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23/09/2011 15:56 CEST - DOPPIO...GIOCO

Martina-Pam: simply the best

TENNIS – Nessuna coppia nella storia del tennis ha mai avuto tanto successo come quella costituita dall’intramontabile Martina Navratilova e Pamela “Pam” Shriver: detentrici di record assolutamente storici e praticamente insuperabili per chiunque, le loro gesta tennistiche sono ormai leggenda (sono state l'unica coppia a firmare il Grande Slam), ma rimangono ancora vive nelle menti di noi appassionati… Daniele Camoni

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Quando si parla di GOAT (e, ultimamente, se ne parla spesso e volentieri), le opinioni di addetti al settore, giornalisti o semplici appassionati di questo meraviglioso sport risultano, com’è naturale e giusto che sia, variegate e discordi : tra diatribe verbali, conflitti dialettici e scontri sulla carta stampata, la questione rimane (e, presumibilmente, rimarrà) irrisolta per ancora parecchio tempo… Spostando ora la riflessione alla specialità del doppio (sic transit gloria mundi, ahimè…), ci permettiamo di attribuire il titolo di GOAT della specialità (in campo femminile) alla coppia formata da Martina Navratilova e Pam Shriver, semplicemente indimenticate ed indimenticabili, insuperate ed insuperabili…

Nata nel 1962 nel Maryland, Pamela Howard Shriver esordì nell’universo tennistico col botto quando nel 1978, non ancora professionista, raggiunse la finale degli US Open, alla sua prima partecipazione ed avendo poco più di sedici anni; il suo cammino trionfale, cesellato dalla vittoria in semifinale con un doppio 7-6 su Martina Navratilova (che allora, a livello Slam, vantava la vittoria ai Championships del ’78, nonché le finali dell’Australian Open e del Roland Garros, perse nel ’75 rispettivamente contro Evonne Goolagong e Chris Evert), fu bruscamente interrotto in finale da un’irresistibile Evert, che avrebbe ottenuto il suo quarto sigillo consecutivo sui campi americani.

A proposito della vittoria in semifinale su Martina, Pam ama ricordare un curioso aneddoto risalente alla prima corona della Navratilova agli Us Open, ottenuta nel 1983 (ben 11 anni dopo la prima apparizione, nel 1973) : “I hugged her and congratulated her, [saying] 'It's been a long wait for a great player.' You know what she said? 'Bitch! If you hadn't beaten me in the 1978 semis, I'd've done it a lot sooner.” (“L’abbracciai e le feci i complimenti, dicendole che l’attesa era stata lunga per una grandissima giocatrice. Sai cosa mi rispose ? P…a! Se non mi avessi battuto nelle semifinali del 1978, l’avrei vinto prima !”).

La finale agli Us Open di quell’anno fu il risultato più importante raggiunto dalla tennista americana a livello Slam, coronato peraltro da diverse semifinali nei “Quattro Grandi”, tra le quali spiccano altre due semifinali nel torneo di casa (’82 e ’83), tre semifinali in Australia (’81, ’82 ’83) ed altre tre a Wimbledon (’81, ’87 e ’88) : peraltro, non si può certo dire che Pam sia stata particolarmente fortunata, visto che in ben quattro occasioni ha dovuto affrontare la Navratilova, in due la Graf e in altre due rispettivamente la Evert e la Mandlikova, uscendone sempre battuta. Ricordiamo inoltre che la Shriver giocò il Roland Garros solamente due volte in carriera, episodio che non deve stupire se pensiamo che anche la Navratilova non partecipò allo Slam parigino per ben 10 volte (1976-1980 / 1989-1993), per non parlare delle defezioni australiane di Jimmy Connors o Andre Agassi…

A livello di singolo la Shriver vanta poi ben 21 allori (tra i quali spicca la vittoria ai danni della Evert nel torneo di Worcester del 1987, con un 6-0 nel terzo set incluso), un palmarès tutt’altro che disprezzabile per una giocatrice prevalentemente doppista, capace comunque di districarsi con buon successo anche in singolare, come dimostra il raggiungimento della terza posizione mondiale nel 1984, in un periodo nel quale Navratilova ed Evert si alternavano al vertice delle classifiche, mentre il terzo gradino era sovente occupato da Hana Mandlikova.

Dotata di uno stile di gioco poco “convenzionale” (quasi simile a quello di un giocatore di squash), caratterizzato da un back alquanto “personale” ma assai efficace (colpito mediante un taglio sotto alla palla, con la faccia della racchetta praticamente parallela al campo di gioco), un diritto prevalentemente in chop ed un servizio dalla meccanica veloce ma particolarmente redditizio, il tennis della Shriver si è sempre espresso al meglio sui campi in erba (negli anni ‘70/ ’80 la stagione erbivora non si limitava a Wimbledon ed ai 2/3 piccoli tornei della settimana precedente…), nonché su quelli in cemento : come non ricordare, ad esempio, la storica vittoria nei confronti di Steffi Graf nelle semifinali dei Virginia Slims Championships del 1988, ottenuta con volée da cineteca ed un serve&volley eccezionale. Per sottolineare l’eccezionalità dell’impresa basti dire che la Graf era reduce dalla vittoria nei quattro Slam (il celeberrimo Calendar Year Golden Slam del 1988) e, nel corso della stagione, aveva perso solo due incontri, contro la Sabatini a Boca Raton e Amelia Island…

