ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > Virtual Combined: benino la prima

15/08/2011 03:41 CEST - Rogers Cup

Virtual Combined: benino la prima

TENNIS - Moderata soddisfazione per la prima edizione della Rogers Cup come "virtual combined". Qualche inevitabile problema tecnologico non ha comunque rovinato la festa, anche se una totale integrazione richiederà qualche anno. Edizione "ridotta" nel 2012 per la concomitanza con le Olimpiadi. Vanni Gibertini

| | condividi

L’emblema di questa prima edizione del “virtual combined” Open del Canada sarà sicuramente Novak Djokovic che tenta di farsi spiegare a gesti da una giornalista presente a Toronto la domanda che gli vuole fare: “Mettiti il microfono più vicino alla bocca, anche se può sembrare maleducato, magari funziona” (Questo l'audio, a partire da 8'10"). Le conferenze stampa in collegamento video-audio sono state una delle novità della Rogers Cup nel nuovo formato lanciato quest’anno: torneo maschile e femminile in contemporanea in due città diverse, a 600 km di distanza, con schermi giganti in entrambi gli impianti per poter seguire risultati ed immagini delle due competizioni, e le due sale stampa integrate virtualmente tramite i servizi di videoconferenza forniti dallo sponsor Cisco Systems, il gigante americano delle tecnologie internet.
La soluzione era stata ideata per ovviare al problema creato dalla trasformazione di Cincinnati in torneo combined, che ha così lasciato una sola settimana a disposizione per disputare sia l’evento maschile sia quello femminile, tradizionalmente organizzati in città differenti ad anni alterni. Certamente si tratta di un compromesso, reso necessario dalla diffusa dualità che in Canada contrappone la minoranza francofona (e la loro città simbolo, Montreal) e la maggioranza anglofona (rappresentata dalla capitale economica Toronto). Disputare un combined tradizionale in sede unica ad anni alterni avrebbe significato privare le due metropoli del classico appuntamento fisso annuale, con le conseguenti ricadute economiche, e dal punto di vista logistico né il Rexall Centre di Toronto né l’Uniprix Stadium di Montreal dispongono delle strutture per far fronte ad un impegno organizzativo probante come quello di un torneo combined.
E’ stato infatti un problema costante dei “nuovi” combined (Madrid e soprattutto Roma) quello della mancanza di campi di allenamento durante le prime giornate, quando 56 giocatori e 56 giocatrici (più i doppisti) sono tutti presenti nello stesso posto. Celebre l’episodio di Nadal che a Roma si allenò in albergo non essendo riuscito ad ottenere un campo di allenamento al Foro Italico. A questo proposito Federer ha espresso le sue perplessità: “Anche a Cincinnati sarà piuttosto complicato, si farà fatica a trovare campi per allenarci. Da questo punto di vista qui a Montreal la situazione è molto migliore, il torneo si fa in quattro per soddisfare le nostre richieste”. Effettivamente i top 4 dell’ATP hanno avuto la possibilità di allenarsi per due ore sul centrale durante il weekend iniziale, quando gli organizzatori di Montreal si sono permessi il lusso di programmare solamente un incontro di qualificazione nell’Uniprix Stadium, per la gioia degli appassionati che hanno potuto vedere i loro beniamini allenarsi.

L’integrazione dei due tornei dal punto di vista televisivo (almeno per il pubblico canadese) ha funzionato molto bene, sia durante la settimana con la copertura di Sportsnet (e del canale sportivo di lingua francese RDS) sia durante il weekend finale quando le TV di stato (CBC per l’inglese e SRC per il francese) hanno preso in mano le operazioni. Tutti i collegamenti sono stati coordinati dagli studi allestiti appena fuori dallo stadio a Montreal, ma la presenza a Toronto è stata massiccia.

