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26/06/2011 23:37 CEST - WIMBLEDON

Murray - Gasquet, ancora loro

TENNIS - Andy Murray affronterà domani Richard Gasquet sul campo centrale di Wimbledon, per un posto nei quarti di finale dello slam londinese. Per Murray, il francese rappresenta il primo ostacolo credibile al raggiungimento dell’attesa semifinale con Nadal. C’è interesse anche per la prestazione di Richard Gasquet, rinvigorito dalla cura Piatti, per un match dai molteplici risvolti. Stefano Broccoli

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E’ancora vivo il ricordo dell’ottavo di finale dell’edizione 2008 dei championships tra Andy Murray e Richard Gasquet. In quell’occasione si vide davvero di tutto: Gasquet dipinse tennis per due set sul centre court. Letteralmente. Una serie di rovesci abbaglianti, di esecuzioni da manuale, di soluzioni esplicative di un talento infinito. Un esibizione di bellezza da archiviare e far vedere se si vuole capire cosa sia davvero il tennis giocato a 360° gradi. Quella meraviglia finì però sul 5-4 del terzo set: il francese serviva per chiudere l’incontro in tre set ma non riuscì a vincere quel game decisivo. A quel punto i buoi erano definitivamente scappati: sotto i colpi di un Murray improvvisamente rinfrancato e di un pubblico non propriamente degno di Wimbledon, il francese perse completamente la bussola e visse il suo peggior calvario sportivo di sempre. Il tiebreak del terzo, vinto da un Murray in versione hooligan, è solo il preludio ad un quarto set dominato dallo scozzese. Nel quinto set, il punteggio è relativamente in equilibrio ma Gasquet non è più nel match ne con la testa, ne dal punto di vista fisico e si limita a giocare colpi straordinari di puro talento senza più uno schema dietro. Dopo quasi quattro ore di tennis è quindi Andy Murray a portare a casa il match e a qualificarsi per i quarti di finale(dove poi sarà asfaltato senza pietà dal futuro campione, Rafael Nadal). Quel match che, come detto, è per diverse ragioni ancora oggi nella memoria degli appassionati, funse da spartiacque per il prosieguo della stagione dei due giocatori e non solo. Murray acquisì ulteriormente fiducia e grazie ad un ulteriore lavoro di potenziamento fisico, raggiunse la prima finale slam della carriera a Flushing Meadows giocando il suo miglior tennis di sempre e battendo anche Nadal in semifinale. Gasquet invece, cominciò una parabola discendente culminata con le note vicende della positività alla cocaina.


Richard Gasquet ed Andy Murray. Due giocatori che sembrano davvero nati per giocare a tennis ma, per motivi diversi, ancora non pienamente compiuti. Del francese si è detto tutto o quasi: dalle copertine sulle riviste specializzate in tenera età, fino agli esaltanti esordi nel circuito maggiore con la vittoria prestigiosa contro Federer a Montecarlo. Un tennista su cui, giustamente, si erano concentrate tutte le attenzioni di un paese, che da anni è alla ricerca di un giocatore di calibro assoluto. Talento cristallino su una psiche di cristallo, un rovescio che sfida le leggi della fisica su un fisico inadeguato, lontano anni luce dall’ atletismo esasperato di molti degli attuali top player. Solo nel momento in cui raggiunse le semifinali a Wimbledon nel 2007,(dopo un match capolavoro con Roddick) si è creduto che la sua carriera potesse finalmente cambiare registro. Ma quello fu un lampo isolato: il francese non si è più ripetuto a quei livelli in un grande torneo sebbene nello stesso anno si qualificò al master finale proprio a spese di Murray, dopo averlo battuto nel match decisivo sul campo di Parigi-Bercy. Andy Murray invece è invece l’unico esponente rilevante di un movimento britannico che fatica a produrre giocatori pur vantando un importante tradizione oltre agli introiti derivanti dal torneo di Wimbledon. Lo scozzese è un giocatore da fondocampo ma, soprattutto nei primi anni di carriera, ancora leggero fisicamente per poter sfondare da dietro e tenere il passo con i più forti. Ma il braccio è quello di un predestinato con delle variazioni sul tema quasi “meciriane” ed un rovescio bimane con cui mette la palla dove vuole. Con i progressi fatti dal punto di vista fisico e mentale, lo scozzese è ormai da due, tre anni nelle prime posizioni del ranking ma ancora non è riuscito a raggiungere il traguardo della vittoria in un major. Traguardo per il quale sembra necessario un ulteriore salto di qualità, convinzione e maggiore aggressività per poter battere in un match importante uno degli altri tre “Fab four”.

Domani questi due giocatori si troveranno di nuovo sul campo di tennis più importante del mondo per dare vita al loro quinto scontro diretto. Il computo totale è di due pari con le prime due vittorie ottenute dal transalpino( a Toronto nel 2006 e, come detto, a Bercy l'anno successivo) e le ultime due da Murray, incluso l’ottavo di Wimbledon 2008 e il primo turno del Roland Garros 2010. Quest’ultimo match in particolare, presenta più di una similitudine con l’ottavo di Wimbledon del 2008; anche qui Gasquet era avanti di due set salvo essere nuovamente rimontato e battuto da Murray al quinto. Fatte queste premesse, va da sé che l’ottavo di domani presenta diversi profili di un certo interesse. Murray nei match fin qui giocati, ha palesato più di qualche incertezza e la pressione data dallo slam di casa, non lo sta aiutando. L’ostacolo Gasquet è di quelli importanti, soprattutto se il francese saprà confermare quanto di buono ha mostrato negli ultimi mesi di questo 2011(sull’erba poi, è costretto a stare più vicino alla riga di fondo e il suo gioco tende ad esaltarsi ulteriormente). Il lavoro serio fatto con Riccardo Piatti sta dando i suoi frutti e anche lo storico coach italiano ha sottolineato più volte la dedizione e l’impegno profuso da Gasquet per tornare come e meglio di prima. Il francese vuole dimostrare di non essere fuori tempo massimo e questa è l’occasione giusta per cancellare i ricordi negativi del recente passato. In ogni caso speriamo in un grande match di tennis, senza psicodrammi da una parte e dall’altra.

 

Stefano Broccoli

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