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30/04/2011 22:46 CEST - NUOVI TREND

La Germania alla riscossa

TENNIS - I risultati del WTA di Stoccarda e dello spareggio di Fed Cup hanno portato alla ribalta il tennis tedesco in gonnella. Petkovic e Goerges, ma anche la rientrante Lisicki, stanno creando un nuovo movimento capace di risuscitare l'interesse sopito in patria dopo i ritiri di Graf, Becker e Stich. Ora la sfida è rilanciare anche il settore maschile a cui manca un vero trascinatore. Mauro Cappiello

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Giovani, carine, promettenti e determinate. Sono le ragazze che guidano la “new wave” del tennis tedesco, i cui primi timidi vagiti si sono trasformati in rumori ben più fragorosi la scorsa settimana a Stoccarda, dove addirittura quattro giocatrici locali sono riuscite a centrare il traguardo dei quarti di finale. Il titolo è andato a Julia Goerges, soprannominata “the Gorgeous” (la meravigliosa) per la sua avvenenza, prima giocatrice di casa a vincere il Porsche Grand Prix da quando ci riuscì Anke Huber nel 1994. 23 anni ancora da compiere, un metro e ottanta, tennis aggressivo anche se ancora troppo incostante, Julia, battendo in casa la numero uno del mondo Wozniacki in finale, ha entusiasmato una nazione intera che ha bisogno di riappassionarsi al tennis dopo gli anni di declino seguiti all’era irripetibile di Steffi Graf.

E non è sola. Insieme a lei, entrata questa settimana tra le migliori trenta per la prima volta, scalpita per sfondare il muro della top ten Andrea Petkovic, al momento numero 15 del mondo, che sogna un futuro in politica e, nel frattempo, esalta i fan a suon di rovesci incrociati. Dopo i quarti in Australia a spese della Sharapova, per lei è arrivata una bella semifinale a Miami, dove è riuscita a fermare il carro armato Wozniacki. Con lo scalpo della Jankovic la scorsa settimana in Germania, sono salite a quattro (includendo anche il ritiro di Venus Williams a Melbourne) le volte in cui Andrea è riuscita a battere una top ten nel 2011.

Non dimentichiamo poi che dietro di loro si fanno notare anche la 23enne mancina Angelique Kerber e la ragazza probabilmente più talentuosa della nuova generazione teutonica, Sabine Lisicki, scivolata al numero 132 della classifica causa infortuni, ma che, grazie anche al suo servizio bomba, già a 19 anni aveva conquistato un “best ranking” di numero 22 al mondo e i quarti di finale a Wimbledon. Anche lei è tornata da Stoccarda con un titolo, quello del doppio, vinto in coppia con Samantha Stosur.

Ce n’è abbastanza, insomma, per parlare di rinascita di un movimento che molto probabilmente non riporterà la Germania all’epopea degli anni ’90, ma almeno le farà riconquistare un ruolo di primo piano nel panorama del tennis femminile, diventato terra di conquista a causa dell’assenza di vere fuoriclasse. In Fed Cup questo ruolo la Germania se l’è già ripreso: condannando gli Stati Uniti alla prima retrocessione della loro storia con un secco 5-0, due settimane fa, ha guadagnato l’accesso al World Group per il 2012. Il tutto è avvenuto ovviamente a Stoccarda, città da sempre simbolo del tennis tedesco e particolarmente portafortuna in quest’ultimo periodo.

«Durante la Fed Cup, la Petkovic ha avuto così tante richieste di interviste dai media che a stento è riuscita a soddisfarle tutte. È una cosa nuova e di grande impatto», ha dichiarato a Espn Patrick Kuhnen, capitano del team tedesco di Coppa Davis, ma anche direttore del torneo maschile di Monaco, dove pure i ragazzi questa settimana si stanno ben comportando. «Il successo in Fed Cup è stato fantastico per il tennis femminile, ma ha avuto effetti sul tennis in generale in Germania. Lo scorso week-end, qui (a Monaco, ndr) c’è stata grande agitazione, tutti i giocatori chiedevano: “Qual è il punteggio a Stoccarda? Che sta succedendo?”».

