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12/05/2011 17:33 CEST - IL PERSONAGGIO

Odesnik, rientro da isolato (e odiato)

TENNIS - Graziato dall'ITF, che ha dimezzato a un anno la sua squalifica, Wayne Odesnik ha già vinto tre tornei ed è salito al numero 250 ATP. Eppure i suoi colleghi lo hanno accolto malissimo. Delic lo ha affrontato da infortunato "pur di farlo affaticare" e il giovane Harrison lo ha apostrofato: "Furbastro" nonchè "Imbarazzo del tennis americano". Diego Bonomo

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QUALSIASI ILLAZIONE, ESPLICITA O VELATA, RIGUARDANTE SOSPETTI SU GIOCATORI IN ATTIVITA', SARA' IMMEDIATAMENTE CANCELLATA (Redazione)

Da gennaio è tornato a calcare i campi da tennis, dopo una sospensione prima due anni, poi scontata a uno, per essere stato trovato in possesso di fiale di ormone delle crescita. Lo statunitense Wayne Odesnik è ripartito dai challenger e dai futures e piano piano sta ricostruendo la sua classifica. Ha iniziato l’anno da numero 1381 al mondo ed adesso è già 250, collezionando due futures ed un challenger. Ma i suoi colleghi statunitensi hanno accolto il suo ritorno tutt’altro che a braccia aperte. Nel challenger di Savannah, che Odesnik ha vinto, i suoi avversari a stelle e strisce hanno mostrato infatti un atteggiamento palesemente ostile nei suoi confronti.

Ad esempio, in semifinale, il giocatore nato a Johannesburg ha incontrato e sconfitto l’astro nascente del tennis americano, Ryan Harrison, che in maniera esplicita lo ha apostrofato più volte durante tutta la partita. “Furbastro” ed “imbarazzo del tennis americano”, così lo ha definito diverse volta a voce piuttosto alta. Nel match precedente, quarti di finale, Odesnik aveva incontrato un altro connazionale, Amir Delic, che si è fatto male alla caviglia ed è stato costretto al ritiro, ma non l’ha voluta dare vinta facilmente. “Se fosse stato un altro avversario – ha detto Delic – mi sarei ritirato subito, invece sono stato zitto ed ho provato ad allungare il match quanto più possibile, in modo che lui non avesse vita facile nella partita successiva”. A dirla tutta, nemmeno i connazionali più illustri erano stati più misericordiosi con lui non appena appresa la notizia. Ad esempio Andy Roddick aveva usato parole forti. “Questo è barare – aveva dichiarato -. Voglio una condanna esemplare, sono rimasto sconvolto dall’accaduto. Non abbiamo bisogno di storie come queste nel circuito”. Certo è che

Negli altri sport esiste più un senso di solidarietà nei confronti del collega o del compagno di squadra. È così nel ciclismo come nel calcio. Vero è anche che il tennis, forse anche per questa condanna esplicita dell’intero movimento, è uno dei pochi sport che ancora oggi mantiene un’immagine pulita e sono gli stessi tennisti che non vogliono che si macchi. Le malelingue però dubitano da tempo che il doping nel tennis sia un fenomeno davvero così isolato. Diversi vociferano che ci sia ben di più di quanto si veda e si sappia ma che ciò sia dovuto al fatto che né l’Atp e né la Wta facciano, o abbiano storicamente fatto, controlli approfonditi. Negli ultimi anni però le due organizzazioni stanno cercando anche loro di far piazza pulita di malelingue aumentando notevolmente i test antidoping. Se lo si guarda in questa ottica, allora anche il comportamento dei connazionali di Odesnik non sembra poi così strano.

Diego Bonomo

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