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22/06/2011 22:06 CEST - Wimbledon

Venus, che spavento!

TENNIS - Kimiko Date, la più anziana in tabellone a Wimbledon, la seconda più "aged" dopo Martina Navratilova ad aver passato un turno spaventa Venus Williams. La "Venere" vince solo 8-6 al terzo, dopo 2 ore e 56 minuti in uno dei match femminili più intensi degli ultimi anni. Con quel dritto "old style", per poco la giapponese non infilava la grande sorpresa. Da Wimbledon, Alessandro Mastroluca

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Tu chiamala, se vuoi, esperienza. Quella di Venus Williams, cinque volte campionessa a Wimbledon, che dopo 20 minuti si ritrova sotto 5-1 e con due break da recuperare. E quella di Kimiko Date, che si fa strappare entrambi i break e getta al vento sette set point prima di vincere il tie-break del primo set.

E’ il prologo del match finora più bello visto a Wimbledon finora, uno dei migliori singolari femminili degli ultimi anni. Venus vince 6-7 6-3 8-6, dopo 2 ore e 56 minuti. Ha conquistato 128 punti, sette in più della sua avversaria, la giocatrice più “aged” in tabellone, 40 anni e 9 mesi: la terza più anziana di sempre nel main-draw di Wimbledon, seconda solo alla Navratilova nell’era Open.

Sono passati 12 anni e 8 mesi dal suo primi ritiro, quindici dall’ultima volta che è riuscita a issarsi al terzo turno dei Championships. Era il 1996, arrivò fino alle semifinali e solo l’oscurità e la conseguente sospensione salvarono Steffi Graf. "Ricordo nitidamente quella partita” ha commentato Kimiko. “Ho giocato per due giorni e di quell'occasione ho un ricordo straordinario."

L’anno scorso, a Osaka, Kimiko è diventata l’unica quarantenne ad aver battuto una top-ten, nel torneo in cui ha giocato più “old” a memoria d’uomo, perdendo da Tamarine Tanasugarn: 73 anni in due. Dopo oltre tre ore di battaglia, però, le è sfuggito il primato di più anziana vincitrice di sempre di un titolo WTA, primato custodito nelle ultime 27 stagioni da Billie Jean King che aveva 39 anni, 7 mesi e 23 giorni quando nel 1983 si impose a Birmingham. Kimiko ha debuttato a Wimbledon quando la sua avversaria al primo turno, Katie O’Brien, aveva tre anni. Oggi ha inventato un tennis d’altri tempi, e come avrebbe potuto essere altrimenti, fatto di tagli, back e chop anche di dritto per prendere la rete, serve and volley, a volte anche sulla seconda.

Ma l’esperienza, però, nei punti chiave le è mancata. Perché quella non dipende dall’anagrafe, ma dal numero di partite giocate ad altissimo livello. E su questo Venus è di un’altra categoria. I due doppi falli di fila (i primi del match) con cui ha perso per la prima volta il servizio e lanciato il parziale di 5 giochi a 0, l’emorragia di set point svaniti nel primo parziale avrebbero potuto scrivere la parola fine sul suo match.

Anche perché Venus, messa con le spalle al muro, ha alzato di un paio di marce la velocità di crociera delle sue palle. Nel finale di primo set, e soprattutto per tutto il secondo, l’americana ha comandato il gioco, si è aperta gli angoli col dritto e reso inefficaci le discese a rete della Date. Che pur senza sacrificare il suo approccio, ha finito per trovarsi sempre un po’ più indietro, sempre ad inseguire e reagire, con meno tempo per verticalizzare. Il dritto viaggiava di meno, il rovescio penetrava poco, così Kimiko, per evitare che Venus aggirasse la palla e si aprisse il campo col dritto anomalo (lungolinea o diagonale), la Date ha provato a stringere di più gli angoli, ma ha finito col raccogliere meno e sbagliare di più. Saranno 30 gli errori, contro i 24 di Venus, che pure ha un vincente in meno (45 a 46).

Quando, poi, Venus apre il terzo set con un break per il 2-0, e allunga 30-0 nel terzo game, ancora una volta la partita sembra finita. Ma Kimiko ha sette vite: un vincente di dritto, un nastro fortunato e un doppio fallo di Venus valgono il controbreak. Da qui il match diventa una sfida di nervi, l’esperienza contro l’anagrafe, la mente contro i muscoli, l’intelligenza e la visione contro le vibrazioni della forza. Nel quarto Venus vede svanire cinque palle break; da qui in poi si seguono i servizi fino al 7-6 per la “Venere”. Kimiko colpisce un brutto dritto in avanzamento, e per Venus arrivano i primi due match point. E la forza ha la meglio sull’intelligenza: Venus fa due passi avanti ad ogni colpo dello scambio fino a un dritto dal centro sul rovescio della Date che tenta il passante lungolinea, largo di poco.

Questione di centimetri. Questione di esperienza.

Alessandro Mastroluca

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