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18/08/2011 18:29 CEST - MASTERS 1000 CINCINNATI

Djokovic prosegue la caccia a Mac

TENNIS - Battendo 6-2 6-3 un bravo ma acerbo Ryan Harrison, il numero 1 ATP infila la 54esima vittoria su 55 match nel 2011. Prosegue la rincorsa a John McEnroe, che nel 1984 patì proprio a Cincinnati la seconda delle tre sconfitte stagionali (contro Vijay Amritraj). Però "Nole" è ancora dietro: "Mac" si presentò in Ohio con un bilancio di 61 vittorie e 1 sconfitta. Dovesse vincere il torneo, il serbo arriverà a quota 58. Paolo Giua

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Nella calda atmosfera serale di Cincinnati a niente è servito lo spassionato tifo di casa per il beniamino americano Ryan Harrison, giovane talento classe 92, che nella notte è stato sconfitto abbastanza duramente dal mostruso Djokovic, che sale così a 54 vittorie e una sconfitta nel 2011. Inizio di grande qualità per Harrison: con due gran dritti si procura subito due palle break nel game d’apertura e sulla seconda Djokovic sbaglia il rovescio e si ritrova già costretto ad inseguire. Nel secondo gioco l’americano esordisce alla battuta con un ace di seconda, ma il serbo inizia a martellare da fondo campo e si guadagna immediatamente il contro break. Il giovane diciannovenne appare molto concentrato e per nulla intimorito nell’affrontare il n°1, mantenendo grande ritmo con i fondamentali e cercando di accelerare il più possibile con il dritto, anche se spesso tende ad andare fuori giri con questo colpo. Sul 2-1 Nole riesce nuovamente a brekkare in un game molto lottato Harrison, che dà segni di nervosismo lanciando con forza la racchetta per terra.

I game continuano ad essere lottatissimi e Ryan si procura la possibilità di strappare il servizio all’avversario con un bellissimo cross stretto di dritto e riesce subito a sfruttare quest’occasione buttandosi a rete sulla risposta e mostrando grande finezza nella stop-volley e nel lob che scavalca Djokovic. Purtroppo è solo un fuoco di paglia: pressando e spostando l’avversario, Novak riprende subito il break di vantaggio e si innalza sul 4-2. Harrison continua ad essere molto propositivo ed aggressivo, ma questo atteggiamento lo obbliga a prendere troppi rischi e questo permette al serbo di brekkarlo nuovamente ed aggiudicarsi per 6 giochi a 2 un primo set dominato in cui l’americano non è mai riuscito a tenere la battuta e ha chiuso il parziale con un numero di errori gratuiti troppo alto per poter impensierire Djokovic.

Nel secondo set proseguono le difficoltà al servizio per Harrison, che cede nuovamente la battuta dando l’impressione di essere in balia del gioco difensivo del serbo. Cresce la rabbia del ragazzo statunitense che spara due palle sulle tribune e si prende un warning. Djokovic appare sempre a suo agio e continua a colpire con profondità, spingendo soprattutto sul rovescio di Harrison, che ricorre di continuo al back difensivo, e si porta avanti sul 3 a 0. Finalmente Harrison riesce a servire con continuità e conquista per la prima volta il game di battuta, interrompendo una striscia vincente di sette giochi consecutivi per Djokovic che proseguiva dal 3-2 del primo parziale. Sul 4-1 per Nole, l’americano è bravo a tenere nuovamente il servizio, vincendo gli ultimi di punti del game con un buon serve-and-volley, ma il n°1 del ranking rimane comunque ingiocabile alla battuta, che porta a casa sempre facilmente. Sotto 5 giochi a 2, Harrison è bravo a non far tremare il braccio e a sfornare un ace sul 40-15, ma Djokovic è in un momento di fiducia sconfinata: serve con grande intelligenza e due bellissimi rovesci diagonali gli consegnano il match, vinto col punteggio, fin troppo severo, di 6-2, 6-3.

La partita ha mostrato per l’ennesima volta l’incredibile solidità di Nole, capace di controllare in tutta tranquillità lo scambio dall’inizio alla fine del punto e di dominare per tutto l’incontro (primo game escluso), ma ha anche messo in evidenza i notevoli limiti che caratterizzano ancora Harrison: un rovescio poco robusto e troppo spesso difensivo, un dritto molto potente, ma un po’ ballerino e uno schema tattico non ancor ben delineato, che l’ha portato a rischiare troppo (ben 28 gli errori a fine match, contro solo 15 vincenti). Anche dal lato del servizio il giovane talento si è dimostrato carente, mettendo in campo solo il 49% di prime palle e ricavandone solo il 50% di punti, mentre nel resto della stagione ci aveva abituati a ben altre statistiche. Tuttavia non ci sono solo note negative per Ryan: non dimentichiamo che è un classe 1992. Ha un grande talento e una buona tenuta mentale nei punti importanti, sebbene stasera si sia lasciato spesso andare a espressioni di nervosismo, dovuto forse al calibro dell’avversario. Vedremo se col tempo riuscirà a sistemare i punti deboli del proprio gioco e ad imporsi nelle file più alte della classifica. Per il vincente Djokovic si prospetta un interessante ottavo di finale contro Radek Stepanek, ma la sensazione è che il vero torneo per l’idolo serbo possa iniziare solo con la semifinale. Contro l'esperto ceco, recente vincitore a Washington, è avanti 5-1 nei precedenti. Ci ha perso solo a Rotterdam nel 2006 (quando non aveva ancora compiuto 19 anni, peraltro 7-6 al terzo). L'anno dopo diedero vita a un match spettacolare allo Us Open, vinto 7-6 al quinto da Nole, che poi ha preso il largo anche nel computo degli scontri diretti.

Paolo Giua

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