Per quel che riguarda l’assistenza alla stampa, noi che eravamo a Montreal abbiamo notato una certa irregolarità nell’annunciare i collegamenti con la sala interviste di Toronto. Lo staff di Tennis Canada si è dato molto da fare ed ha utilizzato tutti i mezzi della tecnologia moderna per aiutare il nostro lavoro: per esempio gli orari delle conferenze stampa venivano notificate (il più delle volte, anche se non sempre) anche via email, in modo tale che fosse possibile per chi era sui campi laterali essere informati in tempo reale sul programma delle interviste. Si sono anche dati molto da fare, gestendo la situazione a 600 km di distanza, quando un malinteso non ci ha permesso di parlare con Roberta Vinci il giorno della sua vittoria con Ana Ivanovic, mantenendo costante comunicazione con il sottoscritto per informarmi degli sviluppi.
Da migliorare a nostro avviso sicuramente l’integrazione della piattaforma internet: siti internet separati per il torneo maschile e femminile sono una complicazione di cui faremmo volentieri a meno, e la loro fusione velocizzerebbe di parecchio il nostro lavoro. Il problema è che, a parte la complicazione logistica di dover gestire tutti i contenuti da sedi separate (contenuti, lo ricordiamo, che devono essere SEMPRE tradotti in inglese ed in francese), il sito internet costituisce un fondamentale canale distributivo per i biglietti ed un ormai irrinunciabile contatto con il bacino d’utenza locale. A questo proposito, il direttore del torneo di Toronto Karl Hale, durante il tradizionale incontro con i media, ha dichiarato: “Sicuramente considereremo l’ipotesi, ma per il momento il sito internet funziona così com’è, per cui non vediamo necessità urgente di cambiarlo”.
D’altra parte entrambi i tornei hanno lavorato moltissimo sui nuovi canali di comunicazione, specialmente sui social media: a Montreal è stata addirittura creata un’apposita “Squad 2.0”, con tanto di t-shirt ufficiale, i cui membre armati di 2 smartphone a testa andavano in giro per l’impianto a raccogliere fotografie, video, audio e, soprattutto, a mandare aggiornamenti via Twitter e Facebook. Indovinatissima anche l’idea del video-blogger ufficiale, un buffo individuo chiamato Jean-René Dufort, i cui video sono stati mostrati durante i cambi di campo a Montreal: il più buffo sicuramente questo, con protagonista l’ onnipresente Novak Djokovic, sempre pronto quando si tratta di scherzare. Ma gli sforzi dei due tornei da questo punto di vista sono apparsi più paralleli che convergenti, forse per via di quell’eterno dualismo tra Montreal e Toronto che è difficile da eliminare completamente.

In definitiva, per la prima esperienza di virtual combined si può sicuramente accordare una sufficienza piena alla manifestazione, che sicuramente ha bisogno di migliorare alcuni degli aspetti tecnici: le videoconferenze tra Toronto e Montreal sono risultate spesse volte difficoltose, come dimostrato da questo divertente episodio con il solito Djokovic protagonista, nonostante ben pochi dei media presenti abbiano utilizzato la possibilità di fare domande in maniera remota. Probabilmente non ci si è ancora abituati allo status “virtuale” del torneo e la maggior parte dei media si sono concentrati sui match che potevano seguire “in carne e ossa”, anche perché, a parte gli schermi giganti dislocati nei ground, i monitor in sala stampa non facilitavano il saltare da un luogo all’altro. E’ auspicabile però che con un anno di esperienza in più il livello di integrazione dei due eventi aumenti sempre più.

Intanto nel 2012 la Rogers Cup dovrà affrontare un altro problema di ben maggior entità: la concomitanza con la seconda settimana delle Olimpiadi di Londra. A questo proposito Hale ha dichiarato che Toronto lavora da circa un anno con l’ATP per cercare di mitigare l’impatto della sovrapposizione, e per questo motivo il tabellone sarà ridotto da 56 a 48 giocatori, concedendo quindi un bye alle prime 16 teste di serie, e la finale verrà anticipata a sabato sera, per evitare la contemporanea con la Cerimonia di Chiusura che si avrebbe se l’atto conclusivo si disputasse la domenica pomeriggio. Mentre è sicuramente ammirevole che il problema sia già stato affrontato in maniera coordinata con tale anticipo, rimane da vedere se questi accorgimenti, che sembrano più che altro palliativi, riusciranno a convincere primi 4-5 della classifica (che un bye l’avrebbero avuto in ogni modo) ad affrontare in torneo impegnativo come Toronto cambiando nazione, continente, clima, fuso orario e soprattutto superficie nel giro di un paio di giorni, dopo aver rinunciato alla maggior parte della pausa estiva per onorare la causa a cinque cerchi.
Anche a Montreal si sta cercando di ovviare al “problema” olimpico con soluzioni ad-hoc: “Tre cose abbiamo chiesto alla WTA – ha dichiarato Eugene Lapierre, direttore del torneo in Quebec – di poter iniziare il torneo il martedì, di finire il lunedì e di diminuire il tabellone da 56 a 48 giocatrici in modo da concedere un bye alle prime 16 teste di serie. In questo modo, dal momento che la finale femminile del torneo olimpico si disputa di sabato, chi sarà impegnata in quella partita potrà avere il primo incontro programmato giovedì, consentendo quindi 4 giorni di riposo”.
 

Vanni Gibertini

comments powered by Disqus
Partnership

 

Sito segnalato da Freeonline.it - La guida alle risorse gratuite

Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Quote del giorno

"Dobbiamo far giocare i ragazzi sulla terra rossa. Se non lo facciamo, loro avranno sempre un po' di timore. E' fondamentale imparare a scivolare sul rosso sin da giovani"

Jim Courier sulle difficoltà degli americani sulla terra battuta

La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi 2010

Copertine di magazine e giornali

Ubi TV

La nuova borsa di Maria Sharapova