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07/03/2011 18:28 CEST - TENNIS E SLOVENIA

Il furto alla Jausovec

TENNIS - Nel 1976, l'anno in cui Panatta ha vinto gli Internazionali, il torneo femminile andò alla slovena Mima Jausovec, poi vincitrice al Roland Garros. In finale Dominò l’australiana Hunt, ma poi in Piazza di Spagna...Ubaldo Scanagatta

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Quello fu l’anno magico di Adriano Panatta, quello del suo trionfo, della rimonta pazzesca con l’australiano Kim Warwick cui annullò 11 matchpoint al primo turno _ e 10 sul servizio dell’australiano _ prima di battere Zugarelli, Franulovic, Solomon (ritiratosi suscitando un mare di polemiche), Newcombe e alla fine Vilas.

Del torneo femminile, inevitabilmente, si occuparono pochissimi, anche sui media. La finale fra la slovena Mima Jausovec (nei due anni successivi finalista al Roland Garros, vittoriosa nel ’77 sulla rumena Mihai, sconfitta dall’altra rumena Ruzici nel ’78) e la bionda australiana di Perth Lesley Hunt, venne giocata di sabato, prima delle semifinali, prima che Panatta affrontasse John Newcombe. La videro in pochi intimi.

Ho rintracciato quindi Mima a Maribor, il capoluogo sloveno dove dirige una sua Tennis Academy, e Lesley vicino Perth, a Mandurah, dove anche lei fa da coach ai giovani australiani della West Coast. “Ho allenato per qualche mese, anni fa, anche una ragazzina d’Ancona, la Viezzoli, n.1 italiana under 14”.

La cronaca di un match finito 6-1,6-3 non se la ricordano nemmeno loro “Non era 6-2,6-2? Ricordavo d’aver perso 4 games _ dice Mima Jausovec, unica slovena ad aver vinto uno Slam in singolare (la Srebotnik c’è riuscita nei doppi) _ E’ stato il mio primo torneo vinto da professionista. Non avevo ancora 20 anni (è nata il 20 luglio 1956). Avevo faticato nel primo turno con la moglie di Borg, sì la Simionescu che aveva vinto il primo set. Poi gli altri incontri erano stati facili. Della Hunt ricordo i muscoli, un bel servizio, un buon dritto. Giocava bene avanti, ma non fui mai in difficoltà. Vinsi il primo set e la gente che cominciava ad arrivare tifava per me, in modo quasi eccessivo. La Hunt si innervosì parecchio. Non capiva perché ce l’avessero con lei che aveva già perso il primo set. Io invece capii subito: i romani non vedevano l’ora che scendesse in campo Panatta. Un eventuale terzo set di donne non li eccitava. Furono contenti che io vinsi in poco più di un’ora, credo 68 minuti ride al telefono Mima, tutt’oggi grande amica di Virginia Ruzici che della Jausovec mi aveva descritto le principali caratteristiche tecniche: “Mima aveva molto talento, un’ottima mano, ma soprattutto due piedi straordinariamente reattivi: era velocissima. Era molto più piccola di me, 1m e 62cm contro il mio 1m e 74cm. Anche lei, come me era più forte di dritto e girava attorno a quel colpo.La sua rapidità l’aiutava molto. Si adattava meglio di me a tutte le superfici, infatti giocava bene anche sull’erba. Io giocavo più sul fisico, lei aveva un tennis più rilassato, più naturale direi”.

Ma di quel giorno romano, splendido sul campo da tennis, Mima Jausovec ha anche un brutto ricordo: “Ero così felice di quel mio primo successo che ritirato il premio, mi pare fossero 3.000 dollari, pochi in assoluto (Panatta ne prese 21.000), ma tanti per me. Andai così subito in piazza di Spagna con Virginia per fare shopping. Ma come arrivai lì il mio portafogli era sparito. Rubato. Che choc! Per andare a Parigi dovetti farmi prestare i soldi da Nikki Pilic…”.

La Hunt _ semifinalista all’Australian Open 1971 sconfitta dalla Court che, in coppia con la Goolagong, l’aveva battuta anche nella finale di doppio con la Emerson; nonchè junior vittoriosa a Parigi, Wimbledon e Melbourne under 18 _ non ricorda il tifo ostile: Amavo Roma alla follia, ci ho giocato almeno dieci volte. Le prime sette persi al primo turno. In Australia campi in terra non c’erano, dovetti abituarmici. Poi in Italia sarei stata a lungo e non solo per i tornei di Grado, Senigallia, Napoli (dove fece finale). Parlavo anche italiano”. Forse solo in Svizzera si è trovata meglio: lì ha vinto tre volte il torneo di Crans Montana e, una volta, anche quello di Gstaad.

“Il giorno della finale a Roma, il 29 maggio, era il mio compleanno, 26 anni, e prima di scendere in campo suonarono sia l’inno d’Australia sia ‘Happy Birthday’ _ rammenta _ Ero lontana da casa da mesi, sola. Fu un’emozione fortissima. Giocai il primo set con un groppo alla gola.. Lei era giovane e credo che avrei dovuto vincere io…Avevo battuto la Sherriff nei quarti e la Mihai in semifinale. Giocavo bene. Invece persi male. Due anni dopo incontrai Mima di nuovo a Roma: lei era la campionessa del Roland Garros, eppure persi di misura 7-5,6-3...”

La Hunt aveva un bel caratterino. Nel ’74 le compagne di Federation Cup, Goolagong, Young, Kranzke e Gourlay, scrissero una lettera alla loro federazione dopo una sconfitta nella Bonne Bell’s Cup per 5-4 per dire che non la volevano più in squadra. Leslie non abitava e non si allenava con loro: “I metodi di Vic Edwards, coach della Goolagong e capitano del team non mi piacevano”.

Fu anche squalificata dalla federazione aussie, insieme a Judy Dalton e alla Melville. “Vivevamo in America e ci iscrivemmo a un circuito in Nuova Zelanda senza saper che ce n’era uno nel Queensland. In Australia davano premi ridicoli” si difende ancor oggi Leslie che _ più volte testa di serie negli Slam e per 12 anni fra le prime sei australiane _ fu protagonista di uno straordinario secondo turno a Wimbledon contro Chris Evert nel ’74. Il primo anno in cui Chris, e il fidanzatino d’allora Jimmy Connors, trionfarono in singolare.

“Il match con Chris fu sospeso sul 9 pari al terzo. Potevamo continuare e chissà, forse avrei anche vinto. Il giorno dopo lei vinse 8-6,5-7,11-9. Ma più di quella sconfitta, o del matchpoint sciupato con la King, preferisco ricordare le mie vittorie con la Haydon Jones, la Dalton, la Wade, la Goolagong…No _ riprende _ gli italiani non mi fecero tifo contro. Ero sempre allegra e sorridente. E non avevo il mio boyfriend!”

Risultati: Jausovec b.Hunt 6-1,6-3. Doppio: Boshoff-Kloss b.Ruzici-Simionescu 6-1,6-2.

Ubaldo Scanagatta

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