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08/03/2011 23:05 CEST - L'ARGOMENTO

Oggi top 10...E da junior?

TENNIS - La vittoria di Gianluigi Quinzi a Montevideo, 3 anni in anticipo sulla tabella di marcia, ha riaperto gli interrogativi sull'importanza della carriera junior. Come se la cavavano da ragazzini gli attuali dominatori del circuito? Tutti fenomeni di precocità o anche crescite graduali? L'analisi della top-10 ha fornito risposte molto variegate... Samuele Delpozzi

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I recenti exploit di Gianluigi Quinzi, fresco vincitore in Uruguay di un torneo under 18 a soli 15 anni, hanno portato molti appassionati ad interrogarsi sul peso, in ottica futura, di tale affermazione. In assenza di sfere di cristallo che possano sciogliere l'enigma, proviamo ad analizzare i trascorsi degli attuali top-10 partendo proprio dalla carriera junior: essere fortissimi tra i ragazzini è garanzia di successo? Oppure è preferibile snobbare le competizioni giovanili per fare subito gavetta tra i pro, nei tornei minori? Ripercorrendo le storie dei campioni di oggi, possiamo dire che entrambe le strade sono valide... a patto di avere grandi qualità!


Rafael Nadal
Carriera junior ridotta all'osso quella dell'attuale numero 1 del mondo, concentrato fin da giovanissimo a raccogliere punti ed esperienza nei tornei satellite. Unico Slam giovanile disputato dal maiorchino, Wimbledon 2002: pur ignorando o quasi la superficie verde, Rafa si arrampica fino alle semifinali dove viene sconfitto dall'algerino Lamine Ouahab. A fine stagione conquista la Junior Davis Cup per la Spagna, vincendo tutti gli incontri. Miglior classifica ITF in carriera: numero 145.

Roger Federer
Nel caso di Roger abbiamo un percorso opposto al precedente ma altrettanto vincente: lo svizzero si fa annunciare tra i predestinati laureandosi campione mondiale under 18 nel 1998, un anno in anticipo sulla tabella di marcia. In quella stagione s'impone a Wimbledon senza perdere un set – altro preludio di ciò che sarebbe stato tra i grandi – nonché al prestigioso Orange Bowl, mentre a New York e Melbourne si ferma rispettivamente in finale ed in semifinale. A fine anno, numero 1 in singolare e 7 in doppio. Quel che si dice promessa mantenuta.

Novak Djokovic
Il percorso giovanile del fresco vincitore dell'Australian Open è una sorta di giusto compromesso tra gli antipodi Nadal e Federer. Una buona gavetta nell'ex Jugoslavia, quindi altre esperienze in Italia (inclusa la collaborazione con Piatti e Ljubicic) e negli USA, ma a neppure 17 anni Nole decide di concentrarsi full time sul professionismo, poco dopo la semifinale australiana persa da Ouanna (uno che invece non ce l'ha fatta, ad alti livelli). Una scelta vincente, come conferma l'esaltante vittoria all'US Open 2005 su quel Gael Monfils che un anno prima aveva fatto razzia di Slam juniores. Tra i piccini Djokovic si ferma al numero 34, ma a 20 anni è già in finale a Flushing Meadows e di lì a poco conquista il suo primo titolo a Melbourne. Tra i grandi.

Robin Soderling
Trascorsi brillanti, quelli dello svedesone di Tibro: campione europeo under 18 a Klosters (Svizzera) nel 2001, ed incoronato lo stesso anno anche all'Orange Bowl di Miami, dove in finale supera un altro (futuro) ottimo giocatore, l'argentino Juan Monaco. A gennaio 2002 raggiunge la finale all'Australian Open, risultato che lo issa al numero 2 delle classifiche, mentre a settembre cede in semifinale a New York ad un promettente Baghdatis. Tutto bene, tutto solido, ancorché sprovvisto dell'ultimo acuto in uno Slam... un po' come tra i professionisti. Per ora, almeno.

Andy Murray
Il "gemello" 1987 di Djokovic, a livello giovanile, vanta un'impresa non da poco: nell'anno di grazia 2004 impedisce il Grande Slam al già citato Monfils, soffiandogli l'US Open e dimostrando già allora la sua predilezione per i campi duri. Altri segni premonitori, i ripetuti fiaschi casalinghi a Wimbledon (se di fiaschi si può parlare in questo caso, trattandosi di un ragazzino tra i 15 ed i 17 anni), dove in 3 apparizioni colleziona un terzo turno e due eliminazioni all'esordio. Gli appassionati italiani forse lo ricorderanno anche per la vittoria 2003 al tradizionale torneo di Prato, nel cui albo d'oro figura anche il nome di Federer, sei anni prima. Best ranking: numero 6 in singolo e 8 in doppio.

