19/09/2011 15:12 CEST - L'ARGOMENTO
Nole è il più forte nonostante l'aratro
TENNIS - A Manacor, oltre il centro sportivo intolato allo zio calciatore di Rafa, la piazza centrale dedica un monumento all'aratro, lo strumento per arare la terra. Partito da lì, Nadal ha saputo domare anche altre superfici. Non ce l'ha fatta allo Us Open 2011, dove uno strepitoso Novak Djokovic ha saputo alzare il livello quando nessuno se l'aspettava: dopo aver perso il terzo set al tie-break. Massimo Rossi
Lo scorso agosto ho trascorso qualche giorno di vacanza sull’isola di Maiorca e non ho perso l’occasione per un pellegrinaggio a Manacor, luogo di nascita e di residenza dell’unico e vero numero uno, Rafa Nadal. Dalla casa di fianco alla cattedrale (bellissima, la cattedrale) al Tennis Club con la terra rossa più curata del mondo, non mi sono fatto mancare niente, anche se, a dire il vero, Manacor non offre altro, a parte il centro “poliesportivo Miguel Angel Nadal” (off course) e il monumento al centro della piazza principale, “l’arada basculera”, come viene denominato da una targa il grosso aratro di ferro arrugginito che fa bella mostra di se all’ingresso del paese. Mi è parso un segno del destino: un paese i cui abitanti mettono al centro della loro vita la terra da arare, e da arare bene, con l’attrezzo giusto. In effetti a Manacor e dintorni l’erba è tutta secca e di cemento ce n’è poco, vincono la pietra e, appunto, la terra, che per tutti ormai è solo quella rossa.
A Flushing di terra neanche l’ombra, ma ormai il maiorchino ha calpestato e domato abbastanza cemento e non è dunque questo certamente il motivo per cui ha perso ancora, in finale, contro Djokovic. La verità, amara per gli aficionados di Rafa, è che Nole è ormai da considerarsi davvero il più forte di tutti, anche di Nadal.
Il serbo ha raggiunto in pochi mesi una maturità tecnica, fisica e mentale eccezionale, che gli consente di affrontare ogni match anche sapendosi adattare in corsa alle circostanze. È quello che è successo durante la finale dello Us Open, dove Djokovic, dopo aver vinto abbastanza agevolmente i primi due set, ha dovuto subire il ritorno rabbioso nel terzo di un Nadal che, a quel punto, anche se ancora sotto di una frazione, sembrava a tutti lanciatissimo verso la vittoria al quinto, complice anche la stanchezza evidente dell’avversario. Ma Nole, senza più servizio e pieno di acciacchi ha trovato comunque le forze, la concentrazione e soprattutto la fantasia dei colpi per mandare fuori giri e in confusione tattica l’avversario. Però che match, ragazzi, un tennis stellare messo in campo da due campioni veri che non si amano. Ed è questo il bello.
(NDR. Questo articolo è stato scritto prima del weekend di Coppa Davis)
Massimo Rossi
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