Come abbiamo già anticipato, Pam Shriver raggiungerà l’immortalità tennistica grazie alla fruttifera collaborazione in doppio con Martina Navratilova : occorrerebbero migliaia di pagine solo per narrare le epiche gesta di Martina in singolare (1.442 vittorie in carriera, 167 titoli, 306 incontri vinti in tornei del Grande Slam, di cui 120 solo a Wimbledon, sono solo alcuni dei numeri più impressionanti che ne costellano la carriera), motivo per il quale, nella nostra rubrica, ci limiteremo quasi esclusivamente alla Navratilova doppista…

“She’s the greatest singles, doubles and mixed doubles player who’s ever lived” disse di lei Billie Jean King, lasciando ai posteri un attestato che avrebbe sottoscritto anche il geniale Bud Collins, il vero giornalista di tennis per eccellenza :“Arguably, she’s the greatest player of all time” (“Probabilmente sia la più grande giocatrice di tutti i tempi”). Davvero e senza ombra di dubbio una versatilità assoluta e senza limiti !!

I numeri ed i record di Martina in doppio non fanno altro che amplificare queste considerazioni : 177 titoli, 31 Slam in doppio e 10 nel misto, 237 settimane in vetta alle classifiche (di cui 181 consecutive), 30 semifinali consecutive a cavallo tra il 1979 ed il 1987 ed una longevità ultratrentennale assolutamente ineguagliabile (considerando che il primo titolo risale al 1973 in coppia con la connazionale Renata Tomanova, l’ultimo al 2006, in coppia con la Petrova) credo siano sufficienti per stabilire con assoluta certezza che nessuna giocatrice ha mai interpretato in maniera così sublime ed entusiasmante il gioco del doppio come Martina Navratilova : “Whoever said “It’s not whether you win or lose that counts”, probably lost” (“Chiunque abbia detto “non conta se vinci o perdi”, probabilmente ha già perso”), è solo una semplice frase che riassume il pensiero di Martina, nello sport e nella vita, e che forse dovremmo tenere a mente…

Come abbiamo poi già suggerito nel sottotitolo (e come molti già sapranno), sebbene nel corso della sua lunghissima carriera abbia alternato diverse partner, da Billie Jean King (con la quale vinse Wimbledon nel ’79 e lo US Open nel ’78 e ’80) a Chris Evert (insieme vinsero Parigi nel ’75 e Wimbledon nel ’76), da Betty Stöve (buona doppista degli anni Sessanta e Settanta) a Hana Mandlikova (con la quale vinse lo US Open nel 1989, sebbene la loro relazione non sia mai stata idilliaca…), il dominio della Navratilova in doppio si è concretizzato al fianco di Pam Shriver : in circa un decennio di collaborazione Martina e Pam vinsero un totale di 79 tornei, tra i quali spiccano ben 20 Slam (7 AO, 4 FO, 5 Wimbledon e 4 US Open), che le collocano affianco alla storica coppia formata da Louise Brough e Margaret Osborne duPont (20 Slam a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta), e 10 WTA Championships (di cui 9 consecutivi).

Tra i record più strabilianti spiccano inoltre la conquista del Grande Slam nel 1984 (prima ed unica coppia in grado di realizzare tale impresa), una striscia di 109 (!!) vittorie consecutive tra il 1983 ed il 1985 e il riconoscimento di “Team of the Year” per otto anni consecutivi (1981-1988). Martina, come già abbiamo detto, chiuderà la carriera con 177 titoli (record assoluto), Pam si dovrà “accontentare” di 111 allori ; numeri da capogiro che fanno gridare il sottoscritto al GOAT della specialità, anche se, quando si tira in ballo tale spinosa questione, è meglio evitare di declamarla ai quattro venti…

In conclusione, credo che nessun appassionato vero di tennis possa fare a meno della conoscenza di Pam Shriver e Martina Navratilova : se tutti (o praticamente tutti) conosciamo le gesta di Martina, mi pare altrettanto giusto che anche Pamela, una tennista troppo a lungo relegata in un angolo ma con un palmarès assolutamente sfolgorante (e che farebbe comodo a molte…), abbia la sua parte ed il meritato riconoscimento. Non si viene introdotti nella Hall of Fame di Newport o si gioca in coppia con Martina Navratilova per caso…

LE PUNTATE PRECEDENTI DI DOPPIO...GIOCO

FLEMING-MCENROE, BRACCIO E MENTE

FERNANDEZ-ZVEREVA, SORRISI E VITTORIE

NEWCOMBE-ROCHE, CHE ROCCE!

KING-CASALS, COMPAGNE DI LOTTA

Daniele Camoni

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