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28/06/2011 16:23 CEST - Wimbledon

Le regole del tennis: mto

TENNIS - Quando e come un giocatore può ricevere un trattamento medico? Il medical time-out deve avvenire necessariamente al cambio campo? Quello che è successo alla fine del primo set del match tra Nadal e Del Potro ha violato davvero qualche regola come qualche agguerrito commentatore sostiene? da Wimbledon, Alessandro Mastroluca

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Nel 2008 Richard Pagliaro, in un articolo su Tennis Week Magazine, scriveva che "i tennisti stanno usando l'injury time un po' come fanno i calciatori quando restano a terra apparentemente doloranti per rallentare l'azione degli avversari o fermare il gioco".

L’ha fatto anche Nadal con Del Potro? Ogni supposizione è libera. A leggere le sue dichiarazioni, a vedere come ha continuato a muoversi e correre dopo il trattamento i dubbi di molti, compresi quelli di chi vi scrive, sono cresciuti. D’altra parte, ha richiesto l’intervento medico su un set point a suo favore, e questo fa nascere qualche dubbio contrario, anche a chi vi scrive.

Allora, Rafa è un approfittatore antisportivo che gioca con le regole o solo uno che la mette giù un po’ più drammatica del necessario?
Personalmente le teorie complottiste non sono il mio forte. Non credo che tutti i trainer, i fisioterapisti, i medici, gli arbitri siano d'accordo con Nadal. Non credo che un arbitro si possa prendere la responsabilità di negare la richiesta di un mto, perché l'arbitro non è un medico. Ma, come recita un detto poco considerato, domandare è lecito, rispondere è cortesia. E chiedere un mto non equivale automaticamente a ricevere un mto. Per passare dalla domanda alla risposta occorre il parere favorevole di un professionista, un trainer, un medico, che ha tre risposte possibili: sì, no perché hai qualcosa che non posso curare nei tre minuti del mto, no perché non hai niente.

Una cosa è certa: ieri nessuna regola è stata violata. Vediamo perché, provando a dare risposta alle critiche più frequenti.

-“I giocatori chiedono gli injury-time nei momenti chiave anche se non hanno niente”
Li possono anche chiedere, ma l’ultima parola non spetta né a loro, né all’arbitro. Spetta al trainer. Se il trainer si accorge che il giocatore non ha niente la pausa dura il tempo di dire: “non fare il furbo, torna a giocare”.

-“Il regolamento permette il mto solo ai cambi di campo”.
Questa è la condizione generale. Ma la regola 3b del regolamento ITF stabilisce un eccezione: “Sono nel caso in cui un giocatore sviluppa un infortunio acuto (acute medical condition) che necessita di uno stop immediato al gioco, il giocatore può richiedere, attraverso il giudice arbitro, di essere valutato dal fisioterapista/preparatore atletico”. Per acute medical condition si intende ogni sviluppo improvviso di un infortunio muscolo-scheletrico o malessere che richieda intervento immediato. Anche in questo caso, comunque, giova ripeterlo, l’ultima parola spetta al trainer. Il giocatore può anche pensare che l’infortunio sia grave: se il trainer dice che non è così grave, il trattamento, se si deve fare, sarà eseguito al primo cambio campo utile.

-”Non poteva stare fermo un quarto d’ora”.
Il mto ha una durata massima di tre minuti. Ma ieri la parte più lunga non è stata il mto, ma la medical evaluation, cioè la diagnosi necessaria a capire il tipo di infortunio e verificare che la condizione rientrasse nelle treatable condition. I 3 minuti sono scattati solo dopo. La fase della medical timeout non ha una soglia massima di durata: il regolamento parla solo di ragionevole durata, per bilanciare la salute del giocatore e la continuità del gioco.

Alessandro Mastroluca

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