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07/08/2011 17:24 CEST - Us Open Series

Federer: "E' bello avere trent'anni"

TENNIS - Roger Federer tornerà in campo dopo Wimbledon a Montreal. Dal 2004 ha vinto sei titoli delle Us Open Series, più di chiunque altro (o altra) tennista. "Avere 30 anni è un bel momento" ha detto nella conference call alla vigilia del Masters 1000 canadese, In prospettiva Us Open, lo svizzero si è mostrato ottimista: "Non credo che sia la mia ultima chance. Ce ne saranno ancora molte in futuro". Traduzione di Giulia Vai

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TIM CURRY: Grazie per averci raggiunto per la conferenza US Open Series.
Federer farà il suo debutto la settimana prossima alla Rogers Cup a Montreal e ha programmato di giocare la settimana successiva al Cincinnati. Federer è campione delle US Open Series 2007 e ha guadagnato il più grosso assegno di sempre nel tennis con 2,4 milioni di dollari agli US Open, 1.4 milioni di dollari agli Open e 1 milione di bonus in quanto campione delle US Open Series. Roger ha vinto 6 tornei Series a partire dal 2004, anno della nascita delle Series, più di qualsiasi altro giocatore.

D. Questo è il primo anno in cui Cincinnati sarà un combined event. Cosa ne pensi? Cambierà l’atmosfera?
ROGER FEDERER: Penso sia un grande cambiamento. Siamo eccitati e curiosi all’idea. Mi hanno detto che sono stati fatti cambiamenti alle strutture: ovviamente sarà più difficile trovare campi liberi per allenarsi ma siamo abituati. Non vedo l’ora di giocarci.

D. Dato il tabellone ristretto, pieno di giocatori di alta classifica, pensi che un evento 1000 come Cincinnati sia più difficile di un Grande Slam?
ROGER FEDERER: Sono abituato ed ero abituato anche quando si giocavano sei partite in sei giorni con i Masters 1000 e i Super 9. Sono pronto fisicamente e mentalmente alle sfide dure. La prima volta che ho giocato a Cincinnati ero in difficoltà per la velocità della superficie, poi mi sono abituato e ho giocato bene. Spero sia lo stesso quest’anno.

D. Ci puoi parlare del ruolo che ha il gioco d’anticipo? Lo si insegna o è un talento naturale?
ROGER FEDERER: Penso sia una dote con cui si nasce, soprattutto se giochi a tennis dalla tenera età. Ho sempre pensato che Martina Hingis fosse una grande anticipatrice in grado di capire prima dove sarebbe andata la palla. Non penso che basti oggi, bisogna essere molto atletici ed esplosivi. C’è bisogno di fare un passo successivo per andare a cercare la palla e colpirla. Penso ci sia bisogno di molti aspetti: ormai si gioca un tennis molto fisico. Ma sono contento di giocare in questa era tennistica.

D. Pensi che Djokovic sia un anticipatore?
ROGER FEDERER: Penso che tutti leggano bene il gioco, alcuni meglio di altri. In particolare se giochi con un giocatore 10 o 20 volte, capisci o sai già dove andrà la sua palla; non si tratta più di anticipo quanto di percentuale e probabilità: dopo un po’ si acquisiscono anche queste doti.

D. Cosa pensi dei tornei di Montreal e di Toronto in due città differenti.
ROGER FEDERER: E’ un peccato che il Canada abbia solo due tornei e che siano in contemporanea, sarebbe perfetto se fossero uno in Febbraio e uno in Settembre.

D. Cosa dici del tuo compleanno che sta per arrivare. Pensi ti influenzerà?
ROGER FEDERER: Non penso che cambierà molto, solo quest’anno sarà una cifra tonda. I canadesi fanno sempre un sacco di festeggiamenti per il mio compleanno. Non vedo l’ora di compiere 30 anni.

D. Lo vedi come un punto nodale della tua carriera dove si fanno valutazioni o è un numero come gli altri?
ROGER FEDERER: I miei piani sono già oltre: io pianifico sempre un anno e mezzo in anticipo, così funziona la mia programmazione. I compleanni passano, fanno parte della vita. Sono contento di avere 30 anni, più che 20. Nella preparazione non cambia molto. Ascolti di più il tuo corpo, hai più esperienza, sei più saggio e hai giocato molti più match. La cosa importante è lavorare duramente. Mi piace ancora stare sul tour.

Q. Di solito in questo periodo facevi un mini camp di preparazione. Che cosa hai fatto in queste quattro settimane?
ROGER FEDERER: Mi sono allenato nelle ultime due settimane e mezzo. C’è stato un bel clima in Svizzera quindi sono riuscito ad allenarmi all’aperto. Sto giocando e mi sto muovendo bene, il vero test sono le partite. 10 anni fa l’allenamento era più importante, ora mi dice semplicemente a che punto sono della condizione fisica. Ora sto bene, non ho mal di schiena: solo qualche problemino muscolare quando ho ripreso ad allenarmi, ma è normale. Non vedo l’ora di giocare, sono quasi stanco. Sono nella condizione ideale per il torneo. Ovviamente mi sarebbe piaciuto avere più tempo per lavorare sul mio gioco, ma due settimane e mezzo sono a sufficienza.