È una novità anche per la stessa Petkovic, che, dopo la semifinale a Miami, si è vista piombare addosso improvvisamente tutta quella pressione e quell’interesse di tv e giornali che lei stessa prima sembrava aver ricercato con i suoi simpatici balletti post vittoria (la famosa Petko-dance) e i siparietti divertenti nei suoi videoblog. «Non avrei mai pensato che sarei stata felice di andarmene presto dalla Germania», ha detto esausta dopo aver perso nei quarti la settimana scorsa nell’unico torneo femminile tedesco rimasto sul circuito principale, dopo la scomparsa di Berlino nel 2009. E, per testimoniare il suo sfinimento con una trovata delle sue, giovedì si è presentata in conferenza stampa su una sedia a rotelle…

La Petkovic è comunque consapevole che tutto ciò sia inevitabile e si ritrova ogni volta a dover respingere quel paragone con Steffi Graf, un po’ provinciale e assolutamente fuori luogo, che probabilmente la ossessionerà per tutto il resto della sua carriera. Al di là dei diversi stili di gioco, a fare la differenza rimane il fatto che Steffi era una campionessa unica al comando capace di fare da sola le fortune di un movimento, mentre la Petkovic ricerca la collaborazione delle altre per riportare ai vertici il tennis tedesco: «Ho sempre voluto che i media parlassero di nuovo di tennis da noi, ma ero spaventata dal dover fare tutto da sola», ha detto in una recente intervista.

E Sabine Lisicki conferma questo spirito di gruppo, elemento che contraddistingue la “young generation”, un po’ come capita da tempo in Italia con Pennetta, Schiavone, Vinci ed Errani: «Ci congratuliamo sempre tra di noi nello spogliatoio e traiamo stimoli l’una dai successi dell’altra».

La speranza è che questo rinnovato entusiasmo contagi anche il settore maschile, un po’ in affanno negli ultimi anni. Già con l’abbandono di Becker e Stich si parlava di declino, ma ora, con il ritiro di Kiefer e con Tommy Haas che solo questa settimana è tornato a giocare dopo più di un anno di sosta ai box per infortunio, le cose vanno anche peggio: la Germania è rimasta con una pletora di giocatori la cui classifica non supera il numero 35 di Florian Mayer. Ci sono dieci tedeschi tra i primi 100, ma cinque di questi sono oltre il 90mo posto. Troppo poco per un Paese che, secondo i dati della Federazione, conta più di un milione e mezzo di praticanti, anche perché l’età media dei top 100 è superiore ai 27 anni e all’orizzonte manca l’astro nascente.

Una situazione che ha avuto riflessi anche a livello di tornei, con molti eventi cancellati o declassati. Negli anni ’90 la Germania poteva contare sulle ATP Finals di Francoforte e poi di Hannover, sulla Grand Slam Cup di Monaco, sul ricco Eurocard Open di Stoccarda indoor e sul Super9 di Amburgo, più altri tornei minori che la ponevano al centro del tennis in Europa e nel mondo. Oggi il quadro è un po’ diverso: sul circuito maggiore sono rimasti solo i 250 di Monaco, Halle e Stoccarda, Amburgo declassato a 500 e la World Team Cup che ha rischiato di veder terminare per mancanza di sponsor una tradizione lunga 32 anni.

Così come quella degli sponsor è stata evidente la fuga dei ragazzini e delle tv che si sono riversati in massa sul calcio, tanto che qualche anno fa Deutsche Welle si chiedeva retoricamente se la Germania avesse perso l’amore per il tennis. Stando ai risultati recenti, sembra proprio che le ragazze vogliano farglielo ritrovare.

Mauro Cappiello

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