David Ferrer
La vera, grande sorpresa. La "non promessa mantenuta", se mi si passa il termine: uno su cui, per mezzi tecnici e fisici, nessuno avrebbe scommesso una lira, vedendolo giocare da ragazzino. Uno che la nostra Federtennis avrebbe probabilmente scartato a favore di qualche svogliato braccio d'oro. Ci hanno creduto eccome, invece, lui ed il suo storico allenatore Javier Piles: carriera giovanile pressoché inesistente – 7 incontri appena, di cui 4 persi – e subito via, a sputare sangue e terra rossa nella bolgia di satelliti e challenger. Ed eccolo qui, ancora top-10 a quasi 29 anni.

Tomas Berdych
Anche nel caso del tennista moravo il percorso junior rispecchia abbastanza fedelmente la sua carriera professionistica fino a questo momento: grandi fiammate isolate, qualche vittoria in tornei non di primissimo piano e piazzamenti più o meno onorevoli nei grandi appuntamenti – in questo caso, una finale agli Europei e quarti a Wimbledon. Curiosamente coincidono anche i best ranking da giovane e da "vecchio", al numero 6: visti i mezzi, è il classico alunno intelligente che non si applica abbastanza.

Andy Roddick
Probabilmente il giocatore con il miglior curriculum giovanile tra gli attuali top-10, l'unico con 2 Slam in saccoccia (Australian e US Open 2000) ed annesso titolo mondiale a fine anno. Già nel 1999, peraltro, si era imposto all'Eddie Herr ed all'Orange Bowl, importanti appuntamenti americani di fine stagione. Numero 1 del mondo in singolo e doppio, è riuscito a confermarsi con una grande carriera anche tra i pro, sebbene la presenza ingombrante di un certo Federer ne abbia irrimediabilmente castrato i propositi di dominio. Nice try, Andy.

Fernando Verdasco
Anche qui scuola spagnola, pochi fronzoli e subito al sodo: il suo curriculum nei tornei riconosciuti dalla Federazione Internazionale si riduce ad un solo torneo, il Roland Garros 2001. In quella circostanza, fuori al terzo turno contro il futuro finalista Brian Dabul. Poi subito a sgambettare nei satelliti, a raccattare i primi punticini da bravo professionista.

Jurgen Melzer
Il mancino viennese, amante del serve&volley, aveva già mostrato le sue qualità sottorete imponendosi a Wimbledon junior nel 1999, un anno dopo il coetaneo Federer. Exploit abbastanza isolato, se si considera che nel ranking giovanile non è mai andato oltre la 26° posizione. Per sua sfortuna non gli è riuscito un colpo altrettanto grosso tra i senior, ma di contro la maggiore solidità dell'ultima stagione – arrivata quasi fuori tempo massimo, alle soglie dei 30 anni – gli ha garantito un inatteso ingresso tra i top-10. Traguardo meritato, per quanto riguarda la brillantezza del gioco.


Anche altri grandi protagonisti dell'ultimo decennio, come David Nalbandian, possono vantare successi importanti: l'argentino sconfisse Federer nella finale dell'US Open junior 1998, mentre perse dall'amico Coria in quella del Roland Garros l'anno seguente. Baghdatis e Tsonga si spartirono l'annata 2003 – il cipriota vincitore a Melbourne, il francese a Flushing Meadows – in un duello all'ultimo sangue che vide prevalere Marcos proprio in extremis, grazie al successo all'Orange Bowl. Richard Gasquet fu precocissimo campione del mondo nel 2002, a soli 16 anni, grazie agli Slam dominati a Parigi e New York, mentre il connazionale Monfils (lo junior più vincente dai tempi di Edberg, unico a completare il poker) ne vinse addirittura 3 nel 2004, come già detto. Sempre in tempi recenti possiamo ricordare anche Stan Wawrinka e Marin Cilic, entrambi campioncini al Roland Garros, rispettivamente 2003 e 2005. Oppure, andando più indietro nel tempo, alcuni finalisti illustri come Juan Carlos Ferrero (Parigi 1998, battuto da Fernando Gonzalez), Misha Youzhny (Australia 1999), Mario Ancic (Australia e Wimbledon 2000) e Tommy Robredo (Parigi 2000).
Nel novero dei tennisti passati molto presto tra i professionisti, citiamo invece tre vincitori (peraltro in giovanissima età) dell'US Open: Marat Safin, Lleyton Hewitt e Juan Martin del Potro. Trafila junior decisamente breve anche per Davydenko, subito impegnato a sbarcare il lunario nella giungla dei tornei minori assieme al fratello-coach Eduard.
 

Samuele Delpozzi

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