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27/06/2011 16:01 CEST - Tennis Flash

La nuova vita di Conchita Martinez

27 giugno 2011

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Quest'anno ricorre il quinto anniversario dal ritiro di Conchita Martinez, campionessa di Wimbledon nel 1994 nonché finalista a Parigi (2000) e Melbourne (1998). Ma la ragazza, che è cresciuta giocando contro un muro a Monzon, in Aragona, non ha abbandonato del tutto il nostro sport. Attraverso la nuova esperienza di allenatrice (Anastasia Rodionova, già n.62 del mondo,naturalizzata australiana), la iberica infatti vuole offrire un messaggio di discontinuità, in un circuito dove, diversamente dai suoi tempi, la tecnica conta sempre meno. "Mi piace insegnare, ma non tutti i tipi di tennis", sostiene la spagnola. "Anche perchè oggi ci sono esperti di tutto. A livello professionale mi piace molto insegnare, giorno per giorno, mentre d'altra parte vedo difficile per me insegnare ad un principiante, dicendo come tenere una racchetta. ". La ex numero 2 del mondo poi si sfoga: "Quello che penso è che il tennis manca di varietà, e anzitutto varietà di colpi", continua, "Sono anni ormai che proseguiamo in questa tendenza che io ormai osservo con tristezza. Sto cercando di sperimentare molto sulla tecnica, perché penso di avere un buon occhio, così come anche nella tattica. Questo a mio parere dovrebbe essere prioritario nel lavoro di un coach" Un lavoro in cui però spesso occorre tornare alla base. Infatti la Martinez non nasconde che spesso si debba ridiscutere un fondamentale con la sua nuova "discepola" : " Spesso devo mostrarle l'esecuzione di un colpo, oppure farle rivedere un'impugnatura corretta", dichiara. Ma non su tutto c'è critica: "Anastasia ha un dono : può giocare topspin, cambiando l' altezza dello scambio con facilità. Cerco allora di migliorarla simulando in allenamento situazioni di gioco più difficili, con palle più alte e pesanti. Il nostro lavoro, al momento in stand-by per un lieve infortunio, sta producendo buoni frutti (quarti di finale a Roma e terzo turno a Parigi), e sono convinto che presto otterremo risultati più gratificanti". La aragonese poi non si ferma qui. Infatti pochi mesi fa, in aggiunta al suo ben svolto incarico di direttore del torneo WTA di Marbella, ha firmato un contratto con la federazione australiana per aiutare alcuni dei suoi giocatori, e si è ben attrezzata per un'esperienza che il suo ex coach ed ex professionista Gabriel Urpi definisce "Calzante per il suo passato, per il suo perfezionismo, per la sua continua ricerca dell'eccellenza. Lei ama il tennis e vuole mantenere il contatto con il circuito. Ha secondo me tutte le motivazioni giuste per allenare ". La Martinez parla poi del perchè si sia avvicinata al coaching, così come del suo approccio al coaching: "Voglio restituire al tennis ciò che il tennis mi ha donato, e so di poterlo fare allenando, soprattutto perchè vedo le cose diversamente da quando giocavo. Tuttavia, quando ho di fronte qualcuno da dover aiutare, non concedo compromessi: o si è aperti, disposti a mettersi in discussione senza rinunciare alla fiducia in sé stessi, oppure si consuma una inutile perdita di tempo". Infine l'iberica, che divide il suo tempo tra San Diego e Barcellona, non si preclude altre strade per il futuro: sogna di fare qualcosa legato al restauro, ma senza mai rinunciare alla sua amata racchetta: "Mi piace sempre gettarmi nella mischia. Ne ho bisogno e ne sono felice."

Davide Uccella

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