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03/06/2011 12:21 CEST - Roland Garros

Na Li, la ragnatela cinese

TENNIS- Ormai a far la storia ci ha preso gusto, la tennista cinese che per la prima volta si è qualificata ad una finale Slam in Australia e ha bissato il risultato qui a Parigi. Dal divorzio "tecnico" con il marito alle parole delle avversarie battute fino a quelle del nuovo allenatore: viaggio nel pianeta Li, la tennista che ti imprigiona il cervello Gianluca Comuniello

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Arrivare a 29 anni e cominciare solo in quel momento a collezionare finali Slam. Già due, di fila. Non male: anche Na li, come Francesca Schiavone, ha raggiunto l’apice nel momento in cui di solito si comincia a scendere. “Come i vini di annata che invecchiano bene nelle botti” ha detto ieri Francesca in conferenza stampa.
Nell’ angolo della cinese, in questi giorni, un uomo sempre vestito di giallo esultava con quella che definirei gioia composta ad ogni nuova conquista di Li. Quest’uomo era Jiang Shan, marito della giocatrice, catalogabile nel capitolo “Come un divorzio può salvare un matrimonio”. Sì perché Shan oltre ad essere il marito di Li ne era anche l’allenatore, fino a poche settimane fa.
“Passavamo insieme 24 ore su 24 e alla fine non sapevo mai se stavo parlando con il marito o con l’allenatore” ha spiegato lei. Un po’ troppo forse. Talmente troppo che sia il tennis sia il matrimonio stavano perdendo un filo logico: quattro sconfitte di fila al primo turno dopo la storica finale di Melbourne. Il colpo di genio è stato quindi divorziare dal punto di vista tecnico e assumere come allenatore il danese Michael Mortensen. Matrimonio salvato e tennis pure, perché Li ha improvvisamente ritrovato e riadattato alla sempre indigesta terra battuta, quel tennis che l’aveva portata in finale a Melbourne. Ottime prove a Madrid e a Roma, prima dell’apoteosi parigina. Nei primi turni nella capitale francese si assisteva anche ad un simpatico balletto. Quando capitava un momento di difficoltà, il marito abbandonava lo stadio. E’ successo al primo turno contro Strycova, dopo aver perso il primo set. E’ successo di nuovo in ottavi di finale contro Kvitova, quando Li era in svantaggio di 3-0 nel terzo set. Lui si alza e se ne va. Lei vince. “Come un abbandono può salvare una partita”. Contro Azarenka e Sharapova non c’è stato bisogno di questo balletto. “Contro Azarenka ha giocato la partita perfetta” dice orgoglioso il nuovo allenatore “non ha avuto paura di affrontare il dritto di Vika, anzi, lo ha usato nello scambio a suo vantaggio.”
Chi l’ha già affrontata su palcoscenici che contano la descrive come una contro cui non è per niente semplice venire a capo della partita.
“E’ una giocatrice che, semplicemente, non sbaglia” disse Kim Clijsters dopo averla affrontata in finale a Melbourne pochi mesi fa.
“Gioca bene, serve profondo e la sua palla è pesante, una delle più pesanti del circuito” disse Caroline Wozniacki proprio in Australia, dopo aver fallito l’ennesimo tentativo di vincere qualcosa che conti veramente.
Una ragnatela. Questo sembra essere il concetto ricorrente nelle parole delle avversarie che Na Li batte ormai con cadenza regolare. Una ragnatela che ti imprigiona piano piano con i tuoi stessi errori, le tue stesse occasioni mancate. Ma se questa è una costante, non è colpa delle giocatrici sconfitte, deve essere merito di chi le batte.
Kvitova, battuta qui a Roland Garros: “Non riesco neanche a contare le occasioni che mi si sono presentate nel match. Ma poi, poco a poco, sono andata giù di testa, l’ho abbandonata a livello mentale”.
Na Li concretizza quindi su un campo da tennis il luogo comune che vede i cinesi fortissimi dal punto di vista mentale? Victoria Azarenka, sconfitta nei quarti di finale: “Ho avuto la mia grande occasione nel primo set, sentivo di esserci molto vicina, ma lei è stata molto solida, soprattutto sui punti chiave.”
A sentir le avversarie quindi, solidità ed esperienza, più dei colpi, sembrano essere quel “ticket to ride” che sta permettendo alla cinese un ruolo da protagonista assoluta nei tornei lunghi come sono gli Slam.
Ma allora la ragnatela di variazioni di Francesca Schiavone, quei colpi sempre diversi uno dall’altro, potrebbero essere annullati dalla ragnatela mentale di Li? E’ la giocatrice cinese stessa, a svelare con molta onestà i suoi punti deboli: “Le giocatrici che tirano molto forte non sono un problema. Ciò che mi dà fastidio, sono quelle giocatrici europee che liftano la palla, fanno smorzate, giocano variazioni”
Sembra la descrizione precisa di Francesca Schiavone. Quale sarà la ragnatela più resistente?
 

Gianluca Comuniello

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