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24/03/2011 10:31 CEST - Fotoracconto

Cartoline da Indian Wells

TENNIS - Viaggio fotografico alla scoperta della località che ospita il primo combined della stagione: dallo splendido scenario che fa da sfondo ai campi alle lussuose ville di Indian Wells, dal deserto della Coachella Valley alle montagne innevate della Sierra Nevada nel giro di poche miglia. Poca vita notturna, ma è la sede ideale per un torneo. Vanni Gibertini

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Quali siano i quattro tornei più importanti dell’anno è cosa piuttosto nota: i tornei dello Slam. Quale sia invece il quinto è argomento piuttosto dibattuto, anche se Charlie Pasarell e Raymond Moore, padri ideatori ed organizzatori del torneo di Indian Wells, non hanno dubbi che sia proprio la loro creatura a venire immediatamente dietro ai quattro major. E dalla loro hanno sicuramente argomenti piuttosto convincenti: l’Indian Wells Tennis Garden può vantare il secondo più grande stadio del tennis al mondo (dopo l’Arthur Ashe di Flushing Meadows) che vanta oltre 16.000 posti, 24 campi in Plexipave, sei dei quali, come noto, sono stati dotati di Hawk Eye durante il torneo per fornire a tutti gli incontri di tutti i tabelloni la copertura dell’occhio elettronico.

Ben 350.096 persone hanno assistito alle 21 sessioni del torneo, record del torneo e record di tutte le manifestazioni tennistiche non-Slam: “Miami ha circa 50.000 spettatori l’anno in meno – proclama orgogliosamente Charlie Pasarell, famoso ai più per essere stato protagonista dell’incontro più lungo della storia del tennis prima di Isner e Mahut - principalmente perché loro hanno uno stadio più piccolo ed un impianto circondato da un parco naturale quindi non si possono espandere”. E avrebbero potuto essere di più se durante il weekend di mezzo non avessero dovuto smettere di vendere i biglietti perché la polizia di Indian Wells ha ritenuto che i 10.000 posti auto del parcheggio non fossero sufficienti per altri spettatori. “Stiamo cercando di risolvere il problema acquistando altra terra per i parcheggi – ha continuato il suo compare Raymond Moore - e Larry Ellison (il CEO della Oracle, quinto uomo più ricco al mondo, che per 100 milioni di dollari ha acquistato il torneo impedendo che potesse essere spostato fuori dagli USA) ha già detto che si impegnerà per trovare una soluzione”.

 

Lo stadio n.1 (come qui viene chiamato il centrale) è dotato di telecamera sospesa che “vola “ sopra il campo per fornire le inquadrature da vicino dei giocatori e del pubblico durante le pause di gioco.

Altro particolarità di questi campi è che la linea laterale ha un’interruzione subito dopo la sua intersezione con la linea del servizio per facilitare il compito dei giudici di linea.

Ma come fanno a fa un torneo “in mezzo al deserto” a competere e superare tutti gli altri che si disputano nelle grandi città? Innanzitutto la zona in cui si disputa la competizione, la cosiddetta Coachella Valley, comprende una serie di cittadine, di cui Indian Wells è di gran lunga la più piccola, che vengono definite le Desert Cities e che in totale contano circa 600.000 abitanti, con un tasso di crescita negli ultimi dieci anni tra i più alti degli USA. Questo perché a causa del clima secco e mite (piove un paio di volte l’anno, e non fa mai freddo) la zona è meta di molti americani in pensione che vogliono godersi il clima e gli oltre 50 campi da golf nella zona. La più popolare di tutte è Palm Springs, circa 50.000 abitanti, che è la prima che si incontra provenendo da Los Angeles lungo l’autostrada Interstate 10 che funziona da spina dorsale per tutta la vallata. L’aeroporto di Palm Springs è quello più vicino al torneo, ed ha la particolarità di non avere i un giardinetto con vialetti, palme e giochi per bambini tra un terminal e l’altro

Uno dei terminal dell’aeroporto è intitolato a Sonny Bono, ex marito di Cher.

Infatti a Palm Springs ci sono le ville di tantissime celebrità, da Frank Sinatra a Elvis, con tour specializzati che portano i turisti ad avvistarle, e parecchie strade sono intitolate a personaggi famosi. L’aeroporto per esempio si trova in Kirk Douglas Avenue.
Qui sotto si possono vedere alcune vedute della città di Palm Springs prese dalle montagne che circondano la valle desertica, montagne che arrivano ben sopra i 3000 metri e che d’inverno sono sempre coperte di neve.

E’ infatti possibile dagli oltre 30 gradi di Palm Springs prendere una funivia che in circa 10 minuti, sale fino al rifugio a quota 2595 dove invece di sabbia e palme si trovano la neve e le conifere

Queste non sono le Alpi, ma le San Jacinto Mountains coperte di neve.

Da una parte si vedono i monti imbiancati pieni di pini, e girandosi di 180 gradi si vede il deserto oltre la neve.

Alcune di queste montagne costituiscono lo sfondo dell’Indian Wells Tennis Garden, contribuendo a creare uno scenario di grande impatto.

Qui si vede il prato utilizzato normalmente dai tennisti per il riscaldamento o per le partite di calcetto, davanti agli spettatori che assistono davanti alla staccionata bianca che si vede in primo piano.

I campi di allenamento su cui normalmente si allenano i VIP sono dotati di tribune per gli appassionati che li affollano senza sosta. I più abili qui possono vedere Federer che si allena in questa foto di fortuna scattata sgomitando tra la folla.

A pochi chilometri dallo stadio c’è il vero e proprio villaggio di Indian Wells.

Poco più di 5000 persone, praticamente tutte residenti all’interno di ville super lussuose in comunità recintate, in cui si entra se solo se vi si risiede o si è invitati. Qui l’ingresso di una delle decine di comunità private.

La strada principale, che è la Highway 111, è costeggiata da file di palme in giardini curatissimi.

Il tutto con lo sfondo mozzafiato delle montagne innevate.

Abbiamo anche trovato una clinica che ci sentiamo di suggerire a Federer e Nadal…

Tutto questo splendore però viene a caro prezzo: prima della recessione a Indian Wells le case avevano un costo medio unitario superiore a qualunque altra località negli USA, incluse Manhattan, Beverly Hills e Mountain View, ed anche ora la località si mantiene saldamente nella Top 10.
Una sede di questo tipo fa sì che al BNP Paribas Open circa l’81% degli spettatori risieda a più di 100 miglia da Indian Wells, e circa il 5% viene da fuori degli USA. Per facilitare l’afflusso l’organizzazione sponsorizza navette tra gli alberghi di Indian Wells e l’impianto, con parcheggi appositi dedicati ai pullman provenienti dai vari resort (che però come potrete immaginare non sono propriamente a buon mercato). Sicuramente non ci saranno la vita notturna di Miami o le opere d’arte di Roma, ma se si cerca sole, tennis e relax, questo è il posto ideale.

Vanni Gibertini

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