22/02/2011 01:24 CEST - ATP MEMPHIS E BUENOS AIRES

Roddick, 30 a Memphis

TENNIS - In una spettacolare finale del torneo di Memphis, Andy Roddick supera 7-5 al terzo la stella nascente Raonic, chiudendo il match con un punto da cineteca. Sulla terra di Buenos Aires si conferma Nicolas Almagro (già vincitore a Costa do Sauipe), che supera in finale Chela in due set. Vanni Gibertini e Alessio Morra.

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Una partita sul veloce tra due bombardieri che finisce 7-6 (7), 6-7 (11), 7-5 in 2 ore e 36 minuti può essere una noia mortale oppure una battaglia memorabile. Fortunatamente per noi al Raquet Club of Memphis è andata in scena un grande match, che oltre a sancire il 30 successo in carriera per Andy Roddick ha definitivamente consacrato a realtà emergente del circuito maschile il 20enne canadese Milos Raonic, già protagonista della vittoria a San José sette giorni or sono, che ha dato dimostrazione di grandi potenzialità tecniche e di grande maturità sia nel corso del torneo (ha vinto 2 incontri per 7-6 al terzo, compreso quello con Verdasco, regolato per la seconda volta in quattro giorni) sia nel corso di questa finale piena di emozioni.

Nonostante le non perfette condizioni fisiche (si parla di una lieve influenza) ed un avversario quasi intoccabile al servizio per la prima ora di gioco (17 ace nel primo set, 32 in totale nel match con soltanto 3 doppi falli e velocità massime registrate vicino al record assoluto proprio di Roddick), il campione a stelle e strisce è riuscito a superare l’avversario al photo finish, concludendo il match con quello che finora è sicuramente il colpo del 2011.

Durante il primo set Roddick di fronte al servizio di Raonic ricorda un po’ uno studente impreparato di fronte ad un complicato testo di Cicerone da tradurre: non ci capisce nulla e non riesce a venirne a capo. Nei primi sei turni di battuta del canadese, Andy racimola la miseria di due punti, uno dei quali gentilmente concesso da un doppio fallo. E’ lui a dover salvare le uniche due palle break del set nel gioco d’apertura, ma per il resto si segue fedelmente la regola dei servizi, con Raonic che mette a segno la bellezza di 16 ace.

Nel tie-break ci sono due minibreak a testa nei primi due giochi, poi si prosegue seguendo la regola dei servizi. E’ Raonic ad arrivare per primo al set point, ma non riesce a concretizzarlo; Andy gliene regala un secondo buttando malamente fuori un comodo diritto a metà campo, ma Milos non capitalizza facendosi cogliere dalla fretta e sparacchiando a lato un diritto anomalo. Sul 7-7 la chiave di volta del set: Raonic scende a rete sul rovescio di Roddick, lascia sfilare il passante lungolinea dell’americano nonostante fosse ben posizionato per una comoda volée, e la palla beffardamente si adagia sulla riga di fondo. Roddick non si fa pregare e porta a casa il primo set in 47 minuti nonostante abbia vinto 2 punti in meno dell’avversario. Alla vigilia della finale era stato chiesto a Roddick se pensava che l’esperienza avrebbe giocato un ruolo nell’esito di questa finale, ma l’americano aveva dichiarato di essere di avviso diverso: “Se si trattasse di un torneo dello Slam e di una finale 3 su 5, forse l’esperienza potrebbe avere un peso, ma considerando quanto Raonic sia in forma e quanto abbia vinto di recente, credo che dipenderà pù da chi giocherà meglio nella giornata”. Sarebbe stato bello ripetergli la domanda dopo questo tie-break.

All’inizio del secondo Raonic sembra andare via di testa, concede 2 palle break in apertura, ma si ricompone con sorprendente rapidità ed efficacia, tanto da andare lui 2-0 con un break di vantaggio. Il canadese però si fa strappare a sua volta il servizio, ed il set prosegue così sui binari dell’equilibrio fino ad un nuovo tie-break. La battuta di Raonic non è più così imperscrutabile per Roddick durante il secondo parziale, ma il giocatore di casa non riesce comunque a costruirsi occasioni sui game di servizio dell’avversario, anche perché nello scambio da fondo la palla del canadese è pesante e costringe spesso Andy sulla difensiva.

Il tie-break del secondo parziale è ad alto tasso emotivo: è Roddick il primo che allunga sul 5-3 approfittando di un errore non forzato dell’avversario dopo un lungo scambio pieno di cambi di rotazione, ma si ritorna in parità sul 5-5 con un super diritto di Raonic che piega il polso di Andy. E’ l’americano comunque ad arrivare per primo al match-point, che il suo avversario annulla senza paura con un diritto anomalo sulla riga. Sul 6-7 e set point per Raonic, Roddick mette a segno due ace consecutivi (n.14 e 15 del match) regalandosi la seconda palla match. Ma il canadese non ci sta a finire qui la partita e con un vincente ed uno scambio comandato dall’inizio alla fine ottiene il secondo set point. Nessuno dei due vuole cedere ed il livello tecnico ed emotivo del match sale ancora. Sul 10-9 Roddick il terzo match point viene annullato da una discesa a rete con volee di diritto, sull’11-10 Raonic l’americano mette a segno una seconda di servizio vincente con un angolo micidiale. Sull’11-11 è però Roddick a mandare fuori di un nonnulla un rovescio incrociato in palleggio, concedendo così il minibreak che dà il via libera a Raonic: 13-11 per il canadese al tie break ed incontro in parità dopo 1 ora e 45 minuti.

E’ Roddick a servire per primo nel terzo set, costringendo quindi il giovane avversario ad inseguire sempre nel punteggio. Già sullo 0-1 Raonic fatica a tenere la battuta, che invece poi cede nel successivo turno di servizio, consentendo così al n.8 del mondo in men che non si dica di scappare sul 4-1. Quando poi nel gioco successivo l’americano si procura due palle per il 5-1, la partita sembra arrivata in dirittura d’arrivo, ma Raonic, come ha dimostrato ripetutamente durante questo torneo e la settimana scorsa a San Josè, è cavallo di razza: annulla con coraggio le due palle break, tiene il servizio e si porta addirittura 0-40 nel gioco successivo, con la chance di livellare il conto dei break nel set decisivo. Roddick con autorità si riporta sul 40-40, ma alla quinta opportunità Raonic riesce a strappare la battuta all’americano riportandosi in scia all’avversario.

La volata finale inizia con Roddick che si issa ancora una volta a match point sul 5-4 30-40 servizio Raonic, il quale con coraggio va a rete per vedere il passante di rovescio di Roddick che danza sul nastro e poi ricade nella metà campo dell’americano. Un ace a 150 miglia orarie (241 km/h!) e una volee sulla riga ed è 5-5. E quando tutto lo stadio e gli spettatori davanti alla TV si stavano preparando per assistere al tie-break conclusivo, due colpi in rete di Raonic danno a Roddick in quinto match point della partita: il canadese va a rete gioca una gran volee di diritto, ma, in quello che probabilmente è il punto più spettacolare della carriera di Andy, l’americano riesce a mettere a segno un incredibile passante di diritto in corsa lungolinea in tuffo con capriola finale! Sono sicuro che a Boris Becker saranno fischiate le orecchie.

Scambio di cortesie per i due protagonisti durante la premiazione “Credo che il punto finale sarà uno dei più visti su YouTube – ha chiosato Raonic - peccato essere dalla parte sbagliata del campo, ma almeno il mio nome sarà nella descrizione”. Grande signorilità anche da parte di Roddick, che si è congratulato con l’avversario (“Ho visto tanti giocatori nella mia carriera: tu hai un futuro molto radioso davanti a te”) e non ha accampato scuse per l’influenza intestinale che l’ha colpito prima di questa finale: “Credo di essere stato fortunato oggi: il mio avversario ha giocato meglio di me per la maggior parte delle 2 ore e mezzo, alla fine la differenza è stata minima”.


Con questa vittoria Andy Roddick diventa dunque l’unico giocatore in attività insieme con Federer e Nadal ad aver vinto più di 30 tornei e l’unico insieme con Federer ad aver vinto almeno un titolo l’anno nelle ultime 10 stagioni. E Milos Raonic, che andrà a giocare ad Acapulco sulla terra anziché a Dubai sul cemento, salirà al numero 37 della classifica ATP, la posizione più alta mai occupata da un canadese nella storia del ranking, dato che quando Greg Rusedski arrivò al n. 4 aveva già deciso di giocare per la Gran Bretagna.
***
Nei tornei sudamericani il bis è d’obbligo. Un anno fa toccò a Ferrero, due anni or sono il protagonista fu Tommy Robredo, nel 2005 ci fu prima il bis di Gaudio, poi del diciottenne Nadal. Quest’anno autore della doppietta è Nicolas Almagro che, dopo aver vinto a Costa do Sauipe, vince il torneo di Buenos Aires.

In finale lo spagnolo ha sfidato Juan Ignacio Chela che ieri aveva il suo trecentesimo match in carriera sconfiggendo in semifinale, l’intruso, Wawrinka, l’unico non di lingua spagnola a raggiungere i quarti.
Almagro. dopo aver salvato una palla break nel secondo gioco del match, alla prima occasione strappa il servizio a Chela con uno splendido rovescio vincente. Con il vento in poppa, la testa di serie numero uno si porta sul 5 – 3.
Chela perde nuovamente il servizio. Almagro, grazie ad un doppio fallo, porta a casa il primo set.
L’avvio del secondo set è, a parti invertite, la copia del primo set. Lo spagnolo non sfrutta sei palle break, Chela strappa, al terzo gioco, la battuta all’avversario, inserisce il pilota automatico e chiude 6 – 3.
Nel terzo set c’è pathos, tensione, grande partecipazione da parte del pubblico, tutto per il beniamino di casa.
Almagro pare più nervoso, ma riesce a brekkare Chela, che riesce a recuperare, sfruttando gli errori di Almagro.
L’argentino dà l’impressione di non crederci quanto il pubblico e sul più bello perde il servizio. Un game pieno di errori, deciso, sul quaranta pari, da un punto infinito (e divertente) chiuso a rete dallo spagnolo.
Almagro, che a Melbourne ha raggiunto gli ottavi, sul 4 – 3 deve fronteggiare un’altra palla break, il servizio lo aiuta ed è 5 – 3! Il match, di fatto, si decide qui. Perché, nonostante un clamoroso errore in avvio del decimo game, Almagro arriva al matchpoint. Chela resiste, gliene annulla due. Almagro non si scompone. Il terzo matchpoint è quello buono.

Almagro b Chela 6 – 3, 3 – 6, 6 – 4

 

Vanni Gibertini e Alessio Morra

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