda dello svedese, che con la prima tende a scegliere traiettorie centrali da destra e soluzioni piatte esterne da sinistra, quelle che l'hanno messo un po' in difficoltà contro Kohlschreiber, che rispondeva anticipato e incrociato con lo svedese un po' lento a uscire dal movimento di servizio. Oggi, però, la resa è decisamente migliore (nel primo set perde solo 4 punti con la prima) e quando sale la velocità, l'efficacia della risposta di Troicki cala.

E quando Troicki sbaglia tre dritti di fila matura, alla prima occasione, il primo break per Soderling che allunga 3-1. Quando però Troicki tenta qualche variazione, di proporre qualche palla senza peso in più, il serbo coglie un fondamentale break a zero nel settimo gioco, nell'unico game in cui Soderling cala vistosamente col servizio, grazie a un vincente lungolinea di rovescio e qualche regalo di troppo dello svedese, in difficoltà quando lo scambio si allunga.

Nel momento topico del set, però, Troicki cede. Servendo sul 6-5 sparacchia un rovescio lungolinea lungo (e un challenge disperato non può salvarlo) regalando due set point. Riesce a salvare il primo, ma alla seconda stringe troppo il dritto in cross (bravo però Soderling a spingere col rovescio lungolinea) e perde il primo set del torneo.

Cambia qualcosa nel canovaccio tattico in avvio di secondo set. Nel primo gioco Troicki fallisce un chip and charge di dritto, Soderling trova una stop volley vincente di rovescio prima di trovarsi ad annullare, con una robustissima seconda, una palla break propiziata da un nastro velenoso.

Si prosegue con i servizi che diventano sempre più dominanti (nei successivi sei game Soderling tiene sempre a zero, Troicki sempre a 15). Praticamente non si scambia e la partita scivola via rapida. Al momento opportuno, nell'ottavo gioco, Soderling alza i giri. Rovescio lungolinea vincente, risposta sulla riga e dritto incrociato per chiudere il punto e maturano due palle break che valgono come due match point. Troicki deve cercare, e trovare, due righe per annullare la prima e si salva con il decimo ace. Tenta anche la palla corta di dritto poi, ma Soderling ci arriva, chiude con la volée alta di rovescio e si procura la terza palla break. Troicki con coraggio e incoscienza si getta avanti e il serve&volley paga. Alla fine, con un drop imprendibile il serbo emerge vittorioso dal game più lungo dal match.

Il serbo si ritrova ancora sotto sul 4-5, e regala un match point perdendo il controllo di un dritto, ma si salva appoggiandosi, come già contro Cilic, con la prima di servizio. Ma una risposta profondissima che pizzica l'ultimo pezzetto di riga esterna concede a Soderling il secondo match point. E stavolta basta. Spinge da fondo e costringe Troicki all'errore di rovescio.

Per Soderling è la diciottesima finale in carriera: 7-10 il suo record.

Alessandro Mastroluca

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