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02/07/2011 18:01 CEST - WIMBLEDON PREVIEW

Masha favorita, ma attenzione...

TENNIS - Domani la bella Masha proverà a conquistare la quarta prova del Grande Slam. Il successo a Wimbledon manca dal 2004, quando battè Serena Williams. Di fronte troverà la ceca Petra Kvitova, al battesimo in una finale Slam. La ceca è la prima mancina dal 1994 a giocare una finale ai Championships. Nel doppio maschile i gemelli Bryan sfideranno Lindstedt e Tecau. Alessio Morra

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Favola. Questo è il sostantivo più usato in questa edizione femminile dei Championships. Un torneo da favola, soprattutto, per la Lisicki, passata in pochi mesi dai bassi fondi della classifica all’Olimpo del tennis. Un torneo da favola per tante ragazze, giunte a sorpresa alla seconda settimana.

Ed anche se tra le due ci sono differenze notevole, per la vincitrice si parlerà di favola.
Masha è una campionessa, ha già vinto Wimbledon. Una regina sia dentro che fuori dal campo.
Ma, tra 2008 e 2009, un serissimo infortunio alla spalla l’ha tenuta fuori per nove mesi. In quel periodo ha sofferto, ha imparato a cucinare (la carbonara) e non ha mai smesso di sognare il successo in uno Slam.
E’ già da favola il torneo di Petra, che ha raggiunto, nello Slam più prestigioso, la prima finale in uno Slam.
Sotto gli occhi del suo idolo Martina Navratilova.

Il cammino di Sharapova e Kvitova è ‘curioso’. Perché la russa d’America è arrivata in finale senza perdere nemmeno un set, brava. Mentre la ceca di set ne ha persi due. Ma Petra, che a marzo ha compiuto ventun anni, ha giocato meno rispetto a Masha. Infatti, la Kvitova è stata in campo, complessivamente, mezz’ora in meno della siberiana. La più bella del reame, però, ha perso appena trentadue games. Praticamente una media di cinque games a match.  Nessun punto in comune tra le due finaliste nel torneo, con l’eccezione del secondo turno, dove entrambe hanno eliminato le (presunte) speranze inglesi.

Un solo confronto diretto tra Sharapova e Kvitova. Vinse Masha, a Memphis ’10, in due set.
La ceca, però, era ancora al sessantaseiesimo posto. Nei mesi successivi la sua classifica non cambia, ed a Wimbledon, si presenta da numero 62, arriva, sorprendentemente, in semifinale. Umilia la Wozniacki negli ottavi (con lo stesso punteggio ha steso la Wickmayer quest’anno), dopo aver battuto la Azarenka, nei quarti un incredibile match vinto con l’estone Kanepi, prima di arrendersi alla potenza di Serena Williams.  Quest’anno il definitivo saltò di qualità. Oltre quaranta match vinti, e siamo ancora a luglio. L’ingresso nella top ten. Tre tornei vinti, su tre superfici diverse: Brisbane, Parigi e Madrid. Due finali perse, una sull’erba di Eastbourne.
Mentre la Sharapova gioca la terza finale del 2011. Ha vinto a Roma e perso a Miami. Inoltre ha raggiunto le semifinali al Roland Garros.

Probabilmente, però, la finale azzera tutto. Potrebbe non contare il cammino a Wimbledon, potrebbero non contare i progressi fatti nell’ultimo anno dalla ceca, certamente non conta l’unico head to head.

Potrebbe contare, molto, la parte tattica. La domanda è la solita: “cosa bisogna fare per vincere?”. La dolce Maria, come l’ha ribattezzata ieri Massimo Marianella, in sei match ha messo a segno ventuno aces, ma ha fatto ben trentadue doppi falli. Ha lo stesso numero di doppi falli e games persi!
Ma a parte la spalla, che l’ha fatta tanto patire, e forse un po’ di tensione, perché anche con Li Na, a Parigi, arrivarono copiosi i doppi fali, Masha osa tantissimo sul servizio. Non è paragonabile né all’Ivanisevic dei bei tempi né a Tsonga, ma ha una percentuale di punti vinti con la prima di servizio impressionante. Con la piccola Peng, addirittura, dell’86%. Supera sempre il settanta percento di punti vinti con la prima palla.
Pure la ceca con il servizio non scherza. Ha un discreto gioco di volo e spesso pulisce le righe.
Il problema sono le pause. Con la Pironkova nei quarti aveva il match in pugno. Era avanti di un set e un break, ma ha chiuso 6 – 2 nel set decisivo. Nella semifinale dopo un primo set favoloso, ha ceduto di schianto il secondo alla Azarenka. E lo ha ricordato anche la Navratilova che l’ha descritta così: ‘Ha un bel servizio mancino, ha una palla pesante, ha una buona volée di dritto, in finale deve rispondere meglio rispetto alla Lisicki, ma deve diminuire le pause.’

La Sharapova, accompagnata dal fidanzato Vujacic, giocatore dei Los Angeles Lakers, che bacia l’anello come Raul e soffre come la prima (storica) moglie di Boris Becker, è favorita. Ha maggiore personalità, sta giocando bene, ha già giocato quattro finali nelle prove dello Slam, ne ha vinte tre ed ha vinto a Wimbledon nel 2004.

Ci sarà anche la finale del torneo di doppio. In campo Bob & Mike Bryan contro la coppia formata dello svedese Lindstedt ed il rumeno Tecau. La coppia più famosa sfida una coppia quasi anonima. Anche se il duo rumeno-svedese la finale di Wimbledon l’ha giocata e l’ha persa, contro Melzer e Petzschner, sconfitti, quest’anno, nei quarti dai Bryan. Per gli americani è la diciottesima finale in una prova dello Slam, la quarta a Wimbledon. L’unica vittoria è arrivata nel 2006, nell’ultima edizione, prima di questa, dopo non c’erano in finale le Williams. I gemelli, numeri uno della specialità, hanno superato due maratone. Negli ottavi hanno piegato la resistenza di Aspelin ed Hanley, nel trentesimo gioco del quinto set. In semifinale hanno sconfitto Llodra e Zimonjic, 9 – 7 al quinto. Lindstedt e Tecau hanno avuto difficoltà con il duo argentino Chela/Schwank, superato con tre tie-break e nei quarti, quando hanno affrontato Clement e Dlouhy, sconfitti per 12 – 10 nel set decisivo.
 

Alessio Morra

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