D. Quale partita di quest’anno sceglieresti come maggiormente soddisfacente? Per darti stimolo per la seconda parte della stagione?
ROGER FEDERER: Non penso di aver bisogno di partite per trovare la motivazione, penso che la prima parte di stagione sia stata abbastanza buona. Penso di aver giocato bene, a parte la finale di Dubai e la semifinale di Miami, non penso di aver mai giocato male. Anzi sono contento di aver giocato tante partite, a differenza dell’anno scorso. Penso che il mio Wimbledon sia stato sfortunato, ma non ci ho pensato troppo nelle ultime settimane; guardo avanti a quello che verrà.

D. Rod Laver ha fatto il Grande Slam a 30 anni.
ROGER FEDERER: Ho vinto tanto e non voglio né posso dire se vincerò ancora altrettanto o meno; sicuramente se ti metti nelle giuste condizioni e fai tutto bene puoi avere una chance. Ho sempre preso ispirazione da giocatori come Agassi, Laver, Rosewall che hanno giocato ad alto livello per così tanti anni. I miei piani sono sempre a lungo termine.

D. Cosa dici di quello che ha detto Ryan Harrison del fatto che tu giochi contro tutti eccetto Nadal e Djokovic, con la sicurezza e l’arroganza di vincere sempre?
ROGER FEDERER: Non ho letto l’articolo e Ryan ha scritto al mio manager per scusarsi, dicendo che era stato mal interpretato dal giornalista. Mi piace Ryan, è un bravo ragazzo, non c’era bisogno di scusarsi, è stato molto carino. Io so esattamente quello che devo fare per battere Nadal e Djokovic.

D. Detto ciò, pensi di avere ancora quel fuoco e quella fiducia che avevi prima contro Nadal e Djokovic (visti i recenti risultati NdT)?
ROGER FEDERER: Penso di giocare sempre con la giusta intensità, forse l’ultima finale del Roland Garros non ero così convinto come le ultime finali dove ho perso pesantemente. Succede a tutti a volte di non essere sempre convinti al 100% contro un giocatore che è al top nel suo momento migliore. Il fuoco c’è sempre, ma non è detto che giocare una finale equivalga automaticamente a giocare il tuo miglior tennis. Purtroppo a volte accade. Mi sono sempre piaciuti gli incontri contro entrambi, particolarmente la rivalità con Rafa è speciale. Non ho altro da aggiungere se non che ho sempre fiducia e voglia di giocare contro loro due.

D. Pensi che questa sia la tua ultima chance agli US Open?
ROGER FEDERER: E’ sempre molto bello tornare agli US Open, è un torneo particolare per l’energia e per la città e tutto quello che ci sta intorno. Non penso che sia la mia ultima possibilità, in stagione ci sono ancora molti tornei, anche due masters 1000.

D. Sei sorpreso di vedere Mardy Fish nei primi dieci?
ROGER FEDERER: Mardy è sempre stato un giocatore di talento, con un servizio potente, un grande colpitore con un gioco d’anticipo, questa combinazione lo rende sempre pericoloso. A volte gli è mancata la forma fisica e questo può influire sull’aspetto mentale. Siamo buoni amici e quindi sono contento e assolutamente non sorpreso di vederlo così in alto in classifica. Lui gioca sempre bene gli ultimi tornei dell’anno e la tournee americana: agli US Open può far bene, ma come tutti gli altri si parte dal primo turno, e bisogna vedere che sorteggio trovi.

D. Ti sorprende che sia riluttante ad assumersi il ruolo di miglior giocatore Americano?
ROGER FEDERER: No, lui e Andy Roddick sono ottimi amici; Andy è stato il primo per così tanti anni che probabilmente gli suona strano esserlo diventato. Ma i risultati dicono e anche loro lo sanno, che ora Mardy è il numero 1.

D. Hai vinto gli US Open 5 volte dal 2004 al 2008. Quale edizione ti ricordi di più?
ROGER FEDERER: Penso che il primo sia sempre quello che si ricorda di più. Anche l’anno successivo contro Agassi, pensavo si sarebbe ritirato se avesse vinto. C’era un rumore incredibile, io ero il nuovo numero 1.

D. Quali sono i tuoi obiettivi? Il doppio misto alle Olimpiadi?
ROGER FEDERER: Prima di tutto devo rimanere in forma. Viaggiare non mi pesa. Mi piace tornare nei luoghi e nei tornei dove ho vinto. Le Olimpiadi ovviamente sono un obiettivo, prima però vediamo come arrivo all’anno prossimo.

D. Quanta attenzione darai alla Coppa Davis?
ROGER FEDERER: Lo stesso discorso. Ho appena giocato a Berna un incontro. Vediamo come s’incastra con la mia programmazione. Non so ancora.

D. Roger sei stato per 6 anni numero 1. Ora ti trovi in un'altra situazione: ti sei abituato? Non ti dà fastidio essere dietro Nadal e Djokovic?
ROGER FEDERER: No, è così. So che Novak ha dovuto fare qualcosa di veramente speciale per superarmi e lo stesso Rafa. Penso che lo abbiamo dovuto fare tutti e penso sia giusto. Sono in pace con me stesso. Ho avuto le mie possibilità. Mi piacerebbe tornare ad essere numero 1, ma numero 3 non è male. Ovviamente mi avvicino ai tornei in modo leggermente diverso: se vinci il 90% dei tuoi incontri arrivi ad un torneo più fiducioso. A parte questo, non è un grande cambiamento, conosco i miei limiti e so quello che posso fare.